Nicotera e l'Autonomia Differenziata. Ieri il dibattito nel salone della cattedrale, organizzato dall'Associazione DDT. Nicotera e l'Autonomia Differenziata. Ieri il dibattito nel salone della cattedrale, organizzato dall'Associazione DDT.

Nicotera e l’Autonomia Differenziata. Ieri il dibattito nel salone della cattedrale, organizzato dall’Associazione DDT.

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Si tratta sulle regole di autonomia per 3 regioni del Nord. Mappa delle regioni storicamente autonome e di quelle che la richiedono attualmente (88mm x 120mm)

Si è svolto ieri a Nicotera il dibattito sull’Autonomia Differenziata, organizzato dall’Associazione Diritti e Difesa del Territorio, con Pino Brosio nella veste di giornalista moderatore e tre relatori, Damiano Silipo, Raffaele Vitale e Soccorso Capomolla. Seppur con diverse ottiche e specifiche visioni professionali, erano tutti con pareri unanimi nell’esaltare le criticità della proposta di legge promossa dal leghista Calderoli che inserisce novità su criteri e modalità della garanzia dei LEP-Livelli Essenziali di Prestazioni, che riguardano ben 23 materie in gioco concernenti i diritti civili e sociali da trasferire alle regioni, seppur rimanendo finanziariamente a carico dello Stato e da stornare, separatamente, anche tutte le tasse oggi incassate direttamente dallo Stato. E’ previsto che i LEP siano periodicamente aggiornati con DPCM. Per i LEP, è bene precisare che il Governo Draghi ha inserito un apposito richiamo nel PNRR con scadenza marzo 2026.

Quella dell’Autonomia Differenziata è un disegno di legge che è stato appena approvato dal Senato e dovrà passare al vaglio della Camera dei Deputati per la scontata approvazione definitiva avendo, il Governo, i numeri in Parlamento per l’approvazione definitiva, dopo un prevedibile nuovo passaggio al Senato in caso di modifiche alla Camera. E’ una proposta di legge che va a completare l’ossatura di una norma varata nel 2001, che aveva visto la decisa approvazione dell’Autonomia Differenziata fortemente voluta dal governo di Giuliano Amato e dall’allora influente politico, Massimo Dalema nell’intendo di spegnere l’enfasi leghista di una Italia federalista e secessionista.

Nel 2018, il governo Gentiloni veniva sollecitato ad aprire contatti ufficiali a seguito della richiesta di tre importanti Regioni che manifestavano l’intenzione di voler aderire all’Autonomia Differenziata: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Successivamente, durante il Governo Conte I, altre cinque regioni hanno conferito mandato di avviare negoziati con il governo: Marche, Umbria, Toscana, Liguria e Piemonte e tutte le Regioni che avevano manifestato interesse, chiedevano di ampliare  il novero delle materie da trasferire.

Di recente si sono aggiunte altre 5 regioni che hanno mosso passi informali per l’Autonomia differenziata. In sostanza, includendo le regioni a statuto speciale da sempre riconosciute autonome quali la Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige , Friuli Venezia Giulia  e le provincie di Bolzano e Trento, al momento solo le regioni Abruzzo e Molise non hanno fatto alcun passo in tal senso. Il testo di legge approvato al Senato prevede “l’invarianza finanziaria” per le singole regioni che non intendano aderire, rimanendo invariate le funzioni dello Stato nel garantire comunque i livelli essenziali delle prestazioni, in attuazione dell’art. 119, commi terzo e quinto, e dell’art. 117 della Costituzione. L’art. 5 prevede che le risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie alle Regioni, siano determinate da una Commissione paritetica  Stato-Regione a condizioni particolari di autonomia. L’art. 6 del disegno di legge prevede che le funzioni amministrative trasferite alle Regioni, ai Comuni, Province e Città metropolitane. L’art. 7 prevede che l’intesa possa essere sempre modificata

L’odiato ministro leghista, Calderoli, ha la colpa di portare a conclusione l’iter del “lavoro sporco” avviato da quei governi di sinistra che avevano inserito irrimediabilmente l’Autonomia Differenziata incastonandola nel titolo V della Costituzione con il trasferimento di molte funzioni alle regioni. A pochi mesi dalle elezioni europee la tentazione è forte di cavalcare la protesta emotiva a sinistra, consapevoli, forse, che il maldestro tentativo di scongiurare la secessione invocata nel secolo scorso da quei leghisti che la cavalcavano quando contavano poco e, adesso che sono al governo, l’hanno seppellita per cogliere l’opportunità epocale offerta loro da una sinistra imprudente, si  tenta di far apparire la norma come il male assoluto, mentre nella realtà traspare come una succulenta opportunità per tutti i governatori di destra, centro e sinistra, assumendo molti l’equivoca posizione di Figaro, quello di rossiniana memoria nel Barbiere di Siviglia: <Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono …Uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta, per carità!>

Ieri sera all’incontro vi era una nutrita e differenziata presenza di pubblico. Il moderatore, prof. Pino Brosio, giornalista della Gazzetta del Sud, ha stimolato e introdotto i lavori esaltando le criticità del disegno di legge Calderoli, rimarcando alcuni passaggi sull’Autonomia differenziata che tanto clamore creano sulla stampa nazionale con dichiarazioni di allarme da parte di esponenti politici, in un contesto da clima elettorale che va considerato stante la partita in gioco delle prossime elezioni europee.

Dei tre eminenti relatori il primo a parlare è stato il prof. Damiano Silipo, docente di economia politica all’Unical, precisando che per la sanità la violazione costituzionale è palese quando al Sud non vengono rispettati i livelli essenziali di assistenza. Oggi un medico, a parità di anni di servizio, prende lo stesso stipendio a Milano come a Reggio Calabria. Da domani non sarà più così. Siccome l’Irpef della Lombardia è uguale a quello di tutte le regioni meridionali messe assieme, a fronte di una carenza di medici potrà offrire stipendi più alti. Quindi un medico che oggi lavora al pronto soccorso di Vibo andrà a Voghera dove lavorerà di meno e guadagnerà più soldi. L’Autonomia differenziata darà un colpo mortale al Mezzogiorno. Oggi si può dire che non ci siamo sviluppati perché le risorse non sono state utilizzate in modo appropriato, ma avevamo comunque il capitale umano. Domani, anche se ci fosse maggiore disponibilità di risorse, non ci sarà il capitale umano che è indispensabile per crescere. Concludeva Silipo affermando: Questa Autonomia differenziata mette a rischio non solo unità nazionale, ma comporterà anche dei rischi di convivenza civile. Lombardia e Piemonte avranno autonomia nelle 23 materie previste. Poi lo Stato presumibilmente avrà difficoltà, ma cosa dovrebbe fare? Tornare alla situazione precedente e, dunque, togliere la sovranità alle regioni? Si creerà un conflitto civile tra lo Stato, che nel frattempo si sarà indebolito, e le regioni ricche. Lo scenario è questo. Cosa si può fare oggi? Protestare, ma a questo punto credo che non sarà determinante.

L’intervento del prof. Raffaele Vitale nella sua qualità di segretario regionale della Cisl Scuola, ha precisato che l’Autonomia scolastica esiste già da oltre venti anni, e non si è ancora perfezionata, senza però allarmismi sul fatto che nessuno spezzettamento sui programmi scolastici si è mai verificato, essendo l’Italia, comunque, una Nazione unita. Le scuole implementano programmi didattici di carattere nazionale salvaguardando anche le identità regionali come pure quelle opportunità di interazione con le realtà del territorio. Ma ancora molto si deve fare e con l’Autonomia Differenziata, l anche l’Istruzione rientra tra le materia in gioco dell’Autonomia differenziata.

Il dott. Soccorso Capomolla, Responsabile Medical Center “Don Mottola” di Drapia, con l’aiuto molto eloquente di slide ha esposto le criticità del sistema sanitario, facendo presente che la sanità privata, nonostante quel che si pensi, gestisce appena il 5/10% della sanità pubblica. Ha proseguito sostenendo che vi è una mancanza di dirigenza sanitaria all’altezza del compito, relegando la Calabria tra le Regioni a più basso tasso di crescita. Il fatto che ha molto colpito durante la sua relazione, è l’aver appreso, il pubblico, che ben 2.200.0000 euro sono stati restituiti dal Distretto sanitario vibonese, per la negligenza nell’adottare i provvedimenti propedeutici deliberativi per far rimanere nelle casse della sanità locale l’imponente importo. La Medical Center Don Mottola, una importante struttura nel territorio vibonese, è purtroppo ancora priva del relativo sostegno degli apparati regionali a causa di una burocrazia insensibile e poco efficiente, rimanendo la struttura sotto stimata rispetto al servizio sanitario che potrebbe svolgere nel territorio a favore dei cittadini.

Tra gli interventi del pubblico, quello del dott. Antonio Leonardo Montuoro, è stato tra i pochi che hanno centrato il dibattito sui punti di forza dell’Autonomia Differenziata, focalizzando l’intervento sul valore delle 23 materie in gioco che sarebbero già una forte conquista per la Calabria, se aderisse all’Autonomia differenziata, con una reale prospettiva insieme alla Sicilia, già Regione Autonoma, per invertire il nefasto indirizzo di sviluppo economico incentrato esclusivamente sull’area del nord Italia e del Nord Europa, potendo invece portare l’attenzione, in autonomia, verso l’area del  mediterraneo per divenire, nel prossimo futuro, le regioni di riferimento per tutti quei paesi che si affacciano nel mediterraneo alla ricerca di una sponda dal Sud verso il Nord dell’Europa. Il Ponte sullo stretto e le infrastrutture annesse diverranno le vie principali per Calabria e Sicilia con porti, aeroporti e infrastrutture che finalmente potranno diventare realtà. Bisogna uscire, concludeva Montuoro, dalla mentalità ideologicamente chiusa, come quella che negli anni ‘50 del secolo scorso, vedeva l’allora Ministro dei trasporti contrario all’istituzione dei traghetti di Stato, adducendo che non era conveniente collegare la Calabria alla Sicilia “per quattro ceste”, alludendo alle “Bagnarote” che, a suo tempo, trasportavano in testa ceste, con i pacchi di sale e i pesci.

Il prof Antonio Ricottilli è intervenuto, condividendo sostanzialmente quanto detto da Montuoro, aggiungendo che la Calabria ha un potenziale sottostimato di bellezze naturali, turismo, artigianato, tradizioni culturali e popolari, attività produttive e quant’altro di positivo che se valorizzate basterebbero a incrementare sviluppo e ricchezza, con un fattore umano calabrese di spiccato valore ed ovunque nel mondo affermato per l’alta qualità professionale.

Il dott. Salvatore Reggio è intervenuto affermando che condivide appieno le relazioni svolte ritenendo siano state puntuali ed esaustive. Esse hanno bene analizzato il profilo economico generale di questa iniziativa legislativa su l’Autonomia Differenziata ed i contraccolpi che la materia può avere nel settore della sanità e della scuola. Io, voglio dire subito, credo nella capacità della Calabria e del Sud di proporsi in termini di sviluppo e di progresso e credo nelle sue possibilità di recuperare in termini nuovi il divario nell’offerta di servizi ai cittadini, partendo in via prioritaria dal settore della sanità. E ciò, sul piano economico, per tutto il bene che la natura ci ha dato e, sul piano sociale e scientifico, per tutte le intelligenze che abbiamo portato nel mondo.

Il prof. Franco Caminiti, è intervenuto in maniera fortemente critica verso l’Autonomia differenziata che, secondo la sua visione, rischia di dividere l’unità nazionale, invocando a difesa dello status quo, anche la protesta di piazza.

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