Racconta lo storico latino Svetonio che l’imperatore Vespasiano, al figlio Tito che lo rimproverava per aver escogitato una imposta sull’orina, mise sotto il naso il danaro ricavato da quella tassa chiedendogli se era infastidito dall’odore, e poiché quello rispose di no, l’imperatore disse “Eppure viene dall’orina” (e lotio est)”. Questo incipit di carattere storico è quanto mai necessario e opportuno per introdurre un argomento in apparenza di scarsa importanza ma che, a bene osservare la realtà quotidiana non è.
Mi riferisco – scrive Giuseppe Diaco, Responsabile Associazione Culturale Anassilaos – alla mancanza nella nostra città di bagni pubblici fin da quando i vespasiani, che designavano gli orinatoi pubblici in forma di garitta o di edicola, sono stati progressivamente eliminati. Un esempio di come erano tali orinatoi lo ricaviamo da una antica fotografica degli anni Trenta-Quaranta che mostra un vespasiano sistemato dinanzi all’ufficio pubblico delle Regie Poste e Telegrafi della nostra Città con dentro, ci pare di vedere, un utente. Questi bagni a forma di garitta, decorati in stile liberty, erano un tempo molto diffusi in città, soprattutto in centro e sul lungomare. Per la struttura che presentano sembrano destinati soltanto agli uomini. A quei tempi – evidenzia Diaco – non doveva essere disdicevole utilizzare tali vespasiani, comunque aperti, che se coprivano l’utilizzatore non ne potevano nascondere l’atto. Ciò era considerato probabilmente un fatto normale come, mutatis mutandis, vedere una donna che allattava in pubblico il suo bimbo. La sensibilità muta certamente muta col trascorrere degli anni e dei costumi ma i problemi restano, compresa la mancanza di bagni pubblici in una città dalla grande vocazione turistica. Certamente ci sono gli esercizi privati a rispondere ai bisogni ma l’epidemia di covid ha comportato restrizioni, anche da parte degli esercenti, all’uso delle loro toilette. E quindi? La creazione e la gestione di bagni pubblici, ben tenuti e confortevoli, come quelli che ciascuno di noi ha avuto modo di vedere e, magari, provare, nelle città d’arte d’Europa e d’Italia, oltre a costituire un pubblico servizio, sia pure a pagamento, potrebbe offrire una opportunità lavorativa poiché la pecunia, pur provenendo in questo caso dal lotium, non olet.
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