Il Polo Liceale “Guerrisi-Gerace” ha ospitato dal 21 al 23 novembre 2024 la terza edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo. L’evento ha coinvolto la scuola in una serie di iniziative culturali per celebrare la memoria di Lea Garofalo, simbolo di coraggio nella lotta contro la criminalità organizzata. Tra conferenze, dibattiti e spettacoli, la manifestazione ha promosso la cultura della legalità e dell’impegno civile, rafforzando il ruolo della scuola come punto di riferimento per la formazione e i valori sociali.
Il Premio è stato istituito per mantenere viva la memoria di Lea da parte dell’Associazione Dioghenes, un’organizzazione impegnata a promuovere la cultura della legalità e a contrastare le associazioni criminali, specie quelle legate alla mafia e all’usura, attraverso numerose iniziative di sensibilizzazione e formazione delle nuove generazioni, soprattutto tramite il coinvolgimento degli studenti delle scuole italiane. Infatti, essa organizza spesso eventi educativi e attività didattiche mirate a sensibilizzare i giovani sulla lotta alle mafie e sull’importanza di costruire una società giusta e rispettosa delle leggi.
Il Premio Nazionale Lea Garofalo è un riconoscimento che celebra il coraggio, la determinazione e l’impegno civile di Lea, una donna calabrese che ha sfidato le leggi della ‘ndrangheta, rifiutando l’omertà che ha segnato la sua terra. La sua vicenda, tragica e drammatica, ha avuto un epilogo che l’ha portata a morire giovane, ma il suo coraggio ha lasciato un segno indelebile, soprattutto nella vita di sua figlia Denise. Lea è una madre che ha sacrificato tutto per il futuro della propria figlia, rimanendo per questo una figura emblematica nella lotta contro la mafia.
Nasce il 24 aprile 1974 a Petilia Policastro, in Calabria, in una famiglia ‘ndranghetista. Nel 1996, Lea incontra a Milano Carlo Cosco, un mafioso rivale, e si trasferisce con lui, dando alla luce la figlia Denise. Nel 2002, consapevole del pericolo per la sua vita e per la vita di sua figlia, Lea denuncia il compagno ed entra nel programma di protezione testimoni, ma la sua vita sotto protezione è difficile e le causa tormenti psicologici.
Nel 2009, Lea lascia il programma e riprende i contatti con la sua terra. La vendetta della famiglia Cosco non tarda: il 24 novembre 2009, Lea viene rapita e uccisa, a soli 35 anni, su ordine di Carlo Cosco. Il suo corpo viene distrutto per cancellare le tracce. Denise, convinta che la madre non l’abbia abbandonata, denuncia la scomparsa e diventa testimone chiave nel processo che condurrà alla condanna degli assassini.
Nel 2013, i colpevoli vengono condannati all’ergastolo, sebbene l’aggravante mafiosa venga esclusa. I funerali di Lea, celebrati nel 2013, attirano oltre 3.000 persone. La sua tomba al cimitero monumentale di Milano è diventata simbolo di coraggio e dignità. Lea ha sacrificato tutto per il futuro della sua famiglia, sperando in un mondo migliore per sua figlia.
Il programma del Premio dedicato a Lea si è svolto in quattro giornate: le prime tre presso il nostro Polo liceale, con eventi educativi e dibattiti sulla legalità e la lotta alla criminalità, coinvolgendo studenti, docenti e ospiti. L’ultima giornata ha avuto luogo a Milano, presso il Cimitero Monumentale.
La prima giornata è stata dedicata alla memoria delle vittime delle mafie e alla promozione della legalità, si è aperta nell’Aula Magna “Falcone-Borsellino” presso la sede centrale del Liceo Scientifico. La mattinata è iniziata con la presentazione del libro Il coraggio di Rosa di Marisa Manzini, con la partecipazione dell’On. Angela Napoli e Michelangelo Di Stefano, che hanno offerto riflessioni sulla lotta alla ‘ndrangheta. Il dibattito è stato arricchito da letture e interventi a cura degli studenti ed è stato allietato dl Coro Stabile dell’Istituto. Gli eventi pomeridiani, si sono svolti presso la Scuola di Recitazione della Calabria: il Generale Andrea Rispoli ha incontrato gli studenti per discutere di mafia e tutela ambientale, seguito dalla lettura dei nomi delle vittime delle mafie, tra cui Francesco Vinci, e l’intervento della sua famiglia. La giornata si è conclusa con l’evento Una fimmina calabrese, dedicato alla storia di Lea Garofalo, con la partecipazione della sorella Marisa Garofalo e altre personalità istituzionali, quali l’On. Sonia Alfano, Armando D’Alterio, Michelangelo Di Stefano Il tutto è stato arricchito da letture e musica a cura della SRC.
La seconda giornata è iniziata con la consegna dei riconoscimenti ai “Testimoni del nostro tempo”: Sedici personalità hanno condiviso le loro esperienze di lotta alla criminalità con gli studenti calabresi, destando in ognuno sentimenti di speranza e di coraggio. L’incontro è stato moderato dal giornalista Pietro Comito, presso il Cinema Teatro Gentile di Cittanova.
Nel pomeriggio, si è svolta una Tavola Rotonda dal titolo Da Joe Petrosino a Peppino Impastato: come è cambiata oggi la lotta alle mafie? Tra i relatori, il giornalista Maurizio Caprino, il testimone di giustizia Gennaro Ciliberto, Giovanni Impastato, fratello di Peppino, e l’On. Angela Napoli, che hanno discusso dell’evoluzione della lotta alla mafia nel tempo. L’incontro, moderato da Paolo De Chiara, si è svolto nell’Aula Magna “Falcone e Borsellino” del nostro Liceo.
La terza giornata del Premio è iniziata con la premiazione degli studenti vincitori del Premio Nazionale Lea Garofalo, moderata da Maria Rosa Ferraro, responsabile Cultura di Dioghenes APS. Durante la cerimonia, il Coro Stabile degli studenti, diretto in modo magistrale dal professore Sergio Morfea, ha eseguito alcuni brani. Alla fine dell’evento si è svolta l’estrazione della lotteria, con in palio un’opera d’arte donata dall’artista Luciano Tigani.
In conclusione la Dirigente scolastica Clelia Bruzzì ha ringraziato: il Sindaco, Avv. Domenico Antico per la costante presenza durante tutti gli eventi; l’On. Angela Napoli, madrina del Premio e tutte le personalità che hanno partecipato e contribuito alla realizzazione di un evento di alto livello, che ha visto coinvolti molti ospiti e ha costituito un momento di crescita per i nostri alunni.
Infine, l’ultima giornata è stata un momento di profonda riflessione e commemorazione. Alle 11:00, una delegazione di Dioghenes APS si è recata presso il Cimitero Monumentale di Milano per rendere omaggio a Lea Garofalo. In segno di rispetto e memoria, è stata deposta una rosa rossa sulla sua tomba, in ricordo di questa coraggiosa donna calabrese, vittima della ‘ndrangheta. L’iniziativa ha sottolineato ancora una volta l’importanza di onorare la memoria delle vittime di mafia e di mantenere viva la lotta per la giustizia e la legalità, anche a distanza di anni dalla sua tragica morte.
L’evento è stato reso possibile grazie alla straordinaria disponibilità e al costante supporto della nostra dirigente scolastica, la Dott.ssa Clelia Bruzzi e alla sua visione lungimirante, al suo impegno attivo che hanno permesso di realizzare un’iniziativa di tale rilevanza, che ha coinvolto non solo gli studenti, ma anche tutta la comunità scolastica.
“Ospitare il Premio Lea Garofalo all’interno delle scuole ha il duplice obiettivo di sensibilizzare i giovani su temi scottanti come la mafia e il femminicidio e di proporre al tempo stesso modelli positivi, donne e uomini che ogni giorno rischiano la loro vita per difendere la giustizia e la legalità e per tutelare i diritti delle donne”, spiega la preside, sottolineando come questa iniziativa si inserisca perfettamente nel percorso educativo della scuola. Un esempio tangibile di questo impegno educativo è rappresentato dalla biblioteca scolastica, intitolata a Francesco Vinci, vittima innocente della mafia. “I ragazzi, guidati da un team di docenti appassionati e preparati, catalogano, studiano, leggono e incontrano autori”, racconta la dirigente, “convinti che la cultura e la lettura siano gli strumenti più potenti per combattere la criminalità”. In questo spazio, i giovani trovano un luogo dove confrontarsi e riflettere.
Grazie anche a percorsi extracurriculari e approfondimenti, gli studenti hanno studiato il fenomeno mafioso, le sue radici, le sue regole e le sue trasformazioni. “I miei studenti sono consapevoli non solo della pervasività della ‘ndrangheta sul territorio, ma anche delle sue espansioni oltre i confini calabresi”, afferma la preside. “Comprendono che per combattere efficacemente questo fenomeno non è sufficiente un’azione repressiva, ma è necessario un cambiamento culturale profondo”.
Realizzare un premio contro le mafie in una terra come la Calabria è una sfida, ma proprio per questo la sua realizzazione è ancora più importante. “La nostra missione è formare cittadini europei”, prosegue la dirigente, sottolineando che grazie al progetto Erasmus, gli studenti del Polo Liceale Guerrisi V. Gerace hanno l’opportunità di partecipare a programmi di mobilità europea. “Gli studenti hanno la possibilità di perfezionare la lingua inglese e acquisire competenze utili per inserirsi in un contesto internazionale. Ma l’obiettivo più grande è che questi ragazzi possano decidere liberamente di restare nella loro terra, portando con sé competenze e valori che possano contribuire alla crescita della Calabria”, aggiunge la preside, spiegando come il premio Lea Garofalo non sia solo un momento di commemorazione, ma un’occasione per stimolare la riflessione sul futuro dei giovani .“Per rendere possibile la ‘Restanza’, come l’ha definita un illustre studioso calabrese, bisogna risvegliare le coscienze per dare vita a un nuovo contesto in cui le nuove generazioni possano vivere e lavorare, liberi dai condizionamenti della criminalità”, conclude la dirigente Bruzzì.
Il Premio Lea Garofalo, quindi, rappresenta un’opportunità fondamentale non solo per ricordare le vittime innocenti delle mafie, ma anche per stimolare una riflessione profonda tra i giovani su come costruire un futuro migliore. “Fare memoria è un dovere”, ribadisce la dirigente. “E questo premio vuole essere anche un invito ad impegnarsi attivamente, con scelte consapevoli e responsabili, per il bene della collettività”. Gli studenti del Polo Liceale “Guerrisi-Gerace” si sono dimostrati pronti a diventare i veri protagonisti del premio, coinvolgendosi pienamente nelle attività in programma. Questa esperienza ha stimolato il voler volare più in alto, sulle ali della legalità, per contribuire alla costruzione di una Calabria e di un’Italia più giusta e libera dalle mafie.