Questione tributi, una storia costosa…per i cittadini.

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La storia inizia il 14 settembre 2020, allorquando la cittadinanza si apprestava a votare. Mentre tutti si pensava alle urne, il funzionario del comune, Giovanni Baldo, in completa autonomia, affidava direttamente il servizio di riscossione coattiva ad una azienda privata, AREA srl.

Tanto avveniva fuori dagli schemi legali perché tali convenzioni per legge devono passare dall’approvazione del consiglio comunale, cosa che non è avvenuta.

A vincere nelle urne risultava la coalizione capeggiata da Maruca, con assessore al ramo Giuseppe Castagna, i quali, assieme alla loro maggioranza, piuttosto che revocare o validare quella iniziativa, proseguivano sulla stessa scia e consentivano a quello stesso funzionario di rinnovare ulteriormente la convenzione nel 2023, mediante un ulteriore affidamento diretto fino al 31.12.2025.

Pertanto negli anni i cittadini di San Calogero si sono visti recapitare a mano minacciose lettere, creando allarme sociale e costringendoli a rivolgersi ad avvocati. Uno di questi, più avveduto degli altri, nel proporre accesso agli atti per verificare l’esistenza della necessaria delibera di consiglio comunale, quale atto sovrano dell’intera procedura, si accorgeva della sua mancanza e proponeva ricorso.

A quel punto a preoccuparsi è stato lo stesso funzionario e l’intera maggioranza. Quindi, pezza a colori, che come sappiamo è sempre peggio del buco, è stata la delibera di consiglio comunale di dicembre 2024, la nr. 31, con la quale si è cercato di convalidare un atto già nullo, scaduto e foriero di grosse problematiche, stavolta per lo stesso ente comune.

Durante la discussione del punto, per la minoranza assurdo e inutile, si assisteva ad un surreale dibattito in cui Varone cercava di convincere la maggioranza a rinviarlo, chiedendo un autorevole parere tecnico al fine di non esporre a rischio quello stesso responsabile che sicuramente aveva agito in buona fede, anche a tutela dei consiglieri meno avveduti che avrebbero votato senza essere stati correttamente informati dei rischi connessi ed alle responsabilità (danno erariale), visto anche il fatto che la stessa norma da loro citata, ovvero l’art. 2 comma nonies della Legge 241/90, prevedeva dei termini stringenti di 18 mesi, ormai palesemente scaduti.

Apriti cielo, il consigliere delegato al bilancio Castagna, ringraziando Varone per il consiglio, rigettava la proposta non ponendola nemmeno ai voti e, assieme al funzionario Baldo, sosteneva che invece i confronti con altri enti erano già stati avviati e che occorreva approvare la convalida, altrimenti si che si sarebbe incorso in danno erariale a carico di tutti i consiglieri contrari. Aggiungeva inoltre che erano scaduti i termini per i ricorsi e quindi i cittadini non avevano più la possibilità annullare quelle cartelle.

Nei mesi a seguire Varone presentava una mozione tesa a “congelare” le procedure, assurde anche dal punto di vista delle pretese, con sanzioni del 20% annuo e, quindi, con importi elevatissimi, suggerendo la previsione di un tavolo di lavoro al fine di verificare la fattibilità di una riduzione delle pretese mediante taglio delle sanzioni e degli interessi, in linea con quanto sta avvenendo a livello nazionale, facendosi carico anche di trovare un professionista esperto in materia, l’avv. Francesco Damiano Muzzopappa, che a titolo gratuito avrebbe rappresentato i cittadini che non riuscivano a ricevere risposte dagli amministratori e dagli uffici.

Anche questa iniziativa veniva sonoramente bocciata e censurata dal primo cittadino che con risposta scritta tacciava Varone di populismo. A Maruca faceva eco Castagna che con scherno tentava di far risalire l’origine di quegli atti alla amministrazione precedente.

Nei giorni a seguire l’amministrazione, evidentemente messa all’angolo dalle censure polemiche dei cittadini, con un comunicato sulla pagina Facebook ufficiale, richiamava quanto detto da Castagna e velatamente tentava di far cadere le responsabilità sulla amministrazione Brosio, addirittura minacciando di querela quei cittadini che si permettevano di criticare via social il loro operato.

Non si è fatta attendere la risposta dell’ex sindaco Brosio che, con un video postato sui social, con allegato tanto di delibera comprovante la realtà dei fatti, rispediva al mittente le accuse e raccomandava correttezza all’attuale maggioranza, prefigurando una débâcle totale alle prossime elezioni per vie dello sfascio amministrativo e delle tante promesse mancate.

Opportuno per lui, oggi più che mai, sarebbe la convocazione di un incontro pubblico, richiesta che da più parti proviene, in cui discutere di queste problematiche, ma ormai non si può più sperare in quanto questa amministrazione si è sempre contraddistinta per la sua chiusura.

 

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