La Teo Intelligence è materia di analisi specialistica per una ristretta cerchia di addetti che, scrutando nella “Intelligence della Fede”, scompongono un ampio problema escatologico, in un numero di problemi di dimensioni e portata più contenuti, con un attento esame di elementi di informazione interconnessi, delineando i rapporti correnti tra i singoli eventi. Una “Entità” materiale e spirituale che analizza gli eventi con il distacco dello spirito laico, ma con l’onnipresenza escatologica della fede. La Teo Intelligence è entrata per la prima volta come materia di studio universitario nell’anno accademico 2015/2016, tramite la tesi “Teo Intelligence Analysis nell’era della Cyber Teologia”,[1] discussa al Master di II livello in Intelligence, diretto dal prof. Mario Caligiuri, presso l’Università della Calabria, conferendo il massimo dei voti e la pubblicazione della tesi.
Lo studio della Teo Intelligence si basa sull’assunto cristiano e più in generale monoteista, che vi sarà un periodo definito biblicamente “Fine dei Tempi” dove, nei testi sacri, si preannuncia una informazione di primaria importanza investigativa, relativa ad un alto rischio collettivo che, se attuato, metterebbe a repentaglio l’intera sicurezza nazionale e internazionale. Durante il periodo della “Fine dei Tempi” è annunciato uno specifico genocidio e sterminio di vaste aree di popolazioni, con particolare recrudescenza verso il popolo cristiano, con riflessi su scenari apocalittici che vanno a incidere sulle strutture strategiche di interesse nazionale riguardanti la sicurezza civile, militare, economica e sociale. La Teo Intelligence, alla luce dei recenti fenomeni terroristici, è una materia di interesse e studio nelle Università, in sinergia con le Agenzie di Intelligence, in un confronto multiculturale per una risposta più completa alle sfide globali. Si avverte la necessità di una alleanza forte tra apparati di sicurezza e i centri di studio strategici delle Università, luoghi deputati a tracciare le direttrici di una nuova intelligence, scevra dagli schemi mentali consolidati che ne condizionano l’analisi, per divenire più libera, con una più fine e raffinata capacità investigativa, in una sintesi di analisi capace di discernere l’imponente mole di informazioni che, poi, inesorabilmente, deviano e condizionano la mente del decisore politico.
Prevenire per provvedere alla sicurezza con la Teo Intelligence, rappresenta un’arma nuova e indispensabile in una ottica utile ad affrontare la sfida del XXI secolo che si orienta su una più sottile e raffinata conoscenza e capacità di sintesi previsionale degli eventi, studiando le pulsioni dell’uomo nella sua interezza ed unicità tra corpo, anima e spirito. Lo studio di alcuni passi biblici fa comprendere come l’Intelligence, nel passato, veniva usata istintivamente ed intuitivamente. La vita di Noè è un classico esempio di uomo avvezzo alla Teo Intelligence. Noè era giusto e integro. Il Dio creatore vide che la malvagità del popolo era grande sulla terra. Per fede, Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano, costruì, con pio timore, un’arca a salvezza della sua famiglia e, per questo suo credo, divenne simbolo della nuova generazione del mondo, i Noachiti, erede della giustizia divina, secondo la fede.
I primi esempi di tecniche di esplorazione e indagine sull’analisi di intelligence, li troviamo descritti proprio nella Bibbia dove si parla della prima Marachella combinata ad arte dagli esploratori-spia che, in ebraico, si dice Meraghèl. Nel Libro dei Numeri, si racconta che <Mosè ubbidì all’ordine del Signore e dal deserto di Paràn, inviò come spie uomini scelti fra i capi degli Israeliti…> mandando dodici esploratori, uno per ogni stirpe di Israele, a perlustrare la terra di Canaan e a riferire. Al rientro gli stessi sconsigliarono di andarci, rendendo pubblico il risultato della loro indagine, pertanto, classificandosi come esploratori e non come spie. Ma la cosa che più sorprende è il fatto che gli esploratori raccontarono una versione non vera, frutto della loro immaginazione, veri manipolatori dell’informazione, seminando il panico tra gli accampamenti. Dissero che la terra era abitata da giganti altissimi e loro, al confronto, erano cavallette. Pur non avendo di certo incontrato e né parlato con i giganti, fornirono una rappresentazione falsata. Potremmo di certo, classificarli tra gli informatori inaffidabili.
Giosuè, sempre nel capitolo 2° del Libro dei Numeri, manderà delle vere spie dentro Gerico per scoprire i punti deboli della città da conquistare e, questa, può essere classificarla come la prima operazione militare svolta nell’area e nel tempo della Terra promessa. Ma sulla scena biblica resta soprattutto Giobbe, icona dell’uomo giusto che cerca verità in ogni tempo. Grida a Dio chiamandolo suo Custode. Anche nei Vangeli ci sono segreti da trovare e un kerigma da narrare. Giuda l’Iscariota è stato uno ‘spione’, o forse uno zelota che pensava al Messia come liberatore politico. Giuda è un traditore caduto al soldo del controspionaggio dei Romani. Infatti, passa dall’altra parte consegnando il suo capo. Sotto l’occupazione militare romana ogni raggruppamento religioso ebraico era sospettato di tramare contro l’autorità: molte rivolte avvenivano e molte spie aiutavano i Romani nell’opera di repressione. Giuda è una spia e al processo che si svolgerà subito dopo, non occorrerà la sua testimonianza.[2]
Nel medioevo, i Cavalieri Templari, sono un’altro esempio di eccellenza nelle tecniche della Teo Intelligence, veri precursori. Loro, manipolavano abilmente la condizione di dissonanza cognitiva, scindendo volontariamente la duplice natura di “monaci e guerrieri”. In caso di cattura si “sdoppiavano” facendo prevalere lo status interiore di guerrieri e, per non dissacrare la loro fede, si allenavano a fortificare il corpo e lo spirito, anche fingendo di convertirsi. Nel cristiano, teologicamente, conta l’intenzione e non il gesto e, il Templare, durante la prova della tortura, non era contro Cristo nel mentre bestemmiava o sputava sulla Croce davanti ai suoi torturatori islamici, con capacità di resistere alla tortura psicologica e fisica da parte dei temibili e spietati nemici per aver salva la vita, il bene prezioso più caro al cristiano. Così facendo superava la prova ai loro occhi ottenendo clemenza, primo passo per poi puntare alla conquista della loro fiducia, condizione strategica da sfruttare per una azione di controspionaggio, quale agente ormai infiltrato nel campo nemico, a favore della causa templare.
Ritornando ai tempi nostri la Teo Intelligence con la cyber teologia entra nel cuore dell’analisi di un imminente prossimo futuro, la cui agenda è legata allo sviluppo della <Intelligenza artificiale con l’intento di controllare un ordine mondiale nuovo, tecnologico e robotizzato, dove l’intelligenza artificiale alla velocità mille miliardi di bit al secondo mirerà a superare l’intelligenza umana che viaggia a soli 10 bit al secondo mentre si digita la tastiera di uno smartphone>, come ben descritto da Mario Caligiuri in un articolo apparso sulla rivista “Gnosis”, nel quale, fa ancora notare che <la nostra macchina biologica, fondata sulle reti neurali con il loro sistema connesso di 100 miliardi di neuroni e miliardi di sinapsi, è semplicemente non riproducibile>.[3] Il concetto di rete neurale è, in pratica, un complesso software di un modello matematico per simulare le reti neuronali biologiche del cervello umano in cui, ogni neurone è collegato con una decina di migliaia di altri neuroni tramite delle sinapsi che consentono la gestione del movimento corporale e del ragionamento.
I Big Data e l’Intelligenza Artificiale, già in mano alle multinazionali e ai vari potentati economici, renderanno ancora più oscura la rete del “Dark Web” e del “Deep Web”, inaccessibile alla moltitudine dei navigatori di Internet. A questi l’accesso è, invece, facilitato alla sola parte del web di superficie, contenente e-commerce, social, blogs, website e youtube. Proprio per la vastità delle attività operative, indistinguibili nello scenario geo-economico, sempre meno controllate per la lentezza dei decisori pubblici nell’affrontare l’argomento, attualmente, prevalgono le forze del mercato privato rispetto alle scarse forze pubbliche.
Una mole di dati, spesso preparata con la tecnica euristica del neuromarketing con l’effetto Priming[4] che è un effetto psicologico per cui l’esposizione a uno stimolo influenza la risposta a stimoli successivi, un sistema mnemonico involontario che incide sulla frequenza dello stimolo, sostenuta ad arte con Fake news, che spiazzano gli analisti perché la menzogna diventa spesso indistinguibile dalla verità. Lo sforzo non è più quello di cercare la notizia, come faceva un tempo l’Agente di Intelligence, ma di depurare l’enorme mole di informazioni quotidiana, in cerca delle poche e vere notizie che, da un corretto e allenato discernimento, diventino la vera fonte di informazione e di analisi. L’Intelligenza Artificiale è in mano a un migliaio di esperti che sono la nuova elitè di tecnici programmatori e di esperti di big data. Questi decidono in maniera oligarchica sul resto dell’umanità.
La vera sfida dell’Analista di Teo Intelligence è influenzare chi è influente al fine di evangelizzarli per far comprendere loro la vastità dello scibile umano, tra cielo e terra, e non solo tra economia e logica del profitto selettivo imperniato su un nuovo umanesimo che pone l’uomo al centro del mondo, anzichè ripercorrere la visione secolare di un uomo ad immagine e somiglianza di Dio. La soluzione è la “Teo Intelligence democratica e partecipativa” senza delegare il tutto ai laici teorici della Intelligenza artificiale i quali, mirano a formulare le linee guida senza dire quali sono e quali saranno i criteri adottati per i codici e gli algoritmi scelti. E’ solo con la compartecipazione popolare che si potrà garantire la trasparenza etica e sociale sull’uso degli algoritmi che regolano le scelte della nostra vita, decidendo democraticamente se sono validi e percorribili oppure scegliere di non fidarsi. Insomma una Intelligenza Artificiale aperta all’Agente critico, provocatore e stimolatore, che sia una fonte democratica e che offra più soluzioni in base al credo e alla propria storia culturale e alle tradizioni di ogni singolo popolo. Il rischio è l’uniformarsi escludendo i più deboli tramite un algoritmo che semplicemente li ignora e li emargina sempre più per costruire una nuova umanità di “felici” uniformati.
Un tempo era centrale la figura dell’Agente provocatore che si inseriva nelle manifestazioni, riunioni, incontri politici, sindacali e culturali aveva lo scopo di mestare nel torbido per “saggiare” l’attitudine del cittadino a delinquere, usando una posizione borderline di istigazione per prevenire e verificare il contrasto all’illecito, spesso confliggendo con la legge sotto il profilo sostanziale, rituale e generale. Nell’era del cyberspazio, l’azione dell’agente provocatore o agente infiltrato, si gioca anche tra i social e, con il termine di “troll”, si indica un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso e/o del tutto errati, con il solo obiettivo di disturbare o di stimolare la comunicazione e fomentare gli animi inserendosi “trolleggiando”, nelle discussioni provocatoriamente o stimolandone il dibattito e il confronto.
Vi sono alcuni individui che trollano per fatto caratteriale; spesso sono tipi umorali e con atteggiamenti ipercritici verso gli interlocutori, vere vittime da manipolare da parte degli agenti provocatori, favoriti dalla copertura istituzionale rispetto al malcapitato internauta, dando corda alla sua emotività alfine di strumentalizzarlo a propri fini. Il cross posting, ovvero messaggiare in più sezioni diverse, è un altro sistema per infastidire più gruppi contemporaneamente. La figura del troll spesso coincide con quella del fake, ovvero colui che si finge qualcun altro. Il troll usa tecniche caratteriali che spaziano dall’eccentrico al martire, dal logorroico al rancoroso, dal tipo che si piange addosso fino al cospirazionismo da proiettare colpevolmente al prossimo.
In questo contesto del troll si inserisce anche la guerra in atto contro la pedofilia dilagante sul web e nel dark web. In particolare si stanno scoprendo reti di pedo-satanisti che hanno scambiato immagini e filmati di minori, in un commercio mondiale che include la tratta di bambini nel giro losco della pedofilia, della vendita di organi e dei riti satanici. In queste inchieste figurano anche religiosi appartenenti a varie chiese cristiane e non, di cui il Papa ne porta simbolicamente la sofferenza e le ferite chiedendo la misericordia per chi ha sbagliato. Con la Teo Intelligence, si è potuto decodificare un linguaggio occulto, spesso legato a frasi e simbologie riconducibili a immagini religiose utilizzate per copertura o sviamento, altresì ad immagini laiche sempre riconducibili ad un linguaggio criptico per il traffico illecito. In tal senso l’inchiesta denominata “PizzaGate” negli USA, è risultata emblematica sia per l’altissimo livello delle personalità politiche che vengono citate, come figura centrale Hillary Clinton che, per la vastità delle alte personalità dello scibile umano coinvolte, in maggioranza appartenenti alla classe della élite mondiale riconducibili al Deep State deviato e satanico.
Trump, fatto di grande rilevanza storica, il 21.12.2017, ha firmato un Ordine Esecutivo che <blocca le proprietà delle persone coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani e corruzione>. Un provvedimento che non sta facendo dormire sonni tranquilli a quelli del Depp State corrotto e pedo-satanista. Donald Trump è sostenuto da una ampio movimento internazionale di un popolo che è riuscito a catalizzare nel mondo civile, identificato in una organizzazione sostenuta anche da militari patrioti, denominata QAnon tacciata i cospirazionismo dai nemici di Trump, ma andrebbe meglio inserita in una operazione di psyop nell’intento di realizzare un progetto mondiale, che attiri l’attenzione intorno ad una forte moralizzazione che mira, a loro vedere, al ripristino di uno stato di legalità e di civiltà etica e spirituale.
In questo mondo deviato, vi sono centrali ben organizzate, sparse nel mondo, sotto la guida di agenzie investigative private e di parti deviate di intelligence istituzionali, che operano per manipolare l’opinione pubblica, al fine di influenzare una campagna elettorale o per demolire singole posizioni politiche, economiche e sociali, indirizzando le masse sapendo che, queste, non sono in grado di verificare la notizia se sia vera o falsa e, comunque, allorquando venga verificata, la notizia ha già pienamente compiuto l’effetto sperato.
Il caso più recente è il “presunto” Russiagate, ormai decodificato in una Fake a bandiera falsa che doveva servire come azione di disturbo nell’ultima campagna elettorale americana, per far credere che la Russia di Putin avesse sostenuto Donald Trump a sfavore di Hillary Clinton. Un finto scandalo ormai sgamato e con conseguenze giudiziarie pesanti nei confronti dei veri complottisti. Altri obiettivi sono riconducibili al sostegno a partiti populisti per favorire campagne elettorali a danno dei partiti tradizionali e, viceversa. Insomma una nuova e moderna “guerra fredda” in un gioco delle parti esercitato sul terreno minato dei social network, dove è vincente la sapiente tecnica del “porco spino”, animale che, per attaccare un simile o per accoppiarsi, usa molta molta attenzione per non farsi pungere.
Il risultato finale è che tra il troll e il fake vi è intesa, in un gioco tra le parti svolto sapientemente per ottenere un risultato che giovi anche a quella porzione di controparte atta a favorire caos nel campo nemico. Desta particolare preoccupazione alle Agenzie Intelligence anche l’uso di software maliziosi e malintenzionati, meglio conosciuti come Malware, nei quali, l’attivismo informatico di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord da una parte e di Stati Uniti e Gran Bretagna dall’altra, rappresenta, attualmente, la maggiore minaccia cyber per la sicurezza interna dei sistemi informatici. Partita da giocarsi in un campo di battaglia geopolitico ed economico per puntare alla sottrazione del reciproco software di know-how pregiato oppure alla cancellazione di dati importanti o al blocco di infrastrutture critiche e all’interruzione di servizi essenziali in settori nevralgici, senza contare i pericoli posti da attori non statali dediti al cyber crime, all’hackerismo, alla propaganda e al terrorismo nelle loro declinazioni digitali.[5]
[1] Teo Intelligence Analysis nell’era della Cyber Teologia- Tesi Master II° livello Unical – A.A. 2015/2016 – Candidato, Antonio Leonardo Montuoro, relatore prof. Mario Caligiuri.
[2] https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/storia-dintelligence/il-primo-capo-dellintelligence-fu-giosue.html
[3]Gnosis 1-2018.Caligiuri: Intelligenza artificiale e ordine mondiale.
[4] https://www.psicologia24.it/2018/01/7-principi-psicologia-applicati-marketing/
[5] https://formiche.net/2018/02/le-maggiori-cyber-minacce-del-2018-secondo-lintelligence-washington/
Tratto dal libro: La profezia del Santo Graal – Da una Indagine di Teo-Intelligence, di Antonio Leonardo Montuoro – Edizioni Mediterraneinews.it aggiornata www.laprofeziadelsantograal.it