In piazza contro la precarietà e il lavoro povero. Il sindaco di Cinquefrondi,  Michele Conìa alla manifestazione di Catanzaro: basta precari “usa e getta!”

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Secondo i dati ISTAT  e dell’Osservatorio sul precariato diffusi dall’INPS a  gennaio 2024, i precari risultano essere circa 3 milioni e fino a settembre 2023 , in base ai dati INPS, sono stati assunti con un contratto di lavoro a tempo determinato o precario 513.411 lavoratori. La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a gennaio 2024 si attesta a poco meno di 15.000 unità, in aumento del 27% rispetto allo stesso mese del 2023 e l’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 248 euro. La straordinaria mobilitazione di oggi, alla quale partecipo come sindaco, spiega Michele Conìa, sindaco e consigliere metropolitano, è un fatto incoraggiante perché  prova ad intercettare esigenze reali presenti in tutto il mondo del lavoro, precarizzato e frammentato. Ogni giorno continuiamo a leggere di attacchi  alle istanze e lotte dei lavoratori e delle lavoratrici, storie di uomini e donne, giovani e meno giovani, stranieri e italiani che muoiono di lavoro spesso precario e irregolare; la flessibilità che nasceva per dare libertà alle persone ha finito invece per renderle schiave. La priorità sarà quella di abbattere il precariato e ridare dignità lavorativa a tutto quel mondo di mezzo di lavoratori sottopagati e sfruttati, per ridurre le disuguaglianze e aumentare i diritti per tutti e tutte, allo stesso modo”. Il sindaco Conìa non si limita ad  individuare le criticità ma propone soluzioni:“ Contro questo modello inaccettabile occorrono scelte coraggiose come il rilancio dei salari con l’istituzione di un meccanismo per adeguarli all’inflazione, il  contrasto alla precarietà e allo sfruttamento attraverso maggiori investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti; opporsi alla privatizzazione, alla mercificazione e allo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, dei settori fondamentali, di pubblica utilità e delle infrastrutture e per l’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale; tutelare i lavoratori immigrati, contro ogni discriminazione di genere e per una vera parità salariale, occupazionale e dei diritti delle donne, nei luoghi di lavoro e nella società”.   Dal Rapporto Caritas 2023 su povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo “Tutto da perdere” emerge che avere un lavoro non è più sufficiente per vivere una vita dignitosa e i dati nazionali evidenziano lo svantaggio del Mezzogiorno e dei piccoli comuni con meno di 50mila abitanti: 8,8% di persone in povertà assoluta a fronte del 7,7% delle aree metropolitane. “Con l’inaccettabile progetto dell’autonomia differenziata, queste diseguaglianze, saranno destinate ad aumentare e cristallizzarsi” sottolinea il sindaco di Cinquefrondi, primo comune in Italia che nel 2018 ha adottato una delibera contro l’attuazione del federalismo fiscale e avviando, nell’aprile successivo, il ricorso contro il sistema di perequazione del Fondo di solidarietà comunale, invitando gli altri comuni a fare altrettanto e raccogliendo 600 adesioni. “Legato al tema del lavoro c’è poi quello ineludibile della sicurezza”, continua Conìa. “Infatti all’indomani della Giornata internazionale della sicurezza e Salute sul lavoro,  con rabbia e tristezza apprendiamo le tragiche notizie degli eventi luttuosi   delle morti sul lavoro: basti pensare che a febbraio 2024 i morti sul lavoro sono già 119, il 19% in più rispetto allo stesso periodo 2023. Impressionanti i numeri di decessi nel Catanzarese, maglia nera a livello nazionale con 4 morti bianche dall’inizio dell’anno. E il pensiero corre commosso alla tragedia che si è consumata ieri nel Palermitano. Fino a quando i lavoratori continueranno ad essere ostaggio del ricatto occupazionale e del precariato spinto, non potranno mai dirsi di essere al sicuro nei luoghi di lavoro. Per questo chiediamo anche il rafforzamento della sicurezza dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS. Basta precarietà e sfruttamento! Basta alla logica di lavoratori e lavoratrici “usa e getta”! Chiediamo, conclude Michele Conìa, la stabilizzazione e il riconoscimento del giusto inquadramento di lavoratori e lavoratrici in coerenza con le mansioni amministrative svolte”.

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