Presentazione del volume collettaneo “Statuaria greca. Archeologia e analisi filologico/iconografica”, a cura di Antonio Corso e Daniele Castrizio pubblicato da Laruffa Editore. Domenica 12 ottobre, ore 18:30 Stazione FS di Santa Caterina – Reggio Calabria nell’ambito del ciclo “Calabria d’Autore” a cura dell’Associazione “Incontriamoci sempre”

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Le statue antiche ci parlano ancora — e a volte lo fanno dal fondo del mare. È da questa suggestione che prende avvio il volume “Statuaria greca. Archeologia e analisi filologico/iconografica”, curato da Antonio Corso e Daniele Castrizio, che sarà presentato domenica 12 ottobre alle ore 18:30 presso la Stazione FS di Santa Caterina, nell’ambito della rassegna “Calabria d’Autore” promossa dall’Associazione “Incontriamoci sempre”.

Il primo contributo, di Lorenz Baumer, racconta la storia affascinante di alcune tra le più straordinarie scoperte archeologiche degli ultimi decenni, rivelando il complesso intreccio di arte, politica, mito e cultura che definiva il mondo antico. Dalle navi affondate al largo di Porticello, Mahdia e Antikythera, cariche di sculture destinate a misteriosi viaggi nel Mediterraneo: ogni capitolo ricostruisce rotte, contesti e significati nascosti del trasporto e della circolazione delle opere d’arte nel mondo greco.

Una sezione centrale del volume, curata da Daniele Castrizio, è dedicata proprio ai Bronzi di Riace, oggetto di nuove ricerche che hanno portato alla luce dettagli finora poco noti: impronte, accessori perduti, legami con reperti scoperti ad Argo e a Roma, e perfino una replica in miniatura conservata in un museo americano.

Molto importante è l’analisi morelliana di Antonio Corso, che mette svela come, al di là delle ricerche iconografiche, i Bronzi di Riace hanno una trattazione dei volumi e delle superfici che rimandano al torso Valentini e all’Atleta di Stefano, unanimemente considerate copie di originali di Pitagora di Reggio e della sua scuola di bronzisti.

Un ampio approfondimento è riservato anche a Policleto, tra i più influenti scultori dell’antichità, e alla controversa identificazione del suo Doriforo. Grazie a un’approfondita indagine filologica e iconografica di Vincenzo Franciosi, il volume mette in discussione interpretazioni tramandate per secoli e avanza una suggestiva ipotesi alternativa: l’identificazione del Doriforo con l’Efebo Westmacott del British Museum. Una prospettiva che apre nuove strade di ricerca sull’estetica e la funzione simbolica della scultura greca.

A completare il percorso, la pubblicazione – per la prima volta – di una statua in bronzo rinvenuta ad Argo, nei pressi di un’antica officina di bronzisti, da Christos Piteròs. L’opera aggiunge un tassello inedito alla conoscenza della produzione scultorea del V secolo a.C., gettando nuova luce sulla maestria tecnica e la diffusione dei modelli policletei.

“Statuaria greca. Archeologia e analisi filologico/iconografica” è, in definitiva, un invito a guardare le statue antiche con occhi nuovi: ogni dettaglio nascosto, ogni frammento riemerso, ogni interrogativo ancora aperto ci avvicina al cuore vivo della storia e alla voce, sempre attuale, dell’arte classica.

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