San Calogero: consiglio comunale trasformato in un circo

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L’ultimo consiglio comunale a San Calogero ha suscitato molte polemiche per le modalità di svolgimento. Temi della serata erano il piano triennale delle opere pubbliche ed il bilancio di previsione.

In evidenza i pungenti interventi del consigliere di minoranza Varone sui tanti progetti milionari elencati dell’Ing. Lagadari, chiamato dalla maggioranza ad esporli, nonché l’ulteriore richiesta di 8 milioni di euro per il problema “frana Fosso Scalone”, malgrado siano stati già spesi svariati milioni di euro ed il traffico veicolare è ancora interdetto ai mezzi pesanti, senza considerare che il nuovo tracciato di via Pirandello è già interessato da vistosi cedimenti stradali.

Varone ha contestato le esorbitanti spese di progettazione per circa 400 mila euro, con ulteriori quasi 70 mila euro per indagini geologiche, evidenziando il fatto che, in ogni progetto su tale sito, si ripetono queste indagini e le spese lievitano in modo proporzione alle alte somme richieste.

Una “stranezza” che emerge dal fatto che Lagadari, nella sua relazione iniziale, aveva preannunciato la consegna di risultati di indagini eseguite in precedenza su precedenti finanziamenti, sempre riguardanti lo stesso sito, costati già svariate decine di miglia di euro, paragonando “fosso Scalone” ad una grave malattia bisognosa di continue indagini diagnostiche.

Varone, utilizzando la stessa similitudine, ha invitato la maggioranza a riflettere sulle cure applicate, in quanto sarebbe forse ora di rivolgersi ad un medico specialista competente in materia, ovvero a tecnici con specifiche competenze e non a professionisti generici con incarichi diretti, senza alcuna comparazione. Argomentazioni che hanno fatto infuriare il consigliere V. Zinnà che, con veemenza, lo interrompeva e lo accusava di offendere quei professionisti, lasciando tutti straniti per tale inusuale reazione, contro ogni regola consiliare, ingenerando una bagarre a cui il presidente del consiglio Paglianiti non poneva freno. Interveniva allora il sindaco a difesa dei tecnici incaricati dei progetti sul fosso Scalone manifestando loro piena fiducia. Per la minoranza interveniva anche Calabria che raccomandava maggiore attenzione al problema, con soluzioni definitive e non con incarichi e lavori che finora hanno causato solo inutili spese all’ente.

A seguire anche il bilancio di previsione 2024-2026 è stato foriero di discussioni, con la relazione di Maruca e l’intervento del capogruppo di minoranza Calabria teso a consigliare un maggiore controllo su incarichi e lavori affinché la cittadinanza possa avere maggiori servizi e non solo tasse esose da pagare.

Piccato anche stavolta l’intervento di Varone che, facendosi portavoce dell’ormai noto “bassissimo indice di gradimento della maggioranza nel paese”, ha evidenziato che in quattro anni l’amministrazione ha vissuto di rendita delle opere volute e portate avanti dalla Giunta Brosio che, in una situazione economica precaria, tra le tante opere finanziate, aveva anche migliorato i servizi, su tutti l’erogazione dell’acqua 24h/24h anche nel periodo estivo e la bitumazione di tante strade, al contrario di quanto sta avvenendo oggi in cui la viabilità e la problematica idrica sono del tutto trascurate malgrado durante la seduta la maggioranza non ha perso occasione di vantarsi dei tanti milioni arrivati ed in arrivo.

Varone ha poi quasi giustificato l’operato del sindaco Maruca, etichettandolo come “il parafulmine di una maggioranza fallimentare”, con alcuni amministratori interessati solo alle tante progettazioni e non alla realizzazione delle opere derivanti da finanziamenti milionari ottenuti anche grazie al PNRR. “Questo modus operandi potrebbe rappresentare l’anticamera di un nuovo dissesto finanziario” ha tuonato, invitando Maruca a riprendere le redini della maggioranza, “visto che è l’unico, insieme a qualche altro amministratore, a dimostrare quantomeno vicinanza alla cittadinanza”, nonché ad avere il coraggio di togliere “fosso Scalone” dalle mani di chi ha solo interessi economici, delegandolo ad enti superiori dotati di uffici organicamente più attrezzati rispetto all’ufficio tecnico comunale che, addirittura, ha recentemente incaricato una figura esterna, assistente al DEC, con conseguenti spese aggiuntive, per il controllo dell’esecuzione dei lavori, dimostrando di non avere già il personale in grado di controllare i servizi ordinari. Accuse di scarsa attenzione verso i servizi dirette chiaramente verso alcuni amministratori, “lontani dal territorio e distratti dai finanziamenti milionari che conducono a costose progettazioni”, ironicamente asserendo che anche il gesto di parcheggiare la macchina davanti al municipio, per come il sindaco suole fare, indicherebbe quantomeno la presenza e quindi la disponibilità ad ascoltare i cittadini. Al contrario, altri amministratori, “pur recandosi in municipio ogni mattina, evitano il contatto con la gente dimostrando il loro disinteresse alle problematiche”.

Ancora una volta l’intervento del consigliere veniva interrotto in modo violento e scomposto del consigliere V. Zinnà che, forse per l’ironia usata, minacciava Varone di parcheggiargli davanti casa. Purtroppo anche stavolta il presidente del consiglio non frenava tale impetuoso scempio, non permettendo quindi a Varone di proseguire e concludere l’intervento, con i presenti in sala che duramente contestavano queste vergognose sceneggiate, tra cui l’ex sindaco Brosio.

All’ultimo punto all’ordine del giorno vi erano le risposte alle interrogazioni poste dalla minoranza su Casa della Cultura, Asilo Nido e Campetti polivalenti, lette velocemente dal presidente del consiglio Paglianiti che, al termine, senza alcuna spiegazione e logica, abbandonava l’aula dimenticando di chiudere la seduta consiliare e lasciando tutti i presenti sbalorditi, senza possibilità di replica, seguito dal consigliere Zinnà. Con ironia la minoranza restava al suo posto e rimarcava una gestione consiliare al limite dell’immaginazione, cosa che spingeva il sindaco Maruca a richiamare Paglianiti in aula, invitandolo a concludere la seduta. Lo stesso rientrava e sbottando invitava il vicepresidente a prendere il suo posto. A chiudere l’ennesimo rimbrotto ai consiglieri di minoranza da parte di Maruca per censurare le frequenti interrogazioni e i post social, con Calabria intento a respingere le accuse, rivendicando il fisiologico ruolo di una opposizione che, a suo dire, si limita all’azione svolta in sala consiliare e non in altre sedi.

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