Di Pino Brosio e Orsolina Campisi
Un colpo di forbice, il nastro tricolore che si spezza in due, la porta della tabaccheria che si apre. Carmine Zappia, l’imprenditore che ha avuto il coraggio, con la sua denuncia, di mandare in carcere il boss Antonio Mancuso e il nipote Alfonso Cicerone, dopo oltre un anno di sofferenza, torna al suo posto di lavoro.
Al suo fianco ci sono mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi Nicotera-Mileto-Tropea, che impartisce la sua benedizione, e il prefetto Francesco Zito. La forza della fede e della speranza da una parte, la garanzia della presenza dello Stato dall’altra. Ma non basta. Fuori, a far echeggiare un lungo e convinto applauso, ci sono il procuratore Nicola Gratteri; il questore Annino Gargano; il responsabile della Procura di Vibo, Camillo Falvo; il sindaco Pino Marasco; il sindaco di Vibo Maria Limardo; il prefetto Antonio Reppucci, commissario del comune di Limbadi; i responsabili regionale e provinciale di Libera, don Ennio Stamile e Giuseppe Borrello: i comandanti provinciali dei Carabinieri, Bruno Capece e della Guardia di Finanza, Roberto Prosperi; il capitano della Compagnia dei carabinieri di Tropea, Nicola Alimonda; il comandante della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, Giuseppe Spera; i volontari del comitato provinciale Unicef del presidente Gaetano Aurelio; Nicola La Valle della Protezione Civile; i rappresentanti dell’Esercito stanziato a Nicotera per il progetto “Strade sicure”, i vigili della Polizia municipale; il Coro polifonico “Musica Nova-Città di Nicotera diretto dal maestro Romolo Calandruccio.
C’è, soprattutto, tanta gente di Nicotera venuta a testimoniare vicinanza e apprezzamento per il coraggioso gesto, ma anche la voglia della città di azzerare le pagine più brutte della sua storia recente e passata per scommettere su un futuro ricco di prospettive e che sappia ancorare alla loro terre le nuove generazioni.
La manifestazione prosegue con una serie di testimonianze brevi e incisive coordinate dal giornalista Mimmo Famularo. A salire in cattedra, anzi a sedersi sui gradini della chiesa di Santa Croce, per parlare ai cittadini ed esortarli a far tesoro di questo momento favorevole per cambiare il corso della storia locale e vibonese, è il procuratore Gratteri. Il cammino, a suo avviso è stato tracciato da Zappia; non c’è che da seguire il suo esempio per far sventolare sul territorio la bandiera della rinascita e della libertà. E Carmelo Zappia non si tira indietro. Microfono in mano, rinnova la sua fiducia nello Stato e negli uomini che lo rappresentano; ringrazia i cittadini e si dichiara pronto a riprendere in mano il bandolo della sua vita. Oggi più che mai. Applauditi e apprezzati anche gli altri interventi.
Non è voluto mancare neanche Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia che, per telefono, ha ribadito la sua vicinanza a Zappia, un calabrese in terra di mafia che ha assunto una decisione difficile, quella della denuncia “rappresentando uno stimolo per tutti – afferma il vescovo – per infondere la libertà, per creare solidarietà e convivenza pacifica, per reagire alle situazioni difficili che dobbiamo affrontare”.
Un simbolo di riscatto e rinascita, Zappia, anche per il procuratore Falvo. “E’ necessario – dichiara – creare un mondo dove le mosche bianche diventino quelli che non denunciano. Noi stiamo lavorando per questo. Molto è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare per aiutare chi è soggiornato da questo cancro”.
Una giornata di festa anche per Zito, “ma non una festa qualunque – evidenzia-, la festa della normalità. Ciascuno di noi ha diritto di scegliere la propria vita senza che nessuno condizioni altre persone, senza obbedire alle leggi della ‘ndrangheta. Festeggiamo e testimoniamo il coraggio di Zappia per un gesto straordinario che non avrà senso se la comunità di Nicotera non lo sosterrà”.
Un esempio per tutti gli imprenditori per Marasco perchè Zappia ha avuto il coraggio di ribellarsi allo strapotere della ‘ndrangheta. “Questo è un giorno importante per l’intera comunità – afferma –. Il nostro territorio è posto in una posizione invidiabile, purtroppo è anche vicino a gruppi ‘ndranghetistici che tentano di esercitare il proprio controllo causando enormi danni all’economia e un clima di profondo disagio sociale. Zappia, uomo onesto e mite, è stato sopraffatto anche moralmente e il cuore ci viene meno se pensiamo a tutto ciò che ha dovuto subire trovandosi sopraffatto da un cancro sociale, ma lui è riuscito a reagire privilegiando la denuncia. Grande merito a quest’uomo, quindi, e a quelli come lui che ogni giorno si ribellano senza chinare la testa e cedere al ricatto”.
Un commerciante che ha reagito indicando la giusta via agli onesti “assumendosi – per Stamile – la responsabilità di essere cittadino libero. Stiamo vicini a chi crede nei valori di giustizia e solidarietà”.
Il significato profondo della giornata è stato evidenziato da Alimonda uno dei primi ad ascoltare la denuncia di Zappia. “Questa giornata ha un significato profondo – afferma -. Oggi, dopo la vittoria in campo giudiziario con gli arresti che ci sono stati circa un anno fa, si sigla un’avanzata dello Stato anche dal punto di vista della riaffermazione della legalità. Zappia è una persona con una caratura morale infinita che decide non solo in un primo momento di sfidare la locale di ‘ndrangheta di Nicotera, ma addirittura riprende il coraggio in mano e affronta la riapertura della propria attività che era stata oggetto delle mire espansioniste della stessa locale”.
Il Vibonese è ad un punto di svolta per Borrello, “dopo queste importanti operazioni di polizia che si sono susseguite e che hanno confermato la presenza forte e credibile dello Stato. A quasi un anno di distanza Carmine Zappia riesce ad alzare nuovamente la saracinesca della sua tabaccheria e questo è un risultato importante per tutto il territorio, un monito per tutti quegli imprenditori e commercianti che ancora vivono una situazione di libertà negata. Ora è il momento di schierarsi apertamente verso la legalità, verso la giustizia e quindi è il momento di denunciare”.
“E’ necessario guardare al futuro con ottimismo – per il commissario prefettizio di Limbadi, Antonio Reppucci -. Lo Stato ha fatto un lavoro importante. Abbiamo vinto tante battaglie ma dobbiamo vincere la guerra sperando che ogni giorno sia quello giorno”.
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