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INTELLIGENCE, GIUSEPPE GAGLIANO AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “DISINFORMAZIONE E PROPAGANDA SONO STRUMENTI DI GUERRA PERMANENTE”.

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Rende (21.3.2025) – “La mente campo di battaglia: guerra cognitiva e intelligence” è la lezione tenuta da Giuseppe Gagliano, fondatore e presidente del Centro studi strategici Carlo de Cristoforis (CESTUDEC), al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

“La disinformazione è un’arma formidabile: può plasmare le percezioni, influenzare le scelte e persino ridefinire l’identità culturale di una società”, ha spiegato Gagliano, sottolineando come questi strumenti non siano limitati solo a scenari militari, ma siano ormai parte integrante della vita quotidiana, configurandosi come una vera e propria “guerra permanente” combattuta con le informazioni per orientarne il flusso e l’opinione pubblica.

Ma come possiamo riconoscere e difenderci da questi meccanismi di manipolazione?

Secondo il docente occorre in primo luogo saper distinguere tra disinformazione e propaganda che sono strumenti essenziali per orientare il dibattito pubblico e condizionare l’opinione dei cittadini.

La prima opera in modo subdolo, alterando la realtà per generare confusione e instabilità, mentre la seconda si muove in modo più esplicito, costruendo narrazioni ripetitive per influenzare il consenso.

In secondo luogo, occorre riconoscere che nel corso del tempo, queste tecniche si sono evolute.

Se durante la Guerra Fredda, avevano la finalità di minare la stabilità degli avversari geopolitici, oggi l’avvento dei social media e dell’intelligenza artificiale ha amplificato la diffusione delle fake news, sfruttando i bias cognitivi e cavalcando l’onda polarizzante delle divisioni sociali.

“La disinformazione funziona perché si innesta su percezioni già radicate”, ha evidenziato Gagliano, sottolineando il ruolo centrale dei media tradizionali e digitali nella sua diffusione.

Infine, si rende necessario stabilire e delineare il concetto di “Propaganda economica” come strumento per rafforzare la fiducia in determinate politiche e orientare scelte economiche e finanziarie.

Il docente ha citato quali possano essere considerati nella sua opinione alcuni esempi storici e contemporanei di disinformazione.

A cominciare dalL’operazione Denver degli anni Ottanta, quando il KGB diffuse la falsa teoria che l’AIDS fosse un’arma biologica americana per alimentare sentimenti anti-USA.

La disinformazione sulla Russia è un altro caso. Le previsioni errate sul collasso economico russo sono state diffuse fin dall’inizio della guerra in Ucraina.

Inoltre, la manipolazione attraverso media e ONG seconda la quale alcune organizzazioni ambientaliste e per i diritti umani sono state sfruttate come strumenti di pressione geopolitica.

Nel delineare il legame tra Intelligence e disinformazione, Gagliano ha sostenuto che nel mondo dell’Intelligence, la disinformazione è una risorsa strategica per influenzare l’opinione pubblica e destabilizzare governi ed economie.

Il docente ha quindi illustrato come i Servizi abbiano storicamente usato la manipolazione informativa per consolidare il proprio potere geopolitico.

Nel XXI secolo, quindi, le principali sfide della disinformazione includono principalmente tre dinamiche che comprendono:
1. Polarizzazione dell’opinione pubblica, usata per alimentare divisioni interne e minare la fiducia nelle istituzioni.
2. Interferenze nelle elezioni, che si avvalgono di strategie digitali progettate per influenzare il voto e orientare il consenso politico.
3. Propaganda economica, che sfrutta particolari tecniche usate per condizionare le decisioni finanziarie e commerciali su scala globale.

Nei regimi autoritari, la propaganda è uno strumento di controllo sociale.

Nelle democrazie, invece, spesso si cela dietro campagne informative ufficiali, rendendola più difficile da identificare.

Un elemento cruciale è l’accesso agli archivi storici declassificati: solo attraverso documenti ufficiali è possibile ricostruire la verità su eventi passati e smascherare operazioni di disinformazione condotte dagli Stati.

Nel delineare prospettive future e strategie di contrasto alla disinformazione, Gagliano ha indicato tre direzioni strategiche fondamentali:
1. Educazione mediatica, per promuovere il pensiero critico necessario a valutare in modo indipendente le informazioni.
2. Trasparenza istituzionale, per facilitare la declassificazione di documenti e garantire fonti attendibili.
3. Tecnologie avanzate che usino l’intelligenza artificiale per individuare e contrastare la manipolazione informativa.

“In un mondo iperconnesso, la disinformazione è un’arma pervasiva e sofisticata. Non possiamo permetterci di subirla passivamente: dobbiamo sviluppare strumenti di difesa adeguati, altrimenti continueremo a essere manipolati senza nemmeno rendercene conto”, ha concluso Gagliano.

Il futuro dell’Intelligence pertanto, dovrà necessariamente includere strategie attive contro la manipolazione informativa, perché nella guerra dell’informazione, il vero obiettivo è sempre la mente delle persone.

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