Riflettori sempre accesi sulla cava romana. L’importante sito culturale ubicato in località Agnone, torna al centro dell’interesse storico-culturale non solo perché sono appena trascorsi cinquant’anni dalla sua scoperta (dal 10 al 28 luglio del 1972) da parte dell’archeologo nicoterese Achille Solano, ma anche perché, grazie alla sensibilità del Touring club italiano (Tci) di Lamezia Terme, sta riprendendo quota il progetto di inserirla in un unicum geologico dell’intera area che grava sul litorale costiero vibonese meglio conosciuto come “Costa degli dei”. A guidare la cordata per il recupero della cava – oltre all’associazione lametina, sono i campo anche i familiari dell’archeologo Solano, l’amministrazione comunale rappresentata dal consigliere con delega alla Cultura Pino Leone, l’archeologa vibonese Maria D’Andrea, responsabile della pubblicazione degli atti di un convegno sulla figura del Solano tenutosi nel 2015, e l’Università di Catania – è il console del Tci Giovanni Bianco, originario di Nicotera, ma da tempo residente a Lamezia.
Il suo merito non è solo quello di aver richiamato alla memoria il cinquantesimo anniversario della scoperta della cava nicoterese, ma anche quello di aver stabilito un contatto con i professori Rosolino Cirrincione e Rosalda Punturo del Dipartimento Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’università di Catania già presente sul territorio di Parghelia per approfondire lo studio di un’altra cava romana. Un aspetto questo che Giovanni Bianco mette a base del possibile progetto <di costruire – afferma – un unicum geologico dell’intera area compresa nel tratto di litorale Parghelia-Nicotera>. Il console del Tci è, altresì, convinto che <lo studio geologico ed archeologico dell’area costiera potrà rendersi “elemento strutturale” per il recupero e la valorizzazione del sito, nonché per la sua valorizzazione e promozione>. In tale ottica, gioca un ruolo fondamentale l’iniziativa avviata dal consigliere Pino Leone, per l’acquisizione dell’area sulla quale si trovano in totale stato di abbandono tutti i manufatti di granito a suo tempo portati alla luce dall’archeologo Solano. L’iter per l’acquisto del terreno pare sia già giunto alla fase conclusiva. Subito dopo ci sarà da stringere i tempi per realizzare la strada di collegamento con la cava a oggi mancante. O, meglio, Rfi (Rete ferroviaria italiana), per realizzare lavori di consolidamento del costone su cui gravano i binari della stazione, ha già costruito una strada, che, in pratica, porta alla cava, manifestando la disponibilità di cedere la stessa al Comune.
Quando la convenzione sarà siglata, ci sarà la possibilità di procedere alla pulizia dell’area del sito oggi sommersa da rovi e arbusti di ogni tipo. Pulizia che nel 2011 era stata fatta in maniera capillare dai volontari dell’associazione “Nicotera nostra” il cui fattivo impegno consentiva a tantissimi visitatori di poter raggiungere la zona interessata e ammirare gli splendidi manufatti in granito. Da rimarcare che di tutti i problemi legati al recupero della cava se ne parlerà domani mattina nel corso di incontro che si terrà nella sede comunale e al quale prenderanno parte, oltre a Giovanni Bianco e al consigliere Pino Leone, anche la prof.ssa Rosalda Punturo, l’archeologa Maria D’Andrea e i familiari di Achille Solano. <Il nostro obiettivo – sottolinea il responsabile del Tci – è quello di rinsaldare gli anelli tempo-culturali nicoteresi, che si sono spezzati, e avviare un programma turistico che vada oltre il periodo estivo producendo lavoro e occupazione durante tutto l’anno>.