Gli auguri di Pasqua dell’Avv. Santo Surace Presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira” e della  Sez. Territoriale di Palmi dell’Associazione Nazionale Avvocati Italiani

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 “Carissimi Tutti,

la Santa Pasqua ci induce sempre a momenti di vera riflessione nella consapevolezza che le nostre storie personali e comunitarie si intrecciano con quella più complessa  dei tempi difficili che stiamo vivendo nel nostro territorio, nel resto d’Italia e nel mondo intero.

Una storia che risulta certamente  segnata: –  dal buio delle sempre più diffuse povertà materiali e,  talvolta,  anche spirituali; –  dalla condizione che vivono soprattutto le nuove generazioni che vedono precario e incerto il loro futuro provando talvolta vero e proprio smarrimento esistenziale; –  dalla marginalità vissuta da tanti anziani che si sentono messi da parte e degli stessi piccoli che non sempre beneficiano delle attenzioni necessarie per la loro serena ed equilibrata crescita; – dalle reiterate tragedie delle morti di tanti migranti in mare,  aggravate talvolta dalla mancanza di pietà umana; –  dal buio delle mafie che operano nella sistematica illegalità e nella più spietata violenza ed in spregio alla stessa vita umana.

Lo scorso anno celebravano la Pasqua del Signore, così centrale ed importante per la Cristianità,  mentre sfilavano i carri armati russi e cadevano le bombe sulle città ucraine,  seminando morte,  distruzione per una guerra ingiusta quanto assurda, concretizzatasi nell’aggressione militare  alla nobile libera e democratica nazione Ucraina.

E, purtroppo siamo ancora qui,  a distanza di oltre un anno,  a vivere tale festività con i rombi dei cannoni alle porte,  con i telegiornali che mostrano tante vite spezzate,  con crimini di guerra reiterati e con le agenzie di stampa costrette a registrare quotidianamente agghiaccianti racconti di morte,  cui si sono aggiunte  le tragedie di Cutro ed il terremoto in Turchia e Siria con il loro carico di morti e dispersi.

Poi, come se non bastasse, l’intero pianeta sta correndo verso la deriva ambientale ed un punto di non ritorno, con una rapidità involutiva impressionante, resa  ancora più evidente dal rapido scioglimento dei ghiacciai, dalla siccità, dalla crescente desertificazione dei territori, dai fiumi in secca,  dei laghi che si prosciugano, dall’impoverimento ambientale, dall’aggiuntivo grave pregiudizio per la salute di ogni uomo e dell’intera umanità.

Torna a questo punto di attualità il monito di Papa Francesco nell’enciclica “ Laudato si”  che,  invitando ad agire credenti, non credenti e uomini di buona volontà,  addita l’obiettivo dell’ecologia integrale per custodire la Terra e tutelare i complessi ecosistemi attraverso una diffusa, universale quanto radicale conversione ecologica, che oggi più che mai interpella tutta l’umanità.

Ciò richiede di ritornare al primato della politica sulla tecnologia, sulla finanza riproponendo anche un vertice mondiale dei Capi di Stato per immediate e non più eludibili scelte operative con al centro le questioni ecologiche più urgenti che minacciano il pianeta, quali il riscaldamento globale per la concentrazione dei gas serra, l’innalzamento del livello del mare,  l’utilizzo dei combustibili fossili (  petrolio carbone e gas),  l’inquinamento dovuto alla produzione eccessiva dei rifiuti.

Viene, a questo punto, spontaneo domandarci: si profilano all’orizzonte spiragli di luce per salvare il mondo e l’uomo stesso?

Isaia uno spiraglio lo apre “convertitevi, venite”  dove convertitevi  significa cambiare rotta, orientare diversamente la propria navigazione effettuando una decisa virata dall’individualismo alla fraternità, cessando l’uso irresponsabile della casa comune e proteggendola da ogni forma di degrado e garantendo il rispetto dell’ambiente.

Non c’è alternativa!  Solo così arriverà all’alba del nuovo giorno, che per noi cristiani è il mattino della domenica di Pasqua, quando il buio del Golgota e del sepolcro lascia il posto alla luce della resurrezione e così accadrà che “ogni volta che si semina,  perdono dove c’è vendetta,  accoglienza dove c’è il rifiuto,  cura dove c’è malattia,  pane dove c’è carestia,  immettiamo una vena di Resurrezione nel corpo  dell’umanità ferita”.

Ed allora “Buona Pasqua” perché la vita è più forte della morte; la luce è ancora capace di diradare le tenebre.

Proprio quella luce rimane al centro del messaggio pasquale, indicandoci il cammino di conversione per potere affrontare vittoriosamente quello spirito del male che si annida spesso nel cuore dell’uomo, vincendo così la tentazione di rifugiarci nell’indifferenza colpevole rispetto alle sofferenze del nostro prossimo.

È un cammino che parte proprio dalla città e dal luogo in cui siamo chiamati ad operare.

Torna più che mai di attualità l’insegnamento di Sindaco, in odore di Santità, Giorgio La Pira, proteso, partendo da Firenze, ad edificare la città dell’Uomo: “Una Città dove ci sia un posto per pregare ( la Chiesa), un posto per lavorare ( l’officina) un posto per pensare ( la Scuola) un posto per guarire ( l’Ospedale).

Un affettuoso e fraterno augurio di Buona Pasqua esteso a tutta la famiglia”.

Santo Surace

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