Antonino Cavallari (Iap): "L'agricoltura è stata tradita da politici e associazioni" Antonino Cavallari (Iap): "L'agricoltura è stata tradita da politici e associazioni"

Antonino Cavallari (Iap): “L’agricoltura è stata tradita da politici e associazioni”

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“L’agricoltura è stata tradita da politici e associazioni”. Ad affermarlo l’avvocato Antonino Cavallari, legale dei contribuenti dei Consorzi di Bonifica, nonchè imprenditore agricolo professionale (Iap) che ritorna sulla protesta europea che da settimane paralizza le arterie stradali di molti Paesi Ue, alla quale anche gli agricoltori calabresi stanno prendendo attivamente parte.

“I nostri parlamentari europei – dichiara – si sono dimenticati, troppo presto, che nel momento drammatico dell’epidemia Covid gli agricoltori di tutta Europa non hanno mai smesso di lavorare le loro terre garantendo così il cibo e le bevande, che non sono mai mancati, anche nei momenti più difficili, sulle nostre tavole. In tutta risposta, la nuova politica agricola comunitaria, entrata in vigore il primo gennaio 2023, inneggiando all’agricoltura “green” in difesa dell’ambiente e del clima, nella realtà delle cose, ha penalizzato fortemente gli agricoltori di tutta Europa a cui frattanto si è pensato bene di ridurre drasticamente i “premi” cioè tutta una serie di emolumenti connessi a specifiche misure agricole di conduzione dei terreni”.

Per Cavallari, c’è tanto altro di cui parlare e quindi protestare, riguardo alcuni provvedimenti normativi tanto comunitari quanto nazionali. Il gasolio agricolo dato alle aziende (da anni a prezzi non più agevolati), è stato uno dei motivi di malcontento che ha spinto i trattoristi tedeschi a scendere in piazza.

“Il nostro governo – afferma – ha dato agli agricoltori italiani un motivo in più per manifestare in questi giorni. Il legislatore dal 2016 (legge di bilancio 2017), aveva previsto la non concorrenza alla formazione della base imponibile Irpef dei rediti dei terreni dei soggetti in possesso della qualifica di coltivatore diretto o di Iap. Tale agevolazione nasceva per via del momento di crisi attraversato dal comparto agricolo. Visto, poi, il perdurare della crisi, il legislatore ha pensato bene di prorogare tale misura di favore, di anno in anno, fino alla legge di bilancio 2022 con previsione dell’esonero Irpef per l’anno 2023. Tale misura di sostegno non è stata rinnovata dal Governo Meloni, e, cosa più grave e sorprendente, è stata la totale indifferenza a tale azione legislativa mostrata dalle grandi associazioni agricole, Coldiretti in primis. L’ ingratitudine alla categoria non finisce qui. Nella nostra Regione, infatti, gli 11 Consorzi di Bonifica esistenti su tutto il territorio, recentemente commissariati e posti in liquidazione in ragione di una auspicata e ragionevole riforma posta in essere dal Presidente Occhiuto, tesa alla creazione di un unico Consorzio regionale, continuano imperterriti a notificare ai consorziati agricoltori, o, più in generale, ai piccoli grandi proprietari terrieri, degli avvisi di accertamento in cui chiedono la corresponsione del tributo consortile. Questa pretesa tributaria, che costringe nell’ immediato centinaia di cittadini e migliaia di titolari di Aziende agricole a rivolgersi comunque a un legale per impugnare gli atti in questione nei tempi e modi previsti dalla legge, è del tutto illegittima, e quindi non dovuta. Già la Corte Costituzionale (sentenza del 19 ottobre 2018 n. 188) ha dichiarato incostituzionale l’art. 23 primo comma lettera a) della Legge Regionale (Calabria) del 23 luglio 2003 n.11 nella parte in cui prevedeva che il contributo consortile di bonifica, quanto alle spese afferenti al conseguimento dei fini istituzionali del consorzio, dovesse essere dovuto “ indipendentemente dal benefico fondiario” invece che “ in presenza del beneficio”. In poche parole, se dall’operato (?) del Consorzio di bonifica nel cui comprensorio di competenza ricade il nostro terreno, non si registra visivamente e concretamente alcun beneficio diretto e specifico in favore del consorziato-proprietario terriero, mancando quindi quell’utilitas cioè quel vantaggio concreto sull’ immobile che andrebbe così a incrementarne il valore, l’imposta richiesta è certamente illegittima e perciò non dovuta”.

“Quello che disturba un pò tutti – per Cavallari -, in questa annosa vicenda, è il mancato intervento della Regione, impegnata come detto a riformare l’Ente consortile, ma che ragionevolmente dovrebbe intervenire in questo preciso momento in favore di tutti i cittadini annullando tutti gli avvisi di pagamento, diventati frattanto cartelle esattoriali, che impegnano quotidianamente noi avvocati in inutili e gravosi, sotto ogni aspetto, contenziosi tributari. Potrebbe, ciò, forse, far spegnere il motore a qualche trattore presente in questi giorni sulle nostre strade“.

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