REGGIO CALABRIA: CONTINUANO GLI INCONTRI DELL’ ASSOCIAZIONE CULTURALE ANASSILAOS

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Promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca “P. De Nava” e con il Patrocinio del Comune, nell’ambito degli incontri sula percezione dell’antico, si terrà giovedì 10 febbraio alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della Biblioteca l’incontro sul tema “modelli iconografici e tecniche: come nasce uno specchio magnogreco”, conversazione di Domenico Colella, giovanissimo studioso del mondo antico, con la partecipazione del Prof. Daniele Castrizio dell’Università di Messina.  La percezione dell’Antico, nel caso nostro della civiltà greca e romana, non consiste soltanto nella conoscenza della letteratura e della grande arte figurativa (poesia, teatro, storia, filosofia) ma in un avvicinamento alla vita quotidiana degli antichi greci e romani, a quei concittadini che duemila e cinquecento anni e più popolavano la nostra Reggio. Il Museo Nazionale, accanto ai Bronzi, alla Testa di Filosofo o a quella di Basilea, accanto alle statue in marmo dei templi, offre un ricco campionario di oggetti comuni riconducibili  alla vita quotidiana. Gli esemplari della  grande ceramica a figure nere o rosse ai quali ci accostiamo con stupore, così diversi per foggia, al di là della grande bellezza, erano oggetti d’uso comune per contenere liquidi (vino, acqua, profumi, unguenti); i magnifici gioielli (orecchini, bracciali, collane) di materiale prezioso o pietre dure erano i monili che adornavano il viso e corpo delle nostre concittadine; gli ex-voto di cui è ricco il Museo sono quelli che troviamo ancora oggi nei santuari della Calabria cristiana; le statuine votive con dei e dee, oggetti di culto privato, corrispondono alle statuine in gesso, o d’altro materiale,   della Madonna e dei Santi che abbiamo in molte delle nostre case.  Tra gli oggetti d’uso comune un posto di tutto riguardo nel mondo antico occupano gli specchi. Lo specchio che noi oggi conosciamo è costituito da una lastra di vetro alla quale viene aggiunto un sottile strato metallico la cui superficie lucida, vista attraverso la lastra stessa, riflette la luce e fornisce quindi un’immagine riflessa degli oggetti illuminati mentre gli specchi magnogreci erano in bronzo, argento o rame, un metallo che reso lucido riusciva a riflettere la luce e quindi il volto di chi in essi si specchiava. Numerosi gli esemplari di specchio presenti anche nel nostro museo  con una base – che funge da supporto – costituita spesso da efebi nudi o panneggiati o da figure di fanciulle. Soltanto in epoca più tarda, forse verso il 2^ secolo a.C.,  il bronzo fu sostituito da una lastra di vetro poggiata sopra un sottile  strato di piombo. Attraverso lo specchio magnogreco – il primo degli oggetti “comuni” che saranno al centro degli incontri di approfondimento che l’Associazione Anassilaos  intende realizzare – possiamo così avvicinarci ancor più alla esistenza dei nostri antenati, entrare nella loro quotidianità, comprenderne pensieri ed emozioni, condividerne gioie e dolori.

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