La Camera di Commercio di Vibo Valentia ha comunicato con un avviso apparso sul suo sito istituzionale, l’avvio del 2° corso di ceramica Raku, “inserito – si legge – nell’ambito del progetto Bottega Aperta Limen, che sarà dedicato non solo a chi si accosta per la prima volta a questa tecnica, ma anche a chi intende approfondire le proprie competenze in materia”.
Raku-yaki (楽焼) o raku è una tecnica di costruzione e di cottura giapponese per la fabbricazione di ciotole in argilla per la cerimonia del tè. Il raku è una tecnica di origine giapponese di cottura, nata in sintonia con lo spirito zen, in grado di esaltare l’armonia delle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle forme. L’origine del raku è legata alla cerimonia del tè: un rito, realizzato con oggetti poveri, incentrato sulla tazza che gli ospiti si scambiavano. Le sue dimensioni erano tali da poter essere contenuta nel palmo della mano. L’invenzione della tecnica raku è attribuita ad un artigiano coreano addetto alla produzione di tegole dell’epoca Momoyama (XVI secolo d.C.), Chojiro, che la sviluppò per facilitare la fabbricazione delle ciotole per la cerimonia del tè (e il suo mecenate fu Sen no Rikyu, era un maestro di questa cerimonia). Il termine giapponese rakusignifica “comodo, rilassato, piacevole, gioia di vivere”, e deriva dal sobborgo di Kyōto nel quale era estratta l’argilla nel sedicesimo secolo.
La tecnica raku fu introdotta recentemente nel mondo occidentale che ne stravolse i principi fondamentali. L’effetto decorativo, con riflessi metallici e la cavillatura, la singolarità del processo, durante il quale l’oggetto è estratto incandescente dal forno, ne fanno una tecnica estremamente originale, che stravolge il metodo classico. Durante il processo raku il pezzo subisce un forte shock termico: è quindi necessario utilizzare un’argilla robusta e refrattaria. Questo tipo di materiale possiede al suo interno sabbia e granelli di argilla già cotta, chiamati chamotte, che ne diminuiscono la contrazione, evitando così le fratture. Il pezzo in argilla refrattaria bianca, dopo esser stato modellato, è cotto una prima volta a 950-1000 °C; successivamente avviene la decorazione. In questa tecnica si utilizzano ossidi o smalti; per avere una colorazione verde, ad esempio, non si utilizzano pigmenti di quel colore, ma l’ossido di rame.
Il corso – che sarà tenuto da Eliana Zamboni e Salvatore Mamone maestri d’arte Raku – prevede un’analisi completa della tecnica Raku, seguita da prove pratiche. Lo stagista dovrà costruire piccole forme (lastre, cilindri, ciotole) o forme di propria ispirazione in materiale refrattario, che poi decorerà con smalti, ossidi, carbonati, fritte e cristalline colorate. Sarà la Bottega Aperta Limen a mettere a disposizione tutto il materiale necessario per lo svolgimento del corso (argille, ossidi, smalti, etc.).
Il programma delle quattro giornate – 31 maggio, 1, 13 e 14 giugno, in cui il corso si articola – prevede nelle prime due giornate, la modellazione e la creazione di forme semplici in argilla refrattaria e l’introduzione alla parte relativa alla preparazione degli smalti. La terza e la quarta giornata saranno invece dedicate alla decorazione e alla cottura dei pezzi attraverso la tecnica Raku. Gli oggetti creati, una volta secchi, riceveranno la prima cottura durante la settimana di intervallo
Tutti i manufatti realizzati saranno di proprietà del corsista. Il corso è gratuito. Per partecipare inviare il modulo allegato a promozione@vv.camcom.it entro il 30/05/2018.
Foto di copertina di Arianna Piazza, titolare di Bottega Krua.