Che fine hanno fatto i 233.740.500 euro che la Regione aveva destinato alla mitigazione del rischio idrogeologico e alla messa in sicurezza della fascia costiera calabrese? Il “Patto per la difesa del suolo” del 31 luglio 2017 perché non è decollato? Le risposte non ci sono, i ritardi sì e anche notevoli. Il reclutamento dei tecnici e la redazione dei progetti, infatti, dovevano essere completati entro il 2018; all’inizio del 2019 dovevano essere avviati i lavori da concludere al massimo entro il 2021. A oggi non s’è mossa foglia. Eppure gli interventi erano d’estrema urgenza, soprattutto per quanto riguarda l’erosione costiera. Lungo i quasi ottocento chilometri della costa calabrese non c’è tratto di litorale che non sia esposto ai danni provocati dalla furia del mare; non c’è tratto dal quale non si levino appelli accorati alla Regione e agli uffici competenti perché vengano effettuati interventi urgenti per mettere in sicurezza centri abitati, strutture ricettive, aree portuali. Se ne parla da anni, ma di opere realizzate per smorzare l’incedere dell’erosione costiera se ne vedono poche e quelle poche che sono state portate a compimento non risolvono i problemi in quanto fatte a macchia di leopardo e in assenza di un piano che valuti organicamente la situazione dell’intera fascia costiera calabrese. Insomma, la macchina organizzativa regionale, galeotti anche i recenti “scombussolamenti”, s’è inceppata.
Stando così le cose, il litorale tirrenico vibonese, che assieme a quello del Reggino e di tratti litoranei appartenenti alle altre province calabresi, appare quello più soggetto a rischi, continua a fare i conti con l’avanzare del mare e con gli effetti delle mareggiate che flagellano la costa. Situazioni delicate sono del tutto evidenti tra Nicotera e Pizzo con punte di elevata pericolosità a Joppolo, Capo Vaticano, Parghelia e Briatico. Quando il 31 luglio 2017 la giunta regionale, stringendo i tempi, varava il “Documento programmatico di difesa del suolo” sembrava arrivato il momento buono per cominciare ad affrontare il problema erosione. Lo stesso piano, attingendo ai fondi del Por 2014/2020 e del Patto per lo sviluppo della Calabria, veniva dotato di risorse finanziarie che sembravano sufficienti a fronteggiare il quadro completo dei bisogni del territorio regionale. Dando priorità assoluta alla mitigazione del rischio idrogeologico e dell’erosione, stanziava, infatti, le somme occorrenti per realizzare le opere di difesa costiera considerandole prosecuzione e completamento degli interventi già in corso e finanziati col precedente Por 2007/2013. Alla resa dei conti, considerando le somme disponibili nel “Patto per lo sviluppo della Calabria” e nel Por, venivano messi a disposizione per gli interventi sul territorio calabrese ben 233.740.500 euro di cui 65.424.795 destinati alla salvaguardia dei tratti di litorale a rischio. A beneficiarne, naturalmente, era anche il litorale vibonese.
Spulciando tra le carte del “Patto” è possibile tracciare il quadro degli interventi previsti con relativi importi ossia: 3,5 milioni di euro per fronteggiare i “guai” esistenti sul tratto costiero Nicotera-Joppolo-Ricadi; 5 milioni per interventi tra Tropea e Vibo Marina passando per Parghelia, Zambrone e Briatico. Non sono somme da far girare la testa, ma qualche opera di salvaguardia si poteva cominciare a realizzare. Probabilmente, se la Regione avesse affidato ai Comuni il compito di gestire gli importi di pertinenza, i tempi si sarebbero potuti accorciare. Gli enti comunali non brillano per celerità, ma di certo qualcosa si poteva già vedere. Le situazioni più delicate riguardano l’arenile di Nicotera assottigliatosi al punto tale che , durante le mareggiate, le onde penetrano senza difficoltà nell’abitato della Marina e nella pineta specialmente in prossimità della foce del Mesima. Sino ad oggi la Regione ha del tutto ignorato il problema e gli amministratori non si sono, di certo, strappati i capelli per richiamarne l’attenzione. Nonostante qualche opera già realizzata, gran parte della costa di Capo Vaticano rimane ancora esposta alla violenza delle mareggiate al pari del litorale compreso tra Parghelia e Briatico. Non è da meno il litorale di Joppolo dove i danni provocati dall’erosione si sono assommati a quelli generati dai nubifragi della scorsa estate. In verità, negli anni passati, il litorale joppolese era stato già oggetti di finanziamenti cospicui. Stranamente, però, non sono stati utilizzati e il governo li ha dirottati altrove. Oggi, la situazione appare estremamente seria e non a caso un gruppo di cittadini, guidato dall’ex sindaco Sisto Vecchio, s’è organizzato per portare la delicata situazione all’attenzione delle autorità competenti. Addirittura nel lato Sud del lungomare una fila di alberi in fiore rischia di essere risucchiata dalle onde. Per Sisto Vecchio non c’è che da <prepararsi al loro funerale>.