Il Tar di Catanzaro (presidente Ivo Correale, consigliere Francesco Tallaro ed estensore Giampaolo De Piazzi) rigetta il ricorso presentato dal Comune per richiedere una modifica del Piano di dimensionamento della rete scolastica provinciale e il malcontento di docenti, personale Ata, alunni e genitori torna a lievitare. L’Ente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali liquidate in 950 euro. La delusione è tanta, specialmente dopo che il Tribunale amministrativo, trattenendo la causa in decisione e non dichiarando, seduta stante, l’infondatezza dell’istanza cautelare di tutela, aveva alimentato la speranza che tutto si potesse concludere al meglio. C’è, comunque, un ultimo spiraglio. Il sindaco Pino Marasco, appresa la notizia negativa, non appare per nulla rassegnato. A suo parere, si può ancora ricorrere al Consiglio di Stato ed è questo che l’Ente farà se gli avvocati che stanno seguendo la vicenda individueranno nella sentenza del Tar la sussistenza di motivazioni poco convincenti. Una presa di posizione quella del primo cittadino che lascia ancora aperta la partita.
In sostanza, il Tar ha ritenuto che la decisione adottata dalla Regione approvando il Piano di dimensionamento fosse coerente con le disposizioni normative e regolamentari dettate dal governo. Ha anche rimarcato il fatto che la decisione adottata dalla Regione <risulta conseguente ad un procedimento che ha visto acquisiti e valutati i vari interessi pubblici coinvolti ed appare, inoltre, espressione di attività discrezionale che non presenta profili di palese irragionevolezza, irrazionalità e incongruenza>. In realtà, il ricorso dell’Ente redatto dall’avv. Antonella Smiriglia Fava non metteva in discussione le linee dettate dal governo e adottate dalla Regione, ma piuttosto l’applicazione delle stesse. Peraltro, lo stesso ricorso, articolato in maniera chiara e ben curato in ogni sua parte, non apportava variazioni insostenibili al Piano di dimensionamento, ma si limitava a richiedere la declaratoria del diritto <al mantenimento dell’autonomia dell’istituto comprensivo “A. Pagano”> con 505 alunni e, in subordine, <l’accorpamento dell’ic “Pagano” all’istituto omnicomprensivo “Bruno Vinci”> con 681 alunni. In quest’ultimo caso, non si sarebbe data vita né a nuovi istituti né a nuove dirigenze e sarebbe stata salvaguardata la compattezza dell’intero comprensorio nicoterese. Il Tar ha ragionato in maniera diversa.
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