L'ex sindaco Vecchio replica ai consiglieri di minoranza L'ex sindaco Vecchio replica ai consiglieri di minoranza

L’ex sindaco Vecchio replica ai consiglieri di minoranza

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Ancora un botta e risposta tra i consiglieri di minoranza, Salvatore Burzì, Giuseppe Dato e Stefano Siclari, e l’ex sindaco Salvatore Vecchio. La discussione era sorta dopo le forti critiche di quest’ultimo nei confronti dell’amministrazione guidata dal primo cittadino Carmelo Mazza. A queste aveva ribattuto l’opposizione accusando l’ex sindaco di essere stato lui inizialmente ad appoggiare Mazza e il suo gruppo.

“Riscontro – afferma Vecchio – con ritardo la vostra lettera, pubblicata anche sui giornali on-line,  avendo ritenuto che una risposta “d’impeto” avrebbe potuto innescare polemiche del tutto fuor di luogo in un momento così grave, anche per altre ragioni,  per le sorti del Comune. Mi limito, perciò, ad osservare, in quanto alla formazione, sostegno, presentazione, ecc. della lista risultata vincente nell’ultima tornata elettorale amministrativa, che particolarmente nei piccoli comuni non si sfugge alla regola del “contesto” nel quale si opera, sicché  può anche accadere che per  evitare/superare il pericolo del “male peggiore” trovi applicazione, con  scelte obbligate, il noto  principio del “male minore”. Il quale ultimo in corso d’opera può anche sortire- è l’imponderabile- l’effetto diametralmente opposto di quello voluto. In tale ultima evenienza, per quanto io ne sappia,  rivedere e/o aggiornare le proprie posizioni non è solo possibile, ma é soprattutto doveroso. E’questo il mio caso e, se voi non lo avete notato, posso dirvi che il mio dissenso nei confronti dalla attività amministrativa lo esprimo, da oltre due anni,  pubblicamente ed anche con toni non certamente morbidi”.

Riguardo alla  “lettera aperta” e al suo contenuto inviata dall’ex sindaco. “La lettera, in effetti, non era diretta a chi ha perso l’autonomia di giudizio e, infatti,  non l’ho inviata a tutti gli eletti – dichiara -;  né con essa intendevo impartire  lezioni ai destinatari  in ordine all’esercizio del mandato. Con considerazioni e puntualizzazioni prevalentemente tecniche, offerte a coloro che avrebbero voluto  farne uso, ho inteso sollevare un caso, quello della deliberazione n. 73/2020, dopo avere notato che la stessa pur fortemente pregiudizievole per le finanze dell’Ente e, comunque, ai limiti delle liceità era passata inosservata. Con piacere prendo ora atto che codesto gruppo consiliare ha deciso di chiederne l’annullamento. Auspico che altri gruppi o singoli consiglieri facciano altrettanto. In  tale prospettiva, mi permetto di offrire senza alcuna pretesa il mio contributo e, perciò, auspico che  il problema venga sollevato dinnanzi al consiglio comunale, organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dove ciascun consigliere dovrà assumersi le proprie responsabilità e anche il responsabile dell’anticorruzione potrà dire la sua”.

Il consiglio comunale, per l’ex primo cittadino, al fine anche di assumere nuove e coerenti iniziative a tutela dell’Ente e dei cittadini, confortato del parere del neo revisore dei conti, “la cui nomina tarda a venire – dichiara – nonostante, per avvenuto sorteggio in Prefettura, si conoscano fin dal 29 luglio generalità e luogo di residenza, debba pure capire perché mai non sia stata attuata nessuna delle misure indicate  nel piano di riequilibrio finanziario approvato con propria deliberazione numero 24 del 6 novembre 2019, coerentemente con la deliberazione numero 21 del 30 luglio 2019, per superare/arginare lo squilibro finanziario dell’Ente; che lo stesso consiglio debba interrogarsi sullo “stupro” che viene perpetuato al piano anzidetto per ultimo con la deliberazione consiliare n. 73/2020 con la quale la dotazione organica è stata aumentata di ben cinque unità, nonché infine sulla rovinosa gestione delle finanze comunali che ha avuto inizio nell’autunno 2015 e via, via accentuatasi negli anni seguenti. E poiché leggo dalla carte che questo Comune, per potere accedere al fondo di rotazione, concesso e già utilizzato (come?), si è  riservata la facoltà di aumentare le aliquote o tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita, ciò impone, a mio modesto parere  che il consiglio comunale si interroghi sulla disattesa tenutezza a non  aumentare le spese per il personale, posto che esse vanno diminuite anche attraverso l’eliminazione dei fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria riservati alla cd. dirigenza; inoltre sul disatteso obbligo a non  apportare modifiche in aumento alla dotazione organica e, in quanto a quest’ultima e alle programmate assunzioni,  sul mancato invio, per il previsto controllo,  della citata deliberazione n. 73/2020  alla Commissione Centrale per la finanza e gli organici degli enti locali, posto che di questa Commissione come del piano di riequilibrio finanziario nella stessa deliberazione non si fa alcun cenno. Tutto qui”.

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