Lettera aperta alla cittadinanza: "Uniamoci per ripensare Joppolo" Lettera aperta alla cittadinanza: "Uniamoci per ripensare Joppolo"

Lettera aperta alla cittadinanza: “Uniamoci per ripensare Joppolo”

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Una lettera aperta sottoscritta da Giovanni Capua, Filoreto D’Agostino e Francesco Arena, è stata indirizzata ai concittadini, con un invito chiaro ed esplicito, in considerazione anche del fatto che fra oltre un anno si ritornerà a votare, rimettere insieme i fili della comunità, perché “Joppolo – affermano – non è solo il luogo dove viviamo, è casa nostra”.

“Cari concittadini – inizia la missiva -, Joppolo è dove siamo cresciuti, dove abbiamo scelto di restare con la famiglia e dove vogliamo che anche i nostri figli e nipoti possano immaginare il proprio futuro. È il posto delle nostre radici, dei legami affettivi, della comunità che, nonostante le difficoltà, non si arrende. E come ogni casa, ha bisogno di cura. Negli ultimi anni abbiamo visto strade svuotarsi, edifici chiudere, opportunità partire altrove. Ma abbiamo visto anche la forza di chi resiste, di chi continua a dare una mano, di chi crede ancora che qui valga la pena vivere.
Siamo un gruppo di semplici cittadini e non portiamo promesse calate dall’alto, ma un invito: uniamoci per ripensare Joppolo. Non vogliamo decidere per voi, ma con voi. Vogliamo raccogliere idee, proposte, energie. Ogni voce conta. Immaginiamo un’economia che nasce dalla nostra terra: prodotti di qualità e di nicchia, mercati locali, turismo e sviluppo sostenibile che racconti il mare, la pineta con il Santuario e i borghi. Spazi oggi abbandonati trasformati in luoghi per giovani, anziani, famiglie, cultura. Servizi pubblici che funzionano e un’amministrazione trasparente, vicina, che ascolta e che sappia indirizzare la comunità valorizzando le risorse disponibili, con un paese più pulito, sicuro, decoroso. Sappiamo che non sarà facile, ma crediamo che la vera forza di Joppolo sia la sua gente: chi ci vive, chi è partito ma porta il paese nel cuore, chi vuole tornare. Per questo non chiediamo solo consenso: chiediamo partecipazione. Ripartiamo dal nostro paese. Insieme. Perché ogni cambiamento comincia quando qualcuno decide di crederci. A presto”.

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