Processo Waterfront Nicotera Marina, tutti assolti gli imputati

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carmelo ciampa

Il Tribunale di Vibo (presidente Tiziana Macrì, giudici a latere Roberta Ricotta e Giulia Conti), con sentenza depositata lo scorso 15 gennaio, pone fine al processo per la vicenda del waterfront di Nicotera Marina e, dopo dodici udienze, assolve, con motivazioni varie, tutti gli imputati. Nella fattispecie, Raffaele Galati, legale rappresentante della “Chiarello group s.r.l.”, ditta che s’era aggiudicata la gara d’appalto e che stava eseguendo i lavori al momento del sequestro del cantiere, viene assolto dall’accusa di truffa perché il fatto non sussiste e, unitamente al direttore dei lavori Gaetano Artusa, dall’accusa di frode nell’adempimento degli obblighi contrattuali perché il fatto non costituisce reato. Esce indenne anche Carmelo Ciampa, ex responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune e Rup, chiamato in causa per una serie di presunte trasgressioni alla normativa che regola gli appalti e per violazione di sigilli. Non luogo a procedere, invece, per l’allora sindaco Francesco Pagano perché, nel rispetto di quanto già stabilito dal Gup, l’azione penale non doveva essere proseguita. Alla fine della fiera, una bolla di sapone che esplode senza far rumore provocando un solo ferito: il comune di Nicotera! A distanza di oltre sette anni dal sequestro dell’opera per presunte irregolarità nella progettazione ed esecuzione dei lavori di riqualificazione del waterfront e della pineta di Nicotera Marina, le quattro persone rinviate a giudizio tirano un sospiro di sollievo, mentre il territorio si ritrova con un’opera incompleta e con i segni evidenti del degrado che l’ha devastata nel corso del tempo.

Cosa ancora più grave, l’Ente, ora che il cantiere è stato dissequestrato, non ha più in cassa i 500mila euro che erano ancora da utilizzare per il suo completamento. Il finanziamento, infatti, era legato a fondi europei che, non essendo stati rendicontati, sono tornati alla casa madre. Tutta colpa, probabilmente delle lungaggini giudiziarie, ma anche dell’amministrazione comunale in carica che non ha seguito la vicenda con la necessaria attenzione. Va rimarcato, infatti, che il sindaco in carica Pino Marasco aveva, a suo tempo, chiesto il dissequestro del waterfront per poter procedere al completamento dei lavori e consentire a turisti e residenti di poter godere di un’area ben attrezzata per il tempo libero. Il sostituto procuratore Concettina Iannazzo, per liberare il cantiere, disponeva il rispetto di alcuni adempimenti (nomina del Rup, relazione sullo stato dei luoghi, garanzie sull’esistenza dei fondi necessari) cui la Giunta Marasco non dava alcun seguito condannando al degrado tutta l’area. Per inciso, a varare il progetto del waterfront era stata nel 2011 la commissione straordinaria che ha gestito palazzo Convento, sede municipale, dall’agosto 2010 all’ottobre 2012. La redazione dell’elaborato tecnico vedeva in campo l’architetto Mauro Francini, il geologo Ivan Teti e il geometra Marilena Mangialardo. Veniva concesso, nell’ambito del Por 2007/2013, un finanziamento di un milione di euro, mentre la Sua appaltava i lavori per un importo pari a 842.700 euro di cui circa 350mila già liquidati. Tutto il resto è andato in fumo.

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