Si terrà martedì 24 agosto alle ore 18,00 presso il giardino della Villetta De Nava l’ultimo incontro del ciclo “Dalla Grecia a Roma/da Ῥήγιoν a Rhegium” organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos nell’ambito delle manifestazioni estive promosse dal Comune. Tema della manifestazione “La Reggio romana tra Repubblica e Impero. Eventi e protagonisti da Cicerone a San Paolo e oltre” con la partecipazione del Prof. Daniele Castrizio, dell’Università di Messina e l’intervento di Stefano Iorfida. Si tratta di un periodo storico – scrive il Presidente di Anassilaos – ancora non del tutto pienamente scandagliato. La città non è più protagonista delle vicende politiche e militari dell’ultimo travagliato secolo della Repubblica Romana e dei secoli dell’impero e pertanto scompare dagli orizzonti della grande storiografia greca e latina (Erodoto, Tucidide, Livio per citare i più importanti) . Le vicende reggine sotto l’impero debbono quindi essere ricostruite da pochi documenti (iscrizioni, monete) e dalla menzione che di Reggio viene fatta nell’ambito di eventi più generali nei quali la Città, come sempre avverrà nella sua storia successiva, costituirà l’avamposto privilegiato per operazioni militari aventi per oggetto la Sicilia come nel Bellum Siculum che contrappose Ottaviano a Sesto Pompeo il quale padrone della grande isola minacciava l’approvvigionamento di grano all’Urbe. Più che la storia della Reggio romana possiamo dunque scrivere la storia degli illustri visitatori che a Reggio sostarono e/o passarono, da Cicerone che nella città della Fata Morgana venne due volte: nel 58 a.C. allorquando condannato all’esilio da una legge del tribuno Clodio voleva recarsi in Grecia e ancora nel 44 a.C., all’indomani dell’assassinio di Cesare, per sfuggire, recandosi in Grecia, alla vendetta di Antonio, ospite a Leucopetra dell’amico Publio Valerio (Cum autem me ex Sicilia ad Leucopetram, quod est promontorium agri Regini, venti detulissent, ab eo loco conscendi, ut transmitterem, nec ita multum provectus, reiectus austro sum in eum ipsum locum, unde conscenderam). Gli amici reggini comunque lo rassicurarono e lo convinsero a tornare a Roma dove finì assassinato nel dicembre del 43 a.C. dai sicari di Antonio contro il quale aveva scagliato le Filippiche. Da Reggio passò forse Cesare diretto in Africa. Vi stazionò Ottaviano, non ancora Augusto, durante il Bellum Siculum e nel maggio del 61 d.C. vi fece sosta San Paolo come ricordato negli Atti degli Apostoli (28,13) “inde solventes devenimus Rhegium. Et post unum diem, superveniente austro, secunda die venimus Puteolos “, il quale fondò, secondo una pia tradizione, la Chiesa reggina lasciandovi come Vescovo Santo Stefano di Nicea. A Reggio fece sosta anche San Girolamo (Veni Rhegium, in Scyllaco litore paulum steti..) nel 385 d.C. Certamente meno gradita la venuta di Alarico nel 410 d.C. e dei Vandali di Genserico. I documenti (iscrizioni soprattutto) ci offrono notizie preziose su talune cariche amministrative cittadine, sulla presenza di una ricca comunità ebraica, sulla esistenza di un tempio eretto agli dei egiziani Iside e Serapide (Isi et Serapi Sacrum), sul terremoto che scosse la città nel 365 d.C., ai tempi degli imperatori Valentiano I e Valente. Manca però un quadro di insieme capace di darci qualche ulteriore e più esaustivo ragguaglio sulla Reggio Romana anche perché finora il materiale ritrovato negli scavi di Piazza Vittorio Emanuele (Piazza Italia), da sempre centro pulsante della vita cittadina, da cui ci si aspettava qualche nuovo elemento, non sembra sia stato studiato e analizzato per come meritava.
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