L’estate scivola via, i problemi restano

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L’estate scivola via trascinandosi dietro i problemi di sempre. Alla fine, si parlerà di bilanci positivi e di massicci flussi turistici. In realtà, nonostante il notevole impegno di Forze dell’ordine, Procure, Arpacal, Regione, Capitanerie di porto, Stazione zoologica “Anton Dohrn” e amministrazioni comunali, le condizioni del mare lungo la costa tirrenica calabrese non sono state all’altezza delle aspettative. In più tratti del litorale, agli occhi di residenti e villeggianti forestieri si sono presentati, con una certa frequenza, chiazze oleose e di colore mutante, sporcizie galleggianti di ogni tipo, acque tra il marrone ed il verdastro. Evidentemente, venire a capo di certi delicati fenomeni non è cosa semplice. Va riconosciuto, comunque, che la Regione, nella lotta all’inquinamento marino e alla mala depurazione, ha messo in campo risorse finanziarie non indifferenti. A fine stagione ci sarà da valutare attentamente i risultati ottenuti non fosse altro che per cercare di individuare dove e come intervenire per eliminare il persistere di fenomeni che gravano pesantemente sull’immagine della Calabria. Per certo, ci sarà da lavorare, e non poco, sui “guai” del golfo di Nicotera. Qui, nonostante denunce, proteste e segnalazioni alla Capitaneria di porto, non si è notato l’atteso dispiegamento di forze per cercare di venire a capo della situazione.

Qualcosa, invece, è cambiata alla foce del Mesima nel quale una ventina di comuni privi di impianti di depurazione continuano a sversare, nell’indifferenza generale, i loro liquami fognari. Il fiume, abitualmente “condannato” a fare da alibi per il mare inquinato, non pare abbia offerto lo spettacolo sconcertante degli altri anni. A partire da fine luglio in poi, dalla sua foce non sono venute fuori le solite acque profondamente color marrone o nerastre e puzzolenti. Il progressivo miglioramento della situazione ha una sua giustificazione. La Regione, per smorzare gli effetti negativi devastanti del corso d’acqua, ha concesso anche per il 2022 un finanziamento di oltre centomila euro mirato al risanamento delle acque dell’ultimo miglio e all’eventuale sbarramento della foce. Il Comune di San Ferdinando, capofila nella gestione dei fondi, ha promosso un intervento di bioattivazione degli ultimi cinquecento metri del Mesima per come era già avvenuto, con buoni risultati, nel 2017. In quell’anno, il Corap aveva realizzato due barriere distanti tra loro meno di cento metri creando una sorta di vasca di decantazione e, poi, aveva avviato il trattamento delle acque chiamando in causa, con buoni risultati, la “Wet Stone”, società campana specializzata in materia.

Il sindaco Gianluca Gaetano, da pochi mesi alla guida dell’ente comunale, ha nuovamente affidato alla “Wet Stone” l’incarico di intervenire sulle acque del Mesima e del Vena per un importo di circa 25mila euro. <La bioattivazione di sedimenti – spiega Antonio Di Giacomo, tecnico dell’azienda campana – la si può considerare, a tutto titolo, come intervento di biorisanamento dei corpi idrici superficiali quando compromessi pesantemente da inquinanti soprattutto di natura organica. E’ un tipo di tecnologia – prosegue – assolutamente naturale, non invasiva, non necessita di energia elettrica e prevede l’utilizzo di bioattivatori con batteri utili (no ogm), enzimi naturalmente contenuti nelle materie prime vegetali, biocatalizzatori minerali, supporti vegetali quali fattori di crescita al fine di innescare la naturale flora microbica del sito oggetto dei trattamenti>. Il trattamento è stato avviato con l’utilizzo di prodotti specifici <lanciando nelle acque fluviali – sottolinea Di Giacomo – compresse da cento grammi al fine di attivare biologicamente il sedimento. Poi, per quasi un mese abbiamo ridotto i trattamenti del 50%. Il Comune di San Ferdinando ha incaricato un laboratorio accreditato per effettuare regolari prelievi. Si sono subito riscontrati – conclude – abbattimenti del 50% di escherichia coli sul Mesima e di circa il 90% sul Vena>. Il trattamento durerà sino a fine settembre.

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