Un istituto dove viene messa in atto da anni la didattica innovativa. Questo è il Liceo statale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia del dirigente scolastico Antonello Scalamandrè collaborato dal vicario Antonio Natale e dall’ex dirigente della scuola Giovanni Policaro, ben felice che l’istituto prosegua il successo sulla base del solco tracciato.
Basta citare la settimana in cui gli studenti, più di un migliaio, prendono in mano le chiavi e l’organizzazione scolastica e si scatenano nel proporre una didattica alternativa e innovativa per cui il tradizionale concetto dell’andare a scuola è soppiantato dal costruire-fare scuola. Il percorso innovativo, facente parte integrante del Ptof del Liceo all’interno del curricolo flessibile è strutturato seguendo un tema che funge da filo conduttore per l’intero periodo: l’Arte. Gli studenti pianificano dettagliatamente vari percorsi che vertono su attività laboratoriali quali teatro, lettura/scrittura, lingua inglese, arte, video-editing, musica, danza, incontri e dibattiti con importanti interlocutori delle istituzioni presenti sul territorio e molto altro.
Non solo laboratori però. Gli alunni si muovono itineranti tra i diversi luoghi di interesse storico-culturale di Vibo Valentia, rendendosi attivi nel descrivere i monumenti, le bellezze e le peculiarità cittadine e, se ancora non bastasse, si può approfittare anche a beneficiare di attività didattiche ordinarie con il chiaro intento che gli alunni, cui i rispettivi consigli di classe hanno rilevato carenze formative, recuperino le lacune in modo tale che si rimettano al passo degli altri; i docenti della scuola, durante la settimana, scendono dalla cattedra e si mettono interamente a disposizione dei ragazzi in una sorta di scuola capovolta. I ragazzi più grandi curano i più piccoli, instradandoli e guidandoli nelle varie attività giornaliere e in un clima assolutamente disteso, sereno, festoso, estremamente costruttivo vivono la scuola senza banchi, senza vincoli, una scuola dispensatrice di cultura, del sapere fare, della capacità di relazionarsi, di prendersi cura degli altri e del patrimonio culturale.
Insomma una scuola nuova capace di sviluppare quelle competenze chiave di cittadinanza, fondamentali alla realizzazione del buon cittadino moderno. Un esempio positivo di cui andare fieri, soprattutto perché proviene da un contesto territoriale privo di tutto ciò che potrebbe costruire aggregazione, condivisione e crescita sociale.