In occasione della Festa della Repubblica, nel corso delle celebrazioni ufficiali del 2 giugno promosse dalla Prefettura di Reggio Calabria, sarà conferita alla memoria di Biagio Cirillo la Medaglia d’Onore del Presidente della Repubblica.
Arruolato nel Regio Esercito a 19 anni, Cirillo fu assegnato al 47° Reggimento Fanteria “Bari” e prese parte ai duri combattimenti sul fronte greco-albanese, distinguendosi in località come Kalibaki, Makricampos, Sella Radati, Tepeleni e Golico. In seguito fu trasferito in Montenegro con la Divisione “Ferrara”, impegnata in operazioni di presidio e controguerriglia.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fu catturato dai tedeschi. Rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e di collaborare con l’esercito tedesco. Per questo fu deportato in Germania e classificato come Internato Militare Italiano (IMI), condizione che lo privava delle tutele riservate ai prigionieri di guerra e che, per il trattamento disumano ricevuto, ha portato gli storici a definire quegli uomini “Schiavi di Hitler”.
Internato nel lager XI B di Braunschweig, fu costretto ai lavori forzati nell’industria bellica e impiegato in mansioni durissime. Resistette per quasi due anni, affrontando fame, freddo e umiliazioni, senza mai rinnegare la propria scelta.
«Con quale faccia avrei potuto far ritorno in Italia se avessi tradito la mia Patria?», disse con fierezza qualche anno fa, in occasione di un incontro-testimonianza promosso dall’ANEI.
Liberato nell’agosto del 1945, fece ritorno a Galatro, profondamente segnato, ma con l’orgoglio intatto.
A custodirne la memoria oggi sono i figli Carmelo, Antonio e Stella, insieme a tutti i suoi nipoti.
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