“Luigi Einaudi: la Lezione di un Presidente” è il tema della conversazione  promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos.

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Luigi Einaudi: la Lezione di un Presidente” è il tema della conversazione  promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con lo Spazio Open,  che il Prof. Antonino Romeo terrà martedì 14 dicembre alle ore 17,30 presso lo Spazio Open nel 60° anniversario della scomparsa del grande economista (30 ottobre 1961) che fu Presidente della Repubblica, dopo la breve parentesi di Enrico De Nicola, Presidente provvisorio dello Stato dal 1946 al 1948, appunto dal 1948 al 1955, sette anni tra i più intensi della vita della giovane repubblica, non privi di asprezze politiche e sociali ma nel corso dei quali si posero le basi della ricostruzione del Paese dalle macerie materiali e morali della 2^ Guerra Mondiale e si crearono i presupposti di quel prossimo e futuro boom economico che, per quanto caotico, disorganizzato   e poco attento ai valori ambientali, come per altro sottolineato da taluni intellettuali misoneisti e nostalgici del passato agreste e contadino (vedi Pier Paolo Pasolini  e l’articolo sulle lucciole che così conclude  “ Ad ogni modo, quanto a me… sia chiaro: io, ancorché multinazionale, darei l’intera Montedison per una lucciola”) contribuì a risollevare gli italiani se non dalla fame almeno dalla miseria in cui avevano versato fino ad allora. Eletto a maggioranza (518 voti su 871) alle 18 dell’11 maggio, al quarto scrutinio, mentre il candidato delle sinistre, il vecchio Vittorio Emanuele Orlando, riceveva 320 voti, egli si fece apprezzare per il rispetto della Costituzione  anche se non mancò, soprattutto in materia economica, di far sentire la propria voce. E’ del tutto evidente che l’asprezza del dibattito politico, soprattutto in merito alla legge del 31 marzo 1953 (cosiddetta “legge truffa”) che assegnava un amplissimo premio di maggioranza (65%) alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse superato il 50% dei voti validi, talora lo rese bersaglio dell’opposizione di sinistra che nel caso specifico della legge chiese al Presidente di non promulgarla mentre Einaudi la promulgò e sciolse anche il Senato prima della scadenza per uniformare sul piano elettorale le due Camere. La conversazione del Prof. Romeo cade a qualche mese dalla elezione del prossimo Presidente della Repubblica (gennaio 2022) che, data la ripulsa di Mattarella alla rielezione, vede le forze politiche in uno stato confusionale mai prima registrato in simili occasioni- Anche perché, dal 4° scrutinio, bastano pochi voti per il raggiungimento della maggioranza semplice: il successore di Einaudi, Giovanni Gronchi fu eletto al 4° scrutinio con una maggioranza ampia (78%); Antonio Segni con appena il  51,9%; Giuseppe Saragat con il 67%; Giovanni Leone con il 51,4%; Sandro Pertini con una maggioranza amplissima e mai finora eguagliata  dell’82  %; Francesco Cossiga con 74,3 %; Oscar Luigi Scalfaro con il 66,5 %;  Carlo Azeglio Ciampi con il 70 %;  Giorgio Napolitano con il 73,2 %; Sergio Mattarella, infine, con il 65,9 %. Queste percentuali, talune appena oltre la maggioranza richiesta, altre di gran lunga superiori, sono ovviamente il frutto di accordi o disaccordi tra le forze politiche nel corso di questi decenni di vita repubblicana e i Presidenti che ne sono stati il frutto hanno rappresentato, ciascuno a suo modo, con il proprio stile, con maggiore o minore consenso popolare, la Repubblica.

 

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