Coronavirus. Primi contagi in Italia. Già 15 tra Lombardia e Veneto. Burioni: Occorre quarantena.

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è arrivato poco prima delle 23 nella sede della Protezione civile per partecipare alla riunione urgente convocata dopo l’esplosione dei casi di coronavirus nel nord Italia. Al tavolo del comitato operativo sono presenti anche i ministri degli Eteri, Luigi Di Maio, e della Salute, Roberto Speranza, oltre al commissario straordinario e capo dipartimento, Angelo Borrelli.

Il Ministro Speranza a Milano. Abbiamo preparato “un piano che ha chiaramente delle immediate scelte, che riguardano il territorio che è stato circoscritto, perché l’obiettivo essenziale è quello di circoscrivere quest’area, trattenerlo in una specifica area geografica”: è quanto ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, in una conferenza stampa a Milano. Il piano, a doppia firma tra il ministro della Salute e del presidente della Regione, prevede la sospensione delle attività lavorative delle imprese e delle attività scolastiche. “Metterà in campo in un’area di dieci Comuni potenzialmente interessati dal contagio – ha precisato Speranza -, l’immediata sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche, di tutte le attività commerciali e lavorative per le imprese della zona, favorendo modalità come il telelavoro, e la sospensione delle attività ludico-sportive ed educative dell’infanzia. Le misure messe in campo dall’Italia- ha quindi aggiunto il ministro-, sono al più alto livello europeo, ma probabilmente anche globale. Abbiamo preso qualche critica, sia sulla questione quarantena sia sui voli, siamo gli unici in Europa a farlo e penso sia giusto: a chi portava dubbi sul piano delle relazioni diplomatiche ed economiche, ripeto che queste sono fondamentali ma la salute viene prima di tutto”.

Tra Lombardia e Veneto 17 contagiati. Due mesi dopo il primo caso registrato a Wuhan, il coronavirus esplode anche in Italia: 16 sono i contagiati individuati al momento tra Lombardia (15) e Veneto (2, nel Padovano) in meno di 24 ore, ma centinaia di persone che hanno avuto contatti diretti con loro sono in attesa di conoscere i risultati dei test e più di 50 mila cittadini in provincia di Lodi sono, di fatto, in quarantena a casa loro. La situazione è complicata, anche perché non è ancora stato individuato con certezza il ‘portatore’, o i portatori a questo punto, del virus. Che, dunque, potrebbero aver contagiato altre decine di persone in diverse parti d’Italia.

Il ‘caso indice’: il 38 enne di Codogno. E’ un 38 enne di Codogno che martedì 18 si è presentato all’ospedale con sintomi influenzali ma che, al termine della visita, è stato rimandato a casa. Il giorno dopo l’uomo è tornato e questa volta è stato ricoverato fino a giovedì sera, quando i test hanno dato il responso: positivo al coronavirus. Immediato è scattato l’isolamento al Sacco di Milano. Ma era già tardi. Nei giorni precedenti il 38enne ha infatti condotto la vita di tutti i giorni, incontrando decine di persone: è andato al lavoro, nel reparto amministrazione dell’Unilever di Casalpusterlengo, ha partecipato a due corse -una mezza maratona a Santa Margherita Ligure il 2 febbraio e una il 9 con la sua squadra a Sant’Angelo Lodigiano – ha giocato a calcetto, è stato ad almeno tre cene e incontri di lavoro.Come ha preso il virus? Al momento l’ipotesi prevalente è che possa esser stato contagiato durante una cena con un suo amico. Quest’ultimo, un italiano che lavora per la ‘Mae’ di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, è rientrato dalla Cina il 21 gennaio. Agli inizi di febbraio, tra l’1 e l’8, ha accusato dei sintomi influenzali e proprio in quei giorni ha incontrato il 38enne. L’uomo è però risultato negativo ai test, il che può significare solo due cose: o non è lui il portatore o ha avuto il virus, è guarito e ha sviluppato degli anticorpi. Lo diranno i risultati degli esami del sangue in corso allo Spallanzani.  Quel che però è già certo è che dal 38enne il virus si è diffuso in almeno altre 13 persone tra cui la moglie, un’insegnante che è in maternità e solo per questo non ha avuto contatti con gli studenti. “Nostro figlio è gravissimo- confermano i genitori dell’uomo, in auto-quarantena a casa – è intubato, è una cosa penosa, siamo distrutti”.

Gli altri contagiati. La moglie, dunque, un suo amico con cui corre abitualmente, 5 tra medici e sanitari, e 3 pazienti dell’ospedale di Codogno. Gli ultimi tre positivi al momento in provincia di Lodi sono 3 anziani tra i 70 e gli 80 anni, clienti di un bar di Codogno: non hanno avuto alcun rapporto diretto con lui ma li hanno avuti con l’amico con cui corre, che è il figlio del titolare del bar. Sono tutti in condizione “serie” dicono i medici. Il nuovo paziente sarebbe una persona della zona, della quale sono ancora da ricostruire gli eventuali collegamenti con gli altri contagiati.

Misure restrittive in 10 comuni. Il lavoro che si sta facendo ora è ricostruire tutti i contatti avuti da queste persone. Che sono centinaia se non migliaia. Tanto per essere chiari: solo il 38enne ha avuto rapporti con 120 colleghi dell’Unilever, 70 tra medici e personale sanitario e 80 persone che fanno parte della sua più stretta cerchia, a partire dai 40 della sua squadra di corsa. Ecco perché la Regione, d’intesa con il Governo, non ha potuto far altro che far scattare una serie di “misure restrittive” in 10 comuni, un’area dove abitano 50mila persone: Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e Sanfiorano sono in isolamento.

I due casi del Padovano. “Queste due persone hanno avuto dei contatti in loco, non sono andate in Cina, non sono il classico caso sospetto. Venivano dall’ospedale di Schiavonia, uno dei due era curato per una normale influenza. Sono ricoverati in Azienda ospedaliera a Padova con tutte le procedure previste dalla task force – ha detto Zaia – Stiamo lavorando anche sul fronte dell’eventuale necessità di una struttura dedicata a eventuali contagiati, perché non sappiamo qual è l’entità del contagio. La procedura andrà a pescare tutte le persone che hanno avuto un contatto, i cittadini sono stati curati per normali patologie, sono state applicate tutte le direttive dell’Oms, si tratterà di capire che tipo di contatto hanno avuto”.

Iss: focolaio simile in Germania contenuto in tempi brevi .“È stato confermato dall’Istituto Superiore di Sanità il primo caso risultato positivo all’Ospedale Sacco di Milano. Per la prima volta anche in Italia si sono verificati casi di trasmissione locale di infezione da nuovo coronavirus. La Regione Lombardia in stretta collaborazione con Iss e Ministero della Salute ha avviato le indagini sui contatti dei pazienti al fine di prendere le necessarie misure di prevenzione. Un focolaio analogo si era verificato già in Germania ed è stato contenuto in tempi relativamente brevi”. Lo scrive il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, sul sito dell’Iss. “Le misure di controllo adottate dal Ministero della Salute che prevedono oltre all’isolamento ospedaliero dei casi e alla quarantena dei contati, anche misure di distanziamento sociale nelle zone colpite e sono tra le più restrittive in caso di epidemia – aggiunge -. Una priorità è rappresentata dalla individuazione della fonte d’infezione sulla quale però non c’è ancora certezza. Da questo dipenderà anche la necessità di eventuali ulteriori misure. Il livello di allerta è molto alto e le autorità locali hanno già attuato importanti indagini e misure di controllo in collaborazione con tutte le Istituzioni coinvolte”.

Burioni: occorre quarantena per chiunque torni dalla Cina​Le ultime notizie mi portano a ripetere per l’ennesima volta l’unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni. Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili”. Lo scrive su Facebook Roberto Burioni, commentando il caso del 38enne contagiato in Lombardia.

fonte Rainews

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