Il Gal fa proprio e condivide l’appello lanciato dai cuochi di “Slow Food” che, passata l’emergenza, invitano a ripartire dalla terra, premiando, attraverso l’acquisto ed il consumo di prodotti vibonesi e calabresi, il duro ed indispensabile lavoro quotidiano di centinaia di contadini, artigiani, viticoltori, casari, pescatori, allevatori locali, da cui dipendono reddito ed economia e, quindi, il benessere della nostra terra. La nostra agenzia di sviluppo ha idee e strumenti per agevolare questo obiettivo imprescindibile, attraverso la creazione di un contatto tra territorio, chi lo lavora e lo rende produttivo ed il mondo della ristorazione, che sarà tanto più di qualità quanto più saprà affidarsi ai produttori locali, sapendo apprezzare i loro sacrifici e riconoscendo il giusto prezzo per i loro prodotti. Il primo di questi strumenti, da cui si dipana tutta la nostra strategia, sono gli itinerari geografici e tematici, pensati per coniugare il mare e l’entroterra, attraverso l’esaltazione degli ineguagliabili connotati che identificano ogni centro. Collegato agli itinerari è il marchio d’area, per dare agli stessi la qualità e l’attrattiva richiesti da un turismo sempre più esigente e sempre più alla ricerca del particolare che lo distingua da quello generalista. Una sorta di “Dna” che, attraverso determinati parametri di qualità, comportamento e territorialità cui saranno chiamati ad adeguarsi gli operatori per potervi rientrare, renda riconoscibili ed appetibili le Terre Vibonesi. Il tutto sarà corredato da una guida turistica in cui saranno illustrate le principali peculiarità, anche rare e sconosciute al grande pubblico, che ogni percorso ed ogni territorio offrono, in termini di arte, cultura, storia, saperi, spiritualità, produzioni ed enogastronomia, tassativamente calabresi e vibonesi. Il tutto mirato a sostenere la nostra terra ed i produttori locali, il cui encomiabile lavoro va apprezzato, ammirato, incentivato, incoraggiato, premiato, stimolato ed esaltato, per varie ragioni: da esso deriva la conoscenza, il rispetto e la produttività della natura, non forzandone le fasi per avere prodotti di stagione, qualità ed inconfondibile bontà; grazie ad esso si raccontano i territori, con le loro tradizioni e le loro culture; da esso dipende la preservazione dei terreni, la tutela dell’ambiente e, quindi, il mancato abbandono della terra e l’attenuarsi della desertificazione dei nostri borghi. È nostro dovere, dunque, premiare e preservare il lavoro dei produttori locali, perché da essi dipende la nostra salute e la salute dei nostri borghi e della nostra economia.
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