Intervista al  dott. Antonio Antonuccio, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza al Comune di Gioia Tauro.

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1) Dott. Antonuccio come pensa di iniziare il percorso per garantire i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza?

Il primo step è stato quello di avviare i rapporti con l’Amministrazione Comunale, quindi con il sindaco Aldo Alessio e con l’assessore che ha la delega ai servizi sociali, Maria Carlà.

E’ facile comprendere quanto sia inevitabile che l’attività del garante proceda accanto al settore pubblico che eroga i servizi sociali. Sono dell’idea – questa ormai consolidata da anni nella mia azione professionale – che il grado di civiltà di uno Stato lo si misura grazie alla qualità dei servizi sociali che vengono erogati al cittadino.

In virtù di questo si è trovata piena sintonia con l’idea politica del sindaco e dell’assessore.

Ho anche provveduto alla composizione dell’Ufficio del Garante nominando – in piena armonia di genere – dei professionisti con una significativa esperienza maturata nel mondo della scuola, del volontariato, del settore minorile e delle risorse umane, in tal senso, ho pensato alla Prof.ssa Teresa Pagano, alla Prof.ssa Eleonora Mazzacua, al sociologo Walter Sanpaolo e all’Ing. Enzo Perri, ovviamente la Dott.ssa Manuela Pataffio dei Servizi Sociali del Comune.

2) Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Cosa pensa di fare in quella  data?

Il 20 novembre è una data che ci dà ampio respiro.

Certamente ci permetterà di dare pratica concretizzazione delle idee in nuce, per le quali non voglio anticipare nulla, perché sono del pensiero che saranno i fatti a dover parlare.

3) Oggi, secondo lei, la scuola italiana cosa offre agli alunni in generale e in modo specifico a chi ha dei bisogni particolari?

Sono costretto a dire che la scuola italiana nei suoi programmi, ma anche nell’offerta didattica generale, segna il passo. Le statistiche sono inclementi.

La cosa che preoccupa di più è l’innalzamento della percentuale della dispersione. Vede siamo indietro anche tecnologicamente.

Non è la partecipazione nelle chat che può dare  l’idea che i nostri ragazzi siano ben  connessi con il mondo.

Senza dubbio questo problema sarà nella mia agenda.

4) Cosa farà per i bambini della Ciambra?

Andiamo per tappe. Cosa ha fatto la politica gioiese per far fronte alle problematiche dei nomadi della Ciambra?

Allo stato attuale possiamo dire solo che è stato offerto un tetto sopra la loro testa. Ma non è stato pensato un reale progetto di integrazione.

Il Quartiere Ciambra,  nel tempo si è trasformato in un piccolo ghetto e i bambini sono cresciuti lì, con nessuna garanzia per il superamento del loro gap.

Una possibile soluzione potrebbe essere lo spostamento in piccoli nuclei all’interno dell’intero tessuto urbano. Questo  non impedirebbe la conservazione dei loro usi e costumi, ma senza dubbio li metterebbe nella condizione di una relazione più ampia con il resto della cittadinanza e i bambini crescerebbero con gli altri bambini.

5) Vuole parlarci un po’ di lei?

Parlare di sé stessi non è una cosa né piacevole, né facile.

Ad ogni modo non volendosi sottrarre all’idea di poter dire che la falsa modestia è il rovescio della medaglia dell’arroganza; posso sicuramente dire che non può non far piacere di pensare di essere apprezzati per il lavoro che si svolge. In tal senso, venendo a quello che potrebbe essere la mia attività di garante, cercherò di dare un contributo il più possibile efficace, partendo dalle esperienze professionali che ho maturato nel corso della mia carriera, svolta nell’ambito dell’università come docente di Organizzazione dei Servizi Sociali e del Ministero della Giustizia, sia come Direttore dell’Esecuzione Penale Esterna, sia come Giudice Onorario per i Minorenni.

6) Si definisca con tre aggettivi.

Se vuoi essere stimato sforzati di essere: tempestivo, pertinente ed efficace.

 

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