“In un simpatico pamphlet dal titolo “L’arte di ottenere ragione”, il filosofo Schopenhauer, elenca una serie di stratagemmi, tutti interessanti e potenzialmente utili al fine. Tra questi così raccomanda in uno di essi: “ Quando ci si accorge che l’avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, perfidi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall’oggetto della contesa (dato che lì si ha partita persa) al contendente e si attacchi in qualche modo la sua persona. Si tratta di un appello dalle forze dello spirito a quelle dell’animalità”. Lo stratagemma ben si adatta a ciò che sto per dire di Giuseppe Marasco, operate però alcune variazioni preliminari”.
Ad affermare tutto ciò è l’ex consigliere comunale del gruppo Movi@Vento, Antonio D’Agostino il quale “denuncia” il forte ego che, a suo dire, “contraddistingue il sindaco Giuseppe Marasco per poter pensare che qualcuno sia superiore a lui. E men che meno – afferma – io penso di sentirmi superiore a chicchessia. Resta però oggettivamente di altro livello il modo col quale, nel consiglio comunale passato, il gruppo consiliare Movi@Vento ha affrontato i problemi che affliggono la comunità nicoterese, sia che si trattasse dell’inquinamento ambientale sia che si parlasse della gestione del territorio o dell’erogazione dei servizi”.
Per D’Agostino, è in questi campi che l’amministrazione Marasco ha evidenziato e continua ad evidenziare la propria “inadeguatezza limitandosi a vivere, o meglio vivacchiare alla giornata. Ed è proprio questo il giudizio- dichiara, sempre più generale, che Marasco non tollera, al punto che se ne avesse le armi, impedirebbe a chiunque di parlarne; e non avendole, ripiega sempre sullo stratagemma di cui sopra, definendoci “micetti da tastiera” in un suo recente post sulla pagina istituzionale; noi, a suo dire, saremmo quelli “…che oggi, fuori dal consiglio comunale si permettono il lusso di “bacchettare” l’amministrazione e si professano politici di grande spessore…dopo essersi distinti per cinque anni tra i banchi dell’opposizione senza riuscire a sfornare neppure una proposta valida per affrontarne uno dei mille problemi che affliggevano la nostra splendida città”. In queste poche parole c’è tutto: la perfidia, l’oltraggio, la grossolanità.
Ma superata l’analisi del tipo psicologico Marasco, peraltro banale nella fattispecie, ci riserviamo, non essendoci qui lo spazio, di elencare in una serie di articoli, a beneficio della verità e per la fruizione collettiva, tutte le proposte che in cinque anni abbiamo portato avanti nel consiglio comunale e nelle due uniche commissioni che sono state convocate (Lavori pubblici e Ordinamento), impedendo, in spregio allo statuto e al regolamento, l’attivazione di tutte le altre. E a proposito dello statuto, chiederemo anche che fine hanno fatto i vari istituti di partecipazione popolare in esso previste: assemblea civica annuale, bilancio partecipato, consultazioni, istruttoria pubblica, consiglio di comunità, consiglio di quartiere ecc. ecc. Ma vi immaginate che un sindaco, che non tollera la libera e fondata critica di cittadini, possa poi fare esercizio di democrazia attivando gli strumenti del dibattito democratico? Non si chiamerebbe più Marasco”.