Nella mattinata di ieri, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria alla sede e personale della Squadra mobile della Polizia di Stato, Questura di Vibo Valentia, con il prezioso supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato (S.C.O.), coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno rintracciato e catturato, in Roma, il latitante Giuseppe Campisi, detto “Pino”, classe 1960, di Vibo Valentia.
L’arrestato, che già aveva scontato una precedente condanna per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio doloso ed estorsione, dal 23 ottobre 2019 si era sottratto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro – sez. Riesame nell’ambito dell’Operazione “Ossessione”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, che aveva consentito di disarticolare un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, i cui appartenenti operavano anche per agevolare la cosca Mancuso, operante in tutta la provincia di Vibo Valentia e nei territori di Nicotera e Limbadi.
L’individuazione del latitante, in prossimità della via Tuscolana della capitale, è stata possibile attraverso una ramificata e costante attività di controllo del territorio, svolta con le più moderne tecnologie, unitamente alla rivalutazione dell’ampio patrimonio info-investigativo disponibile sull’imputato e sui suoi familiari. Le indagini hanno consentito di accertare che, durante la latitanza, per evitare di essere riconosciuto, Campisi utilizzava delle parrucche e documenti di riconoscimento contraffatti (fra cui il green pass). Il 17 dicembre 2021 la sinergia sviluppata dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro e dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia aveva consentito di pervenire all’arresto di Antonio Campisi, nipote di Giuseppe, destinatario di un fermo di indiziato di delitto per il tentato omicidio di Dominic Signoretta.
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