Puntuale all’appuntamento come il solstizio d’estate, ecco ripresentarsi il mare calabrese a colori; e non certamente quelli caraibici degradanti dal blu cobalto fino allo smeraldo e al turchese, ma piuttosto quelli che dal marrone degradano verso il caffellatte, passando per il verde bottiglia e poi decisamente a quello marcio. E riparte puntualmente anche il mantra collettivo che va dalla protesta gridata, al mugugno soffocato fino al silenzio omertoso. Tutto ampiamente déjà vu, da decenni a questa parte.
E poi si apre il sipario della commedia degli inganni attraverso le mezze verità. Si parte col Presidente Occhiuto che, in un suo video, ad estate iniziata, e dopo aver affermato che la depurazione compete ai comuni, scarica la croce sui sindaci ai quali sarebbero stati dati i soldi (sufficienti?) per affrontare e risolvere il problema. Replicano i primi cittadini che, adontati, fanno presente che detti fondi sono stati inviati ai comuni soltanto a giugno inoltrato, per affrontare una problematica che andava affrontata con largo anticipo.
Segue l’ordinanza presidenziale di ieri, 7 luglio, con la quale si ordina ai sindaci di trasmettere entro cinque giorni un cronoprogramma attuativo delle verifiche, enumerate nello stesso provvedimento, che riguardano: insediamenti, edifici civili e produttivi non collettati alla pubblica fognatura e quindi dotati di proprie installazioni (vasche a tenuta, pozzi Imhoff ecc,); scarichi abusivi in suolo, sottosuolo, corpi idrici o in collettori/canali destinati al drenaggio delle acque bianche; funzionalità delle stazioni di sollevamento. Tutti controlli a carico della polizia locale.
Anche per questi ultimi obblighi c’è più di una cosa da obbiettare. Primo. Ma dopo le migliaia di rilevamenti eseguiti dalla qualificata task force durante lo scorso anno, e che hanno fatto emergere in maniera inequivocabile le fonti d’inquinamento da Tortora a Nicotera, quali dati sono stati inviati ai singoli comuni per avviare le fasi successive, finalizzate agli interventi di eliminazione delle cause stesse, pena la mancata chiusura del cerchio? Secondo. Dal momento che l’ordinanza demanda ai comuni le verifiche puntuali di cui sopra, è al corrente il presidente Occhiuto di qual è l’organico medio della polizia comunale dalle nostre parti? A Nicotera per esempio, visto che chi scrive è consigliere in tale comune, ci sono tre vigili e un comandante, con un carico di lavoro che cresce esponenzialmente proprio in questo periodo.
E un’ultima osservazione riguarda la contraddizione intrinseca che emerge dall’ordinanza. Da un lato si dà l’ultimatum ai sindaci brandendo il codice penale, dall’altra Occhiuto non dice la verità, ovvero la dimezza, quando afferma che la depurazione attiene ai comuni. Forse doveva precisare che i comuni sono enti attuatori e gestori delle opere che però finanzia la Regione, come nel caso degli enti sprovvisti di tali impianti o con depuratori malfunzionanti perché obsoleti. Ma una domanda vogliamo porla al Presidente: pensa davvero che le cose andranno meglio quando entrerà in funzione l’ARRICAL, la società voluta da lei per accentrare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e dell’acqua? In tutta sincerità crediamo poco alla politica dell’accentramento portata avanti da lei; e il fatto che la società in questione a distanza di un anno è ancora ai nastri di partenza giustifica in parte il nostro pessimismo.
Quanto sopra detto, non deve suonare come assoluzione dalla responsabilità per molti sindaci tra i quali quello appunto di Nicotera. E lo diciamo con dovizia di elementi desumibili dai numerosi consigli comunali nei quali il nostro gruppo Movi@Vento ha affrontato il problema indicando la strada per pervenire alle cause locali dell’inquinamento e possibilmente alla loroeliminazione.
Tra le tante, lo abbiamo fatto anche in un’adunanza aperta il primo agosto del 2022 nella quale abbiamo evidenziato e documentato sia sversamenti fognari nel canale San Giovanni, sia ipotizzato che l’uso eccessivo di fertilizzanti di origine animale e/o chimica (di cui però non si fa cenno nell’ordinanza in questione), a poca distanza dalla battigia, potessero poi trasformarsi in un carico eccessivo di nutrienti nella falda e pervenire a mare, “concimandolo” e generando quella multicolore flora algale che osserviamo anno dopo anno. Da qui la proposta, sempre caduta nel vuoto, di: 1) operare una video ispezione per individuare gli allacci fognari sversanti nel collettore delle acque bianche che poi scarica a mare; 2) analizzare l’acqua di falda in punti opportuni per rilevare soprattutto le concentrazioni di nitrati; 3) applicare dei contatori di flusso per verificare la continuità delle portate dei reflui che attraverso i numerosi impianti di sollevamento pervengono (non si sa in che misura) al mega impianto di depurazione gestito dalla IAM (e la cui condotta di scarico sottomarina è risultata per molto tempo ammalorata); 4) procedere a una pulizia dei condotti fognari mai attuata in circa cinquant’anni. Forse è arrivato il momento di procedere su questa strada e ci auguriamo che queste verifiche vengano inserite ora nel cronoprogramma chiesto da Occhiuto. Tutte operazioni, quelle indicate, che si potrebbero ben eseguire con il finanziamento regionale ottenuto di 145.000 euro, invece di continuare a buttare soldi per gli impianti di sollevamento le cui pompe non dovrebbero avere continui problemi se venisse rispettato il contratto di manutenzione che serve proprio a prevenire i guasti.
In conclusione, siamo convinti che ogni contesto comunale ha le proprie peculiarità anche per queste criticità e che debbano essere in primis i cittadini a presidiare e difendere il proprio territorio pretendendo dagli amministratori, comunali, provinciali e regionali, ognuno per la propria parte, gli interventi di controllo e di salvaguardia delle acque di balneazione, un settore che oltre che con la qualità di vita e la salute, ha da noi ha una strettissima correlazione con l’economia. Ma per quanto attiene ai primi non possiamo non lamentare una notevole assuefazione al fenomeno che arriva all’assurdo di alcuni (e non pochi, purtroppo) di pretendere che non se ne parli per non danneggiare gli operatori economici. Come dire che, avendo una malattia, si sceglie di nasconderla, accettando che i malesseri continuino fino alle estreme conseguenze.
Riguardo agli altri, c’è solo da dire che non saremmo arrivati a questo punto se ognuno avesse fatto la propria parte e tutt’insieme avessero operato nell’esclusivo interesse delle comunità amministrate, senza farci invece assistere al deprecabile metodo della deresponsabilizzazione e dello scarica-barile. E purtroppo anche quest’ultima ordinanza di Occhiuto va annoverata in tale ambito, al di là delle buone intenzioni, di cui come sappiamo sono lastricate le vie dell’inferno.
Nicotera, 8 luglio 2023 Antonio D’Agostino – Capogruppo di Movi@Vento