La scrittrice Caterina Sorbara pubblica la sua 12esima fatica letteraria: "I mass media e l’educazione" La scrittrice Caterina Sorbara pubblica la sua 12esima fatica letteraria: "I mass media e l’educazione"

La scrittrice Caterina Sorbara pubblica la sua 12esima fatica letteraria: “I mass media e l’educazione”

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I mass media e l’educazione”  (Rossini Editore) è la 12esima fatica letteraria di Caterina Sorbara,  scrittrice e giornalista  nata a Rizziconi  e residente a  Gioia Tauro.

Un saggio dove emerge che, in primis, quando si parla di mass-media non bisogna e non si può definirli “mezzi di comunicazione”, ma “mezzi di trasmissione” perchè, come diceva Danilo Dolci nel suo libro “Dal trasmettere al comunicare”, la comunicazione richiede un rapporto bi-direzionale. Comunicare è crescere insieme e  guardando la TV e ascoltando la radio  non c è comunicazione, ma massificazione.

Nel libro, inoltre, emerge che i mass-media hanno la capacità di condizionare in modo determinante i processi di formazione dell’individuo, la video-dipendenza porta all’assuefazione: Marie Winn parla di “droga televisiva”, il senso critico si annulla. Chi sta dietro i mass-media riesce ad assicurarsi il controllo dell’opinione pubblica.

Scoglioso nel suo libro Mass-Media scrive che i “mass-media operano come agenti diabolici, miranti alla completa distruzione della società democratica”. Autori della levatura di N. Chomsky e K. Popper affermano quanto sia dannosa la TV per i bambini soprattutto a causa della violenza presente in alcune trasmissioni televisive. E’ emerso, ancora, che dalla maggior parte dei genitori  la TV  viene utilizzata come una baby sitter, perché il bambino viene parcheggiato davanti al televisore per non disturbare. Nel saggio la Sorbara afferma  che la  TV non è portatrice di valori, in quanto essa trasforma la vita in spettacolo. Stravolge la realtà usandone tutti gli aspetti per fini consumistici. Due sono gli imperativi categorici: possedere e consumare .

Tutto questo trova conferma e rinforzo nel fatto che il mercato culturale per l’ infanzia appare dominato dai contenuti, dai personaggi e dagli eroi della TV. Questa loro centralità si traduce in una  presenza, ad esempio nei fumetti, sui libri, tra i giocattoli e i sussidi scolastici (cartelle, penne, gomme, quaderni). Essi vengono a costruire un appuntamento certo e ripetibile quasi all’infinito; da qui una loro presenza massiccia nelle attività ludiche del bambino. Analoghe considerazioni possono essere avanzate per quanto riguarda la stampa e la radio che dovrebbero mettersi al servizio della cultura e non dei padroni di turno. Si può dire che questa presenza massiccia dei mass-media ha posto una sfida al mondo dell’educazione.

“Che fare?” si chiede l’autrice.  Il punto fermo di ogni forma di “paideia” del mondo classico si trova in una visione morale della vita, che si comincia ad assimilare nella famiglia. Catone il Censore a Roma, nell’epoca della Repubblica, rivendicava ai genitori la prima educazione dei figli. La Sorbara  sottolinea che il ruolo della famiglia è di primaria importanza: i genitori devono considerare i loro figli un patrimonio che appartiene all’umanità ed alla storia e per questo non devono lasciarli in balia della televisione. Quando non c’era la televisione e tutti la sera sedevano attorno al focolare e il dialogo era la cosa principale; allora le famiglie erano molto unite. Subito dopo la famiglia, un ruolo importante lo occupa la scuola che oggi, insieme all’alfabetizzazione culturale, deve attuare un’alfabetizzazione televisiva (e ai media in generale) innanzitutto attraverso una buona educazione  dell’immagine che inizi fin dalla scuola materna. E’ bene avviare l’alunno alla scoperta dei segreti tecnologici della TV. L’alunno da spettatore deve poter diventare  attore, regista e giornalista (ogni classe potrebbe avere un giornalino diretto e costruito dai bambini con l’aiuto dell’insegnante). E se lo scopo principale della scuola è fornire ai minori un’educazione atta a farli divenire maturi, critici e creativi, allora lo strumento principale deve essere il dialogo; del resto nessun altro strumento può sostituirsi all’interazione che si instaura tra due esseri umani.

La Sorbara, infine   nel saggio, analizza il ruolo dei videogiochi   i quali sono divenuti  il passatempo preferito dei bambini e degli adolescenti, si sofferma sulla Whale Challenge,  una sfida che comprende 50 missioni giornaliere da portare a termine. Le prime richieste saranno innocue e di poco conto, ma con il passare dei giorni verranno introdotti anche elementi di autolesionismo e violenza psicologica fino ad arrivare al compito finale che è il suicidio. E poi ancora  il fenomeno degli  influencer, cioè una figura in grado di influenzare i potenziali clienti di un prodotto o servizio semplicemente parlandone o raccomandandolo. Naturalmente sono i social media i “luoghi” prediletti in cui questo avviene ed è la ragione per cui, spesso si parla di web infuencer o social influencer

BIOGRAFIA

Caterina Sorbara è nata a Rizziconi (R.C) il 4 dicembre del 1969 e risiede a Gioia Tauro (R.C). Laureata in Pedagogia. Insegna presso l’Istituto Comprensivo “Alessio-Contestabile” di Taurianova.

Giornalista pubblicista. Ha collaborato con varie testate giornalistiche.

Direttore Responsabile di Taurianova Tv; scrive per Pianainforma, Mediterranei News, Il  Corriere della Piana e Calabria Letteraria.

La scrittura è la sua vera, grande passione, le sue poesie sono presenti in varie antologie, calendari e agende letterarie, molte di queste hanno partecipato a concorsi regionali e nazionali, ottenendo lusinghieri risultati. Le tradizioni popolari e la ricerca storica sono da annoverare tra i suoi interessi.

E’ Ministro Straordinario della Comunione presso la Parrocchia San Francesco da Paola di Gioia Tauro.

Nel 2001 ha pubblicato il suo primo romanzo, U RE DI COSTA, Calabria Letteraria Editrice; nel 2009 la silloge poetica GOCCE DI LUNA TRA GLI ULIVI, Aletti Editore e nello stesso anno il romanzo GIANNUZZA A MARINOTA, Laruffa Editore.

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