Le comunità arbëreshë si distinguono per la lingua dei capostipiti giunti in Calabria dall’Albania nel XV secolo, ma soprattutto per l’identità, le tradizioni, la cultura e i riti che esaltano la loro quotidianità e che rendono i territori in cui vivono un’interessante luogo da esplorare e un’importante attrazione di uno dei tanti turismi possibili della nostra regione.
A Spezzano Albanese, in particolare, spiccano diversi elementi legati ai costumi e alle tradizionali produzioni enogastronomiche che caratterizzano e rendono singolari alcuni momenti della vita comunitaria del centro cosentino, come ad esempio le nozze: particolare rilevanza di quello che è considerato l’evento più importante di ogni vita comunitaria viene assunto dall’entrata in scena del locale Mostacciolo, dolce rituale tipico della tradizione gastronomica calabrese che nel centro arbëreshë assume la bellezza di una vera e propria opera d’arte e che spesso viene presentato dagli sposi come torta nuziale.
Della tradizione e del valore antropologico rivestito du mastazzolu (o mustazzolu) matrimoniale di Spezzano Albanese si parlerà martedì 7 settembre, alle ore 19.00, presso l’Anfiteatro “Vincenzo Pesce”, in un talk programmato all’interno della rassegna estiva promossa dal direttore artistico Andrea Solano e moderato, per l’occasione, dal direttore dell’Accademia Nazionale Italiana Tradizioni Alimentari, Valerio Caparelli.
L’evento culturale, che metterà in mostra l’importante scultura dolciaria e il Llambadhor, singolare e ricco abito da sposa arbëresh indossato da Anna Maria Misurelli, sarà aperto dal sindaco Ferdinano Nociti e registrerà gli importanti contributi di: Padre Antonio Gattabria, diacono dell’Eparchia di Lungro; Italo Elmo, studioso delle tradizioni popolari; Giorgio Durante, presidente dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria; Francesco Pingitore, produttore dolciario della Pasticceria F.lli Pingitore; Giovanni Russo, apicoltore; Massimiliana Bomentre, pasticcera amatoriale.
Nel corso dell’incontro, patrocinato dall’amministrazione comunale e sostenuto dalla Regione Calabria, si esibiranno Cosimo e Damiano Scaravaglione, con musiche e canti arbëreshë con cui i due artisti sottolineeranno in particolare gli elementi identitari che richiamano il rito e il significato della gara della rottura del mostacciolo da parte degli sposi: un gioco dove gli sposi si fanno aiutare dai propri invitati a tirare una parte del dolce. Lo sposo usa una sola mano, convinto della sua forza, mentre la sposa pone il suo atto con entrambe le mani. Quasi sempre è la moglie ad avere la meglio e a reclamare il premio per il trionfo della gara: ovvero, avere metaforicamente il pieno dominio nella casa coniugale.
Il mostacciolo può essere ritenuto una vera e propria scultura di farina, miele, mosto di vino e altro, che presenta dimensioni, forme, disegni e decorazioni, scelti solitamente da chi commissiona l’opera dolciaria, e rappresenta la bravura, l’estro, la fantasia e l’originalità del mastazzolaro che modella a mano il prezioso impasto.
Di solito, per il rito dei matrimoni si usano le colombe, i cuori, l’uva e le cornucopie a rappresentare rispettivamente l’armonia della coppia, l’amore tra i due sposi e la prosperità che ci si augura per la propria famiglia.
Le dimensioni del mostacciolo, una volta molto più ridotte e con decorazioni più semplici e leggere, ora sono molto più grandi e con decorazioni più ricche e varie.
Oggi, l’usanza di utilizzare questi capolavori di arte pasticcera si è diffusa molto anche nei paesi limitrofi, scelti per festeggiare qualsiasi altro lieto evento.
Il dolce tipico di Spezzano Albanese e l’abito da sposa arbëresh vengono sostenuti attraverso specifiche iniziative promozionali portate avanti dall’amministrazione comunale al fine di elevare i processi di valorizzazione dei propri marcatori identitari, nell’ottica di esportare oltre i confini regionali la grande ricchezza culturale materiale e immateriale di questo suggestivo angolo di Calabria.
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