A cinquant’anni dalla sua scomparsa, i nipoti, altri familiari e numerosi cittadini hanno commemorato, nella chiesa Sacro cuore di Gesù della frazione Oliveto, la nobile figura del prof. Francesco Vecchio, docente di lettere classiche, ricercatore, e insigne latinista, scomparso il 27 novembre 1972, all’età di sessant’anni. Nella chiesa gremita, presente anche il sindaco Giuseppe Dato e il consigliere Giovanni Burzì, a celebrare la messa è stato il parroco don Salvatore Minniti che nella sua omelia ha sottolineato i meriti e la bontà dello scomparso. Non a caso, il suo ricordo rimane sempre vivo nella memoria della gente e il patrimonio di idee e di valori che caratterizzarono la sua vita si tramanda di generazione in generazione. Quanti lo hanno conosciuto e apprezzato ne testimoniano ancora oggi il grande amore per la sua terra e per la sua gente, l’impegno al fianco dei giovani non alfabetizzati, la passione per gli studi classici e, in particolare, le ricerche sul monachesimo basiliano nel Vibonese e in altre zone della Calabria. Il patrimonio di conoscenze accumulate era racchiuso soprattutto in un manoscritto che non era stato pubblicato dal latinista joppolese per il sopraggiungere improvviso della cattiva salute. A curarne la stampa, vent’anni dopo, è stato il nipote Giovanni Vecchio con la collaborazione di Agostino Gennaro, Pino Neri e Mimmo Nucera. Il libro, peraltro, al termine della cerimonia religiosa, è stato distribuito a tutti i presenti. Un omaggio molto gradito per ricordare un uomo che alla crescita culturale del suo paese ha dedicato la vita. Tra le tante cose fatte, è legato al suo impegno anche l’intitolazione della locale scuola media al filosofo Agostino Nifo, altro illustre figlio di Joppolo dove nacque nel 1469 per poi morire a Sessa Aurunca in Campania nel 1538. Non è da escludere che Francesco Vecchio possa trovare una giusta collocazione nella toponomastica joppolese.