Nei Sacri Palazzi vaticani e nelle diocesi sparse nel mondo, impazza una querelle per un “refuso” sull’Annuario Pontifico del 2020 appena uscito in edizione riveduta e s/corretta. L’annuario, ogni anno, viene ristampato ed aggiornando riportando l’organigramma completo con ogni dettaglio di note storiche, gerarchia cattolica, uffici, sedi titolari, Segreteria di Stato e, cosa più gettonata, i numeri riservati con le mail di cardinali, vescovi ecc.. L’Annuario Pontificio è sempre stato rilegato rigorosamente in rosso ed è composto da circa 2350 pagine, dove, a pagina 22, appare l’elenco dei titoli del Romano Pontefice: <Vicario di Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano e Servo dei Servi di Dio>. Poi prosegue nella stessa pagina riportando sotto la suddetta dicitura il nome del pontefice del tempo, nel caso in esame si legge: <Jorge Maria Bergoglio, nato in Buenos Aires il 17 dicembre 1936 e prosegue con un breve curriculum vitae ecclesiastico>.
Quest’anno 2020, papa Bergoglio, probabilmente meno impegnato per via del Coronavirus che lo ha costretto a sospendere gli impegni vaticani, si sarà dilettato a sfogliare l’annuario e, da buon gesuita, la sua attenzione si è focalizzata nella fatidica pagina 20, decidendo d’invertire l’ordine senza cambiare gli addendi…Insomma ha fatto una “tempesta” in un oceano d’acqua. I critici laici e i porporati tradizionalisti non si sono fatti attendere puntando il dito su questa trave papale, scatenando una querelle che si sta diffondendo peggio di un Coronavirus, insinuandosi come un venticello nei freddi sacri palazzi e tra gli uffici giornalistici impolverati dei vaticanisti laici.

A questi, la domanda gli è sorta spontanea, senza osare porgerla apertamente a Bergoglio temendo la sdegnata reazione, ma si sono limitati a sussurrarsela tra addetti scandalizzati. In sostanza questi si stanno domandando: <avendo messo in testa alla pagina 20 il nome <Jorge Maria Bergoglio e poi proseguendo con il suo CV ecclesiastico, sottostandoGli la dicitura “Vicario di Gesù Cristo”, è sempre teologicamente valido il titolo storico di “Vicario di Gesù Cristo” oppure è “Cristo il Vicario del Papa”?
Che dire? Attendiamo una nota ufficiale atteso che nessuno dei Gentili della querelle, ha saputo dare una plausibile risposta. Qualche bergogliano, ha glissato con una pezza peggio del buco, affermando: <Ma nel 2006 anche Papa Ratzinger decise di rinunciare al titolo di ‘Patriarca d’Occidente’ cancellandolo dall’Annuario Pontificio: E’ vero ma almeno vi fu una spiegazione diffondendo a quel tempo, la Segreteria di Stato, una nota giuridica in cui spiegava che quella cancellazione voleva «esprimere un realismo storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la rinuncia ad una pretesa, rinuncia che potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico>. Di fatto Benedetto XVI rinunciò al titolo di “Patriarca d’Occidente”, dal significato storico poco chiaro, perché nel contesto attuale era diventato obsoleto, e lo fece per favorire il dialogo ecumenico. Papa Francesco invece, non ha rinunciato al titolo di Vicario di Cristo, ma lo ha messo sotto il suo nome… creando il dubbio tra i tradizionalisti che nella visione neo papale, Cristo fosse diventato “il vicario del papa”.
Boh! Benedetto Ecumenismo!! Passiamoci questa Pasqua 2020 in casa e in santa pace. Mi sa che, se la claudicante pazienza di Bergoglio non reggerà a lungo, rischieremo per fine anno di avere… un secondo Papa emerito!!!
Qoèlet- 2,2 <Vanità delle vanità, vanità delle vanità: tutto è vanità>… e che Dio ce la mandi buona.