Qualche giorno fa si è svolto a Nicotera Marina un incontro organizzato congiuntamente dal Movimento 14 luglio e dal WWF O.A. Vibo-Vallata dello Stilaro; per il M14L sono intervenuti gli ex consiglieri comunali Maria Adele Buccafusca e Antonio D’Agostino, oltre a vari attivisti del sodalizio. Per il WWF erano presenti il presidente del WWF vibonese Guglielmo Galasso e Jasmine De Marco, direttrice della riserva naturale regionale “Foce del fiume Mesima”. Alla riunione ha partecipato anche Francesco Biacca, presidente del settore Terziario innovativo della Confindustria di Vibo Valentia e CEO della società EverMind che organizza da anni il Festival dell’ospitalità. All’ordine del giorno vi era il problema della tutela, fruizione e valorizzazione della pineta della Marina, all’indomani degli episodi incendiari avvenuti tra il 28 e il 29 aprile scorso, che ne hanno messo in pericolo la stessa esistenza. L’incontro si è incentrato in un primo momento sull’approfondimento di quanto avvenuto in quei giorni e sulle eventuali responsabilità e ha poi sviluppato alcune importanti proposte, finalizzate tutte alla salvaguardia dell’importante bene ambientale e paesaggistico. Degli incendi verificatisi, prontamente spenti grazie ai ripetuti interventi dei VV.FF. di Vibo e di una squadra di Calabria verde, non è dato ancora conoscere le cause: se accidentali, dovute cioè alla colpevole incuria di qualche amante dei picnic domenicali a base di grigliate, oppure dolosi, il che porterebbe all’apertura di un’indagine giudiziaria. L’area colpita, di circa 5.000 mq, è stata quella in prossimità del villaggio ex Valtur, ma per fortuna, a quel che sembra, le alberature non sono andate distrutte e c’è la speranza che possano continuare a vegetare; se non tutte, almeno un buon numero di esse.
Ovviamente, a parte il concorso, doloso o colposo, dell’azione umana, al verificarsi dell’incendio hanno dato luogo anche le condizioni di totale incuria in cui versa la pineta, e le connesse responsabilità, che fanno capo ai diversi soggetti proprietari dei circa 38 ha della sua superficie. In proposito, Antonio D’Agostino ha chiarito che oltre il 53% è di proprietà del demanio marittimo, la cui gestione è passata per legge in capo alla Regione Calabria, che però non ha mai operato alcun intervento; la stessa inerzia va imputata agli eredi Bisogni, proprietari di circa il 23%. Il restante 24% appartiene in gran parte all’I.T.I. (Investimenti Turistici e Immobiliari), una s.p.a. alla quale è pervenuta la proprietà dopo numerosi passaggi di mano a partire dall’INSUD e dalla MIT originarie; e in minima parte, pari al 3% circa, coincidente con l’area gestita dal villaggio Beach Village, alla LAINS s.p.a. Entrambe queste società sono le uniche ad aver operato i necessari interventi di pulizia del sottobosco e di rimozione delle piante crollate. Lo stesso D’Agostino ha precisato che in ambito comunale, già all’epoca della gestione commissariale, si era profilata una soluzione per gli interventi afferenti alla parte demaniale; ed era stata infatti redatta una delibera che approvava uno schema di protocollo d’intesa, in base al quale il Consorzio Tirreno Vibonese avrebbe proceduto alle operazioni manutentive della pineta. Una soluzione improvvidamente quanto inspiegabilmente rifiutata dall’amministrazione Marasco, malgrado i vari appelli posti all’odg di numerosi consigli comunali dal gruppo Movi@Vento. Altrettanto incomprensibile è stato d’altronde il disinteresse dimostrato dall’amministrazione Marasco in tutta la fase preparatoria (incontri, convegni, attività informativa ecc.) della legge regionale che ha portato alla creazione della riserva della foce del Mesima, e nell’altrettanto importante iter di avvio della gestione, a partire dalla bonifica dell’area, che ha visto invece sempre partecipi i comuni di Rosarno e San Ferdinando. Questo solo per stigmatizzare la insensibilità dimostrata dall’amministrazione Marasco nella cura e valorizzazione del territorio, visto sia nei suoi limiti comunali che nel più vasto respiro del suo contesto.
Dalla riunione sono emerse poi diverse proposte.
Sul piano delle responsabilità di quanto accaduto, si è valutato necessario attendere di conoscere l’eventuale avvio di un’indagine giudiziaria per decidere sia come portare all’attenzione della comunità i fatti delittuosi in ipotesi accertati e sia se e quali azioni collettive di contrasto intraprendere. I partecipanti hanno anche deciso di portare la questione all’attenzione del Prefetto di Vibo, all’interno dell’incontro già programmato col WWF per il giorno 8 maggio prossimo; ed hanno infine stabilito di recarsi presso il competente Dipartimento regionale, sperando che da esso possa finalmente ottenersi la doverosa presa in carico della cura e gestione della pineta della Marina, che rappresenta un prezioso bene comune e non un problema di cui liberarsi col solito sistema dello scaricabarile.
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