IL DISEGNO CELESTE, LIBRITALIA EDITORE del giornalista Vincenzo Varone, sara presentato venerdì 6 ottobre a Mileto presso la sala consiliare del comune alle ore 18. ABSTRACT Pino Cinquegrana

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…….. questo lavoro nasce dall’ennesimo studio dell’amico e collega giornalista Vincenzo Varone, figura di primo piano del mondo della comunicazione televisiva, radiofonica e della carta stampata. Una figura privilegiata che negli anni lo hanno visto vicino alla famiglia di Natuzza, il suo rapporto con uno dei figli – compagno di studi – gli ha permesso più volte di incontrarla, parlare con lei, mangiare in casa sua, vivere una dimensione metafisica, straordinaria, ma che allo stesso tempo ha vissuto tensioni e pregiudizi non sempre facili da sopportare, basta pensare alla vita nelle nostre comunità ancora oggi accartocciate in pettegolezzi che rendono torbide persino i rapporti tra compaesani.
La storia di Natuzza si innesta in tutto questo vociare, giudicare in modo malsano, di stravolgenti narrazioni poiché come dice un nostro proverbio: cu’ cunta menti a junta, e intanto si viene infangati, accusati, additati perché dall’altra parte povertà, miseria, fame, mancanza persino di un padre rendono la sua famiglia vista come “altra”, che vive ai margini di una società che si nutre sparlando e giudicando l’altro visto come diverso e quindi “corrotto”.
Tutto questo Varone ce lo presenta già nelle prime pagine presentandoci il luogo dove si svolge questa storia di fede, carica di trascendenziale,
… Paravati, un paese del Vibonese, tra l’altopiano del Poro e il fiume Mesima, circondato da uliveti secolari, oleandri, fichi d’india e pergolati di uva fragola, e sul cui cielo volteggia la grazia del divino…
Una premessa che fa percepire da subito l’essenza stessa della gente: contadina, raccoglitrice di ulive e allo stesso tempo terra di conforto dove un fiume di persone solo per averne sentito parlare vengono a cercarla, a cercare colei che sa porre la pace nei cuori in questa parte del mondo da ogni dove …. Perché Dio parla attraverso la voce degli umili…sembra rivedere i fatti di Fatima. Il paranormale diventa sempre più convincimento di privilegio plasmato ad immagine di Gesù e della Madonna con i quali Natuzza interloquisce spesso. Un privilegio che non tiene per sé, sa che la Chiesa è l’organo ufficiale dove trovare la giusta interpretazione, si confida con il suo parroco. La stessa Diocesi chiama in aiuto il dottore Gemelli a decodificare la fenomenologia – stesso procedimento per Padre Pio – come se Dio potrebbe essere investigato dall’uomo compreso quello di scienza. Nell’opera di Varone si parla proprio di un carteggio tra il presule di allora e il Gemelli…siamo in un periodo in cui la psicanalisi è predominante specialmente per quanti erano stati coinvolti nei drammi delle due guerre mondiali. L’inspiegabile viene liquidato come pazzia scrive Varone e, mentre per Natuzza non si può realizzare il suo sogno di farsi suora, il suo agire viene letto come isterismo acquietabile con il matrimonio. Da pagina 48 a pagina a pagina 50 è una narrazione di fuoco purgante e purgativo perché ormai Natuzza come Maria, donna del popolo è la prescelta a testimoniare l’Onnipotente. Dopo la celebrazione delle nozze dalle quale avrà cinque figli le visioni celesti continuano.
La narrazione di Varone si innesta con tematiche sociali e antropologiche, storiche ed economiche e religioso di un territorio tra i più importanti della Calabria. La stessa Mileto della dell’Ottocento veniva paragonata alla stessa Parigi: terra ambita!
Nella sua casa un bel quadro della Madonna della Provvidenza accoglie il visitatore che chiede sostegno e preghiera alla mistica …. La provvidenza consiste nella cura esercitata da Dio nei confronti di ciò che esiste.
Vincenzo ci prende per mano e ci trascina dentro conoscenze, anche nuove, in questo volume con linguaggi morbidi, non ricercati poiché l’obiettivo è quello di farci Conoscere questa figura prescelta amata da Gesù e dalla Madonna sin da quando era nel grembo materno.
Questa dolce creatura ha il suo angelo custode, tutti abbiamo un angelo custode, che le suggerisce cosa dire.
Sempre più affascinato di questa persona Vincenzo ce la presenta subito come: un dono di Dio per indicare al mondo la via della salvezza.
Lei si concede da subito, anima e corpo a Gesù e in lui vuole vivere una sofferenza espiatrice come dirà a Padre René Laurentin, storico indiscusso dei fatti di Loudes, di cui fa riferimento nel suo volume don Pasquale Barone, in cui lo stesso Varone attinge per il suo studio. Più avanti ecco l’affermazione di don Ignazio Schinella, venuto a mancare nel 2017, “Natuzza è l’iperbole del Vangelo”.
Su Natuzza hanno scritto storici, giornalisti, antropologi, religiosi, ricercatori universitari, medici…pagine e pagine di inchiostro per raccontare una storia resa ancora più viva nell’incarnazione della passione di Cristo i cui segni della via crucis segnavano il corpo misterico di Natuzza che sentiva nelle sue carne i chiodi della passione che hanno trafitto le mani e i piedi di Cristo, le sue ginocchia sanguinanti in ricordo delle cadute lungo il cammino verso il Golgota, fino al costato infilzato dalla lancia di Longino. Hoc est corpus meum, emografia con la quale Natuzza annuncia il Vangelo, mistero inafferrabile dal punto di vista razionale e scientifico, scritte con il sangue che hanno dato coraggio e lenito dolori e sofferenza a tanta gente che ha visto in questi segni la parola di Cristo. La Settimana Santa è tutto la seconda parte del volume anche qui con riferimenti e accostamenti ad esperienze mistiche come la francese Marta Robin, la tedesca Teresa Neumann, la beata Elena Aiello di Montalto Uffugo. E poi i tanti messaggi, molti per i giovani e, ai giovani comunica tanto e li affida alla Vergine
Ma l’autore del Disegno Celeste riavvolge il nastro e comincia da quando tutto è cominciato, quel 23 agosto 1924, quando:
in una casa di Paravati, frazione del comune di Mileto dalle radici greco basiliane, segnata dalla fame, nasce Fortunata Evolo. A seguire, in questo meraviglioso capitolo tutte le dinamiche della mortalità infantile, il grande tema dell’emigrazione, di cui è coinvolto il padre di Natuzza Fortunato.
Ed ecco l’inizio del grande mistero:
un giorno alla porta della casa della piccola Natuzza si presenta un monaco di alta statura, magro, con la barba completamente bianca e gli occhi luminosi che lasciano trasparire la forza del bene … non abbiamo pane …il monaco le sorride presentandosi come san Francesco di Paola.
Questo santo insieme a Padre Pio (con quest’ultimo vi è molta similitudine in termini di pregiudizi e santità) saranno i suoi amici per sempre fino alla fine dei suoi giorni di quel 1 novembre 2009. Oggi i cenacoli Al Cuore immacolato di Maria sono il segno tangibile di un apostolato che guardano alla salvezza del mondo. Anche perché come dirà Natuzza ad uno dei tanti incontri alla Madonna voi lo sapete che io prego per tutti.. ed ella rispose chi è nella luce riesce a trovare pace chi è nelle tenebre non trova pace ne nell’anima e ne nel corpo. E su questo il grande invito anche attraverso il libro di Vincenzo Varone ad interrogarci e a guardarci dentro in tutte le nostre azioni giornalieri fino alla fine dei tempi.

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