Beni monumentali e culturali: la lunga stagione dell’oblìo è finita. Lo vogliono cittadini e associazioni, lo vuole la Diocesi, lo vuole l’amministrazione comunale. E, in presenza di un progetto serio e ben articolato, sono pronti a dare il loro sostegno anche Direzione regionale dei musei calabresi e, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio (Abap) di Reggio Calabria e Vibo Valentia. In altre parole, ci sono tutti i presupposti per restituire a cittadini, studenti, esperti e ricercatori la possibilità di usufruire di un patrimonio sempre progressivamente finito nel dimenticatoio. A poco a poco, infatti, si sono spente le luci dei quattro musei (archeologico, petrologia, arte sacra, civiltà contadina) che facevano di Nicotera una cittadella culturale metà di storici, studenti e ricercatori provenienti anche da fuori Calabria; sono ricresciuti i rovi sulla cava romana; non si è parlato più di realizzazione della Via dei mulini; è progressivamente cresciuto lo sfacelo della torre saracena che oggi appartiene al Comune di Joppolo, a seguito di donazione da parte del proprietario, ma che è ubicata sul territorio nicoterese. Meriterebbe un discorso a parte il castello dei Ruffo, emblema della città, riconosciuto bene monumentale di rilevante interesse storico, vincolato con decreto ministeriale dell’aprile 1999 e oggi off limits per i visitatori. Ricercare le responsabilità di tanto scempio sarebbe inutile perdita di tempo. E’ cosa più seria concentrarsi sul vento nuovo che spira sull’intera problematica e che spinge a guardare avanti con rinnovata fiducia.
Da un sereno e costruttivo confronto tra amministrazione comunale e associazione “Difesa diritti del territorio” (Ddt) è emersa, di recente, la volontà di lavorare in sinergia per il pieno recupero del patrimonio beni culturali e monumentali. Un fondo d’ottimismo che ha dato vita al progetto “Nexus – Frammenti dal passato” ideato da Salvatore Brosio e sposato in pieno dal Dipartimento Cultura della Ddt. In sostanza, un nuovo modo di connettersi col passato per ricostruire e ricollegare i frammenti di storie dimenticate e che devono diventare memoria, identità, opportunità di sviluppo su basi culturali. “Nexus”, oltre che il rilancio dell’interesse per i beni culturali, ha già prodotto un’intesa storica tra i sindaci di Nicotera, Rosarno e San Ferdinando. Gli stessi, abbattendo il muro dello sterile e atavico campanilismo, per la prima volta si sono trovati a confrontarsi dando via libera alla proposta avanzata dalla Ddt di creare un itinerario che, partendo dalla riserva naturale alla foce del Mesima realizzata dal Wwf, preveda la visita di tutti i giacimenti culturali di Rosarno, San Ferdinando e Nicotera. Ha prodotto, soprattutto, altri due importanti risultati.
Nel corso di un partecipato incontro tenutosi mercoledì sera nella sala consiliare, don Nunzio Maccarone, vicario della Diocesi di Mileto, ha annunciato, tra gli applausi, la volontà del vescovo Attilio Nostro di riaprire le porte del museo d’arte sacra non appena superate le ultime difficoltà. Dopo i saluti del vicesindaco Lorella Destefano e gli ottimi interventi di Giovanni Bianco (console Tuoring Club), Giuseppe Calopresti (Ddt) e Pino Leone (consigliere con delega ai Beni culturali), “Nexus” e il progetto a medio termine della Ddt e del Comune, che punta alla riapertura del museo archeologico, hanno incassato il sostegno di Marco Scaravilli (Abap Reggio Calabria) e Maurizio Cannatà, direttore musei di Vibo e Mileto, le cui conclusioni hanno esaltato la storia dell’intero territorio che grava sulle sponde del Mesima. Nell’immediato, comunque, via libera a un’esposizione temporanea dei reperti archeologici più pregiati depositati nella sede comunale e appartenenti al territorio di Nicotera.