Niente da fare. L’ambulatorio di oculistica, nonostante gli impegni assunti dai vertici dell’Asp e la disponibilità dello specialista già incaricato di prestare servizio nello stesso per cinque ore a settimana, non riesce ad aprire i battenti. Nello scorso settembre erano cominciate le prenotazioni, ma i primi appuntamenti erano saltati perché l’ambulatorio non era stato dotato delle necessarie strumentazioni e l’oculista, Gregorio Paglianiti, pur essendo regolarmente presente, non aveva la possibilità di visitare i pazienti provenienti da ogni comune del comprensorio. Tutto pare si sia bloccato di fronte alla lentezza dell’ufficio economato nell’avviare le procedure di acquisto della strumentazione necessaria già autorizzate dal management aziendale. Una spesa di poche migliaia di euro che andava incontro ad un imprevisto blocco che, a tutt’oggi, non pare sia stato rimosso. Per ovviare ad ogni inconveniente, comunque, il dottor Paglianiti metteva a disposizione, sin dall’inizio, un biomicroscopio a fessura di sua proprietà e indispensabile per l’osservazione del bulbo oculare e parti annesse. Lo strumento, già collocato in ambulatorio, avrebbe potuto consentire all’oculista di lavorare. Per farlo funzionare, però, bisognava collegarlo con un trasformatore previo intervento di un tecnico specializzato che, a distanza di sei mesi, ancora non si vede.
Nel frattempo il Cup ha bloccato le prenotazioni e dell’oculista, che ancora risulta sotto contratto, si son perse le tracce. Probabilmente, l’Asp lo sta utilizzando in strutture diverse da quella nicoterese, confermando la modesta attenzione per la medicina sul territorio.Peraltro, l’aria che si respira nella struttura poliambulatoriale di Nicotera non induce di certo a ottimismo. Nulla si sa dell’ambulatorio di otorinoraringoiatria la cui riattivazione era prevista per lo scorso ottobre e tutto tace sulla programmata riapertura del Centro per la lotta all’obesità “Carmine Ionadi”, mentre appare del tutto precario il lavoro dell’ufficio protesi. Dopo il pensionamento del personale, nulla è stato fatto per sostituirlo. Oggi ci si limita a raccogliere le pratiche e inviarle al competente ufficio di Tropea. E’, invece, affidato alla professionalità e al sacrificio del personale il funzionamento del centro prelievi le cui prestazioni sono state ridotte a tre soli giorni a settimana. Anche in questo il prossimo pensionamento dell’infermiera Rosaria Trovato, sulle cui spalle grava il buon andamento del centro, non lascia intuire nulla di roseo. C’è, comunque, un dato positivo da rilevare. Una squadra composta da tecnici e operai ha ispezionato le pareti esterne dell’ospedale ed ha, soprattutto, controllato le condizioni dei cornicioni dai quali, di tanto in tanto, si staccano pezzi d’intonaco che, piombando sui marciapiedi sottostanti da considerevole altezza, costituiscono un serio pericolo per l’incolumità delle persone. L’intervento, probabilmente, meritava una maggiore tempestività, ma, sino ad oggi, l’Asp s’era limitata a transennare le aree interessate dai crolli col rituale nastro biancorosso. L’intera struttura muraria del presidio ospedaliero, realizzato negli anni Sessanta, mantiene ancora una apprezzabile solidità, ma, non essendo mai stato fatto, con la necessaria regolarità, un adeguato lavoro di manutenzione alle parti più esposte ad usura, non potevano mancare, allo stato, inconvenienti ormai ben evidenti.