SUOR MICHELINA RENDA DI GESU’ CROCIFISSO: UN’ ANIMA AVVOLTA DI LUCE

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Ciminà è un grazioso paese della provincia di Reggio Calabria, tra i suoi personaggi, molti ricordano, Filippo Cordì per il libretto dal titolo “Dialetto Ciminese” e Abate Moleti, un religioso che alla fine del Settecento

 si ritirò in preghiera sulla montagna di Ciminà e, su quell’altopiano è nato un villaggio che porta il suo nome.

 Non tutti però conoscono un altro personaggio, un’anima avvolta di luce: Suor Michelina Renda di Gesù Crocifisso.

“Volontà di Dio, Paradiso mio” e “Chi ama Dio è sempre in pace”.

Queste sono le   due frasi, che lei amava ripetere spesso e, tutta la sua vita è stata un atto di amore e obbedienza a Dio.

Le sue virtù furono: la pazienza, l’obbedienza, la castità, l’umiltà, la semplicità, la carità e la preghiera.

Suor Michelina delle Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo, nacque a Ciminà il 15 giugno del 1909, il nome completo era Maria Agata Michelina Renda.

 I suoi genitori si chiamavano Carmine Renda e Nicoletta Caruso.

Lei era ultima di due fratelli e due sorelle: Antonietta, Maria Rosaria, Nicola e Giuseppe.

I suoi genitori erano persone dedite alla famiglia, al lavoro nei campi e soprattutto all’osservanza delle pratiche della vita cristiana.

Mamma Nicoletta, non mancava mai alla messa domenicale e , secondo le sue possibilità, si dedicava alle opere di carità.

Michelina crebbe in un clima sereno, denso di amore e di preghiera.

Come tutte le bambine amava i giochi all’aria aperta e aveva tante compagne sue coetanee.

Amava molto circondarsi di fanciulle e parlar loro della vita di Gesù, facendo lezioni di catechismo, raccomandando soprattutto di non perdere la messa della domenica   e i primi venerdì del mese.

 Una volta diventata grande, Michelina, era così buona, brava e bella che un ragazzo del paese, voleva chiederla in sposa.

 Il ragazzo   però, dovette subito   rassegnarsi, perché non era quello il sogno di Michelina.

C’ è un episodio molto bello che risale a questo periodo che non possiamo esimerci dal raccontarlo.

 Una ragazza di nome   Francesca, di soli diciassette anni, figlia del notaio Polifroni di Ciminà, si era ammalata di tubercolosi e la sua famiglia per paura di essere contagiata, trasferì la ragazza in una casetta di montagna, in casa c’erano altri bambini.

In quel tempo le persone affette da questa malattie erano destinate alla morte, per questo la famiglia di Francesca aveva optato per questa scelta dolorosissima.

Tutto ciò che occorreva alla ragazza le veniva portato con un asino.

Ebbene, Michelina, sfidando la minaccia del sicuro contagio, si prese cura di lei fino   a quando la ragazza morì all’età di diciotto anni.

Michelina non fu contagiata!

In seguito Michelina fece amicizia con un’altra ragazza, costretta a letto da una malattia degenerativa.

Si chiamava Cecchina ed era la figlia del dottore Barillaro.

Michelina andava spesso a trovarla e cercava con la preghiera e con momenti ricreativi di lenire un po’ le sue sofferenze.

Quando Cecchina morì, Michelina si addolorò moltissimo, ma reagì prendendo una decisione importante: dedicare la sua vita al servizio degli ammalati.

Con l’aiuto del dottor Barillaro conseguì l’attestato di infermiera, con la votazione di 40/50.

Era l’anno 1931.

 Iniziò a lavorare nella clinica del dottor Barillaro a  Locri .

La sua presenza e le cure che infondeva erano   balsamo per gli ammalati.

Michelina   cominciò a pensare di partire in missione verso terre lontane.

 Ma Dio aveva   per lei un disegno diverso.

A Locri anche se si trovava bene, sentiva da morire la mancanza della sua meravigliosa madre.

Ritornava a casa per le festività importanti.

Fu così che nella Pasqua del 1937, nel suo ritorno a casa, trovò una piacevole novità.

Le suore Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo avevano aperto là una casa.

Ricordiamo che questa Congregazione fu fondata da Madre Giuditta Martelli, nata a Portigliola il 13 aprile del 1893 e morta a Locri il 21 maggio del 1957.

La Congregazione è di diritto pontificio e, riunisce in fraterna comunione di vita le ragazze che rispondono alla divina chiamata e decidono di consacrare la loro vita a Gesù.

Michelina le andò a trovare, facendo subito amicizia.

C’erano tre suore: la Superiora, Suor. Rosina Aglirà; Suor Amalia Fazzari e Suor Elisabetta Staltari.

 Fu così che Michelina maturò la decisione di farsi suora e dopo un po’ di giorni di preghiera e discernimento, decise di comunicarlo   alle   suore   che, furono   immensamente felici.

Subito dopo lo comunicò a sua madre, la quale ne fu felicissima, onorata del dono di “avere una figlia suora”.

Non fu felice, però il dottor Barillaro perché perdeva una   validissima   collaboratrice.

Michelina entrò così nella comunità di Antonimina, dove c’erano una decina di suore e le novizie.

La casa però era troppo piccola per tutte e la sera, dovevano   dormire su pagliericci per terra e sui tavoli.

Una notte una raffica di    neve, spalancò la debole porta, era il periodo di Natale e tutte iniziarono a cantare:  ”Tu scendi dalle stelle o neve bella, mandata da Gesù alle sue Ancelle”.

Una cosa sola, mancava però molto  a Michelina: la cura degli ammalati.

All’improvviso un’epidemia di morbillo   colpì quattro suore e la Superiore le assegnò il compito di curarle.

La Superiora vedendo la passione e l’abilità di Michelina, nel curare le consorelle decise di   assegnarle anche un altro   compito, quello   di visitare le famiglie e curare gli ammalati.

Col passare degli anni, Michelina si distinse, nell’Istituto e nel paese per lo spirito di sacrificio, di carità e di umiltà.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, un periodo di morte e dolore, Michelina avendo   perso un fratello proprio sotto le armi, comprendeva   pienamente il dolore e la paura delle mamme, delle fidanzate e delle sorelle dei giovani partiti per la guerra.

In lei nacque l’idea di offrirsi vittima d’amore e di dolore per la fine della guerra e il ritorno dei giovani alle loro famiglie.

Risale a questo periodo il seguente episodio: sulla statale 127 che dalla Tribona, frazione di Portigliola, porta a Locri, suor Michelina in compagnia di Suor Giuseppina Codiposti, incontrano soldati tedeschi in ritirata.

Le suore stanno portando cinque chili di farina che servivano a preparare le ostie.

Entrambe hanno paura, soprattutto quando i soldati iniziano ad andare verso di loro.

 Suor Michelina taglia a brandelli la sua sottoveste, ne ricava delle fasce e le usa con quel po’ di pronto soccorso donato dai soldati   per curare i feriti.

Nel 1942 la Madre Fondatrice, la inviò come Superiora al Santuario della Madonna dei Polsi.

Qui il suo impegno principale fu il lavoro di cucina, senza tralasciare le necessità di coloro che erano al sevizio del santuario, inoltre ascoltava ed aiutava tutte le persone che si rivolgevano a lei.

Un giorno, mentre era in cucina le cadde dell’olio bollente sulla mano , lei che proprio non voleva lasciare i suoi doveri, come quello di impastare il pane per la comunità, andò subito al Santuario e pregò la Madonna che la guarisse subito, dopo la preghiere, prese l’olio della lampada, lo spalmò sulla mano che guari completamente.

Michelina ritornò in cucina ed impastò il pane.

Fu la missione di Polsi, molto difficile, un luogo freddo, di notte la temperatura raggiungeva i 12 gradi sotto zero.

Due le suore che morirono: suor Elisabetta Startari e Suor Nazarena Capogreco, la nostra Michelina ritornò a Locri su una lettiga, portata a spalla da   quattro  uomini, malata di poliartrite anchilosante.

Si ammalò nel maggio del 1943.

Si narra che un giorno Michelina, le suore e le donne di servizio, decisero di fare un picnic in montagna.

Quando fu l’ora del rientro al Santuario, all’improvviso Michelina non riuscì ad alzarsi, né tanto meno a camminare.

Nonostante tutti l’aiutassero, lei non riusciva a mettersi in piedi, il tempo passava e si faceva buio, Michelina iniziò a pregare la Madonna chiedendole di farla camminare fino al Santuario e dopo avrebbe ripreso la sua croce.

La Madonna la esaudì e, una volta   arrivata al Santuario s’inginocchiò davanti alla statua della Vergine e disse: “Eccomi sono disponibile a tutta la volontà del Signore”.

Iniziò così la sua malattia che, la costrinse a lasciare il Santuario di Polsi.

Michelina venne portata alla Tribona, dove Madre Giuditta Martelli possedeva una casa colonica.

 Quì rimase un lungo periodo, assistita da suor Caterina Mammone.

In questo periodo, ricordiamo alcuni   piccoli miracoli.

Per esempio, un giorno Michelina desiderava un’arancia, ma non avevano soldi per comprarla, disse allora a suor Caterina di scendere in strada che   l’avrebbe trovata.

Infatti da un camion caddero delle arance che la suora raccolse subito.

La stessa cosa successe quando suor Michelina desiderò una quaglia, dei fichi e un pesce che, furono trovati in maniera miracolosa.

Significativo è l’episodio che riguarda una gallina che una contadina aveva mandato in dono, tramite una signora, a suor Michelina.

La donna pensò di tenere per lei la gallina, ma la gallina, ogni mattina, scappava e, deponeva l’uovo sul letto dell’ammalata. Alla fine la signora confessò tutto e lasciò la gallina alla suora.

Sempre secondo la testimonianza di questa suora, non è da escludere che Michelina ebbe anche, qualche visione celeste.

Dopo della Tribona, Michelina fu trasferita a Locri in una casa presa in affitto dalla famiglia Calabre   di fronte all’istituto dove abitano le suore.

Il   7 giugno del 1953 si tennero le elezioni politiche per il rinnovo dei due rami del parlamento italiano:

la  Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica.

La campagna elettorale tra la democrazia cristiana e il comunismo fu molto dura.

Suor Michelina, non volle rinunciare a votare , quattro uomini la portarono in spalla al seggio e , dopo aver votato suor Michelina si fece portare in Cappella, dove rimase tutto il giorno in adorazione.

Monsignor Perantoni, vescovo della diocesi di Locri-Gerace, decise di offrire a Suor Michelina un viaggio a Lourdes, le suore e la Madre Superiore ne furono entusiaste, speravano in una guarigione, in quell’occasione suor Michelina disse:” Si, andrò in pellegrinaggio ma non guarirò, perché questa è la volontà di Dio”.

Infatti non guarì.

Nel 1957, venne trasferita   nella casa madre in Via Trieste, dove rimase fino alla sua morte, il 5 dicembre del 1971, assistita amorevolmente dalle sue consorelle.

Ricordiamo che Suor Michelina, rimase immobile per ben lunghi 28 anni, sopportando atroci dolori, senza mai lamentarsi.

Non potendo scrivere, a causa delle mani irrigidite e deformi, fece scrivere a una suora che l’assisteva questa sua preghiera:

“Ti rendo grazie, o Gesù,/per avermi stretta a Te/con il forte vincolo del dolore,/rendendomi pace, gioia e serenità/nella vita presente,/e disponendomi all’immensa felicità/della vita futura./Sono contenta o Signore,/ se così a Te piace, di rinnovare/ancora il sacrificio nella mia vita,/per la santificazione dei sacerdoti,/per tutte le anime a te consacrate,/in particolare quelle del mio Istituto/per la conversione dei peccatori e/per la pace del mondo”.

In altre occasioni, dettò anche delle poesie.

Tre Vescovi si sono avvicendati al suo capezzale: Mons. Chiappe, Mons.Perantoni e Mons. Arduino, per affidare alle sue preghiere le necessità della Diocesi.

 Molti sacerdoti si rivolgevano a lei per ottenere grazie e consolazioni e tantissime, infine, sono le persone che si sono raccomandate alle sue preghiere.

C’è una bellissima testimonianza che vogliamo riportare.

Una signora di nome Pina Foti, durante le sue gravidanze, aveva spesso problemi e, quando arrivava il momento del parto, prima di recarsi in ospedale, andava da suor Michelina per chiederle delle preghiere.

Per il secondo parto però, data la sofferenza, non   riuscì ad andare e mandò sua madre.

Suor Michelina   disse :”Dite a Pina di stare tranquilla che tutto andrà bene”.

Madre e figlia dissero che c’erano due infermiere ad assistere al parto , ma quando andarono a cercarle, fu loro detto che c’era stata una sola infermiera.

La signora Pina giura che l’altra infermiera che le stava accanto e l’accarezzava era proprio suor Michelina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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