A rischio chiusura l'ufficio postale di Joppolo A rischio chiusura l'ufficio postale di Joppolo

A rischio chiusura l’ufficio postale di Joppolo

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A seguito dell’emergenza covid 19, da marzo, l’ufficio postale cittadino che dal 2009 serve anche le frazioni, viene aperto tre volte a settimana (martedì, giovedì e sabato). Questo stato di cose sta provocando grande disagio e vivo disappunto tra la cittadinanza a causa di evidenti disservizi, come la distribuzione della corrispondenza.

Per questo è stata inviata alla Direzione provinciale di Poste italiane, al presidente della Regione Calabria e al prefetto di Vibo Valentia, una petizione che ha raccolto, ad oggi, più di cento firme per chiedere “che si provveda da subito alla riapertura dell’ufficio postale di Joppolo anche nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì e che venga ripristinata la consegna puntuale e giornaliera della posta”.

La circoscrizione del comune di Joppolo è costituita dal capoluogo, Joppolo, e dalle frazioni Oliveto, Coccorino, Coccorinello, Caroniti e Monte Poro, quest’ultima posta a metri 710 dal livello del mare. Fino all’anno 2008 i servizi postali venivano assicurati attraverso i distinti uffici di Joppolo, Caroniti e Coccorino e la corrispondenza veniva consegnata da tre portalettere. A seguito della politica di contenimento della spesa che già aveva colpito le scuole locali, gli uffici postali di Coccorino e Caroniti, aperti per un breve periodo a giorni alterni, poi un solo giorno la settimana, sono stati definitivamente soppressi e i cittadini delle frazioni, nella maggioranza persone anziane, dall’anno 2009 per potere usufruire dei servizi postali sono costretti a raggiungere Joppolo, che dista da Coccorino-Coccorinello, Km. 4, da Monte Poro circa Km.9 e da Caroniti Km.7.

“A seguito dell’apertura a giorni alterni – dichiarano i firmatari – si verificano assembramenti nelle adiacenze dello stesso ufficio, che si sarebbero dovuti evitare e che vanno evitati per potere contrastare il coronavirus. Inoltre, non si può essere puntuali nel pagamento delle fatture per la ritardata o mancata consegna dei plichi. E’ il caso di rilevare che la mancata consegna o la consegna con ritardo della corrispondenza comporta per i destinatari conseguenze pregiudizievoli facilmente immaginabili”.

Intanto, una nota di Poste italiane di Catanzaro e Vibo Valentia avrebbe comunicato che già nel mese di maggio la riapertura degli uffici chiusi durante il lockdown aveva raggiunto il 98%.

“Si ha ragione di temere – affermano i firmatari – che nella politica aziendale di Poste Italiane si sia potuto fare strada il convincimento di potere chiudere definitivamente l’ufficio di Joppolo, ciò non sarebbe tollerabile come non sarà più tollerato che la consegna della corrispondenza avvenga con notevoli ritardi o per niente. Si deve rilevare che i disservizi lamentati contrastano peraltro con il piano di Poste Italiane illustrato dall’amministratore delegato in audizione dinanzi alla Camera dei Deputati subito dopo l’approvazione della legge 6 ottobre 2017, n.158, recante “Misure a sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni”. In quella occasione Poste Italiane ha escluso chiusure e rimodulazioni orarie nei comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti, il comune di Joppolo ne conta poco meno di 2mila, e ha dato ampie assicurazioni circa il monitoraggio della qualità del servizio di consegna puntuale della posta”.

Già a fine luglio, anche la giunta comunale constatando che quello che doveva essere un servizio postale ridotto all’essenziale a causa dell’emergenza sanitaria covid – 19 si sta tramutando in ordinario e considerando che quello di Joppolo è l’unico ufficio postale, con unico sportello interno funzionante e privo di uno sportello Postamat automatico all’esterno, ha inviato una protesta alla direzione di Napoli riservandosi di adottare “tutte le azioni in suo possesso al fine di garantire alla cittadinanza di usufruire del servizio postale inteso anche come consegna della posta stessa”.

Inoltre, per il sindaco Carmelo Mazza, occorre, quindi, elevare una vibrata protesta e chiedere a Poste Italiane di adottare ogni utile, necessario e urgente intervento al fine di eliminare con immediatezza i disservizi, con riserva di promuovere ove necessario un’azione collettiva risarcitoria “class-action”.

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