Un piano di lavoro per riportare l’attenzione sui disagi della gente e sugli aspetti negativi che hanno tolto ossigeno al tessuto economico nicoterese. Un piano concordato da cittadini e istituzioni. Per approfondire e possibilmente risolvere il problema del mare sporco in particolare intanto si riparte da dove ci si era fermati. Si riparte, cioè, dall’estate del 2005 e da mesi di ricerche – la spiaggia di Nicotera Marina ed i fondali marini vennero ispezionati metro per metro dai sub della guardia di Finanza e della Marina, a cominciare dalla scogliera lato Nord per arrivare sino alla foce del Mesima – conclusesi con dati disarmanti. Dati contenuti in una relazione della Capitaneria di porto di Vibo Marina datata 25 novembre 2005 e che ieri mattina i portavoce del Movimento 14 luglio Tonino D’Agostino, Beniamino Lapa, Tony Capua e Nicola La Valle hanno messo a disposizione della commissione straordinaria e del maresciallo Fabio Cirone comandante della caserma di Nicotera Marina. Nella stessa si parla di inquinamento originato da scarichi non autorizzati, scarichi comunali nella rete fognaria pubblica, inquinamento originato dalle acque fluviali del Mesima (collettore Ravello), fosso San Giovanni, Britto e torrente Agnone. Nicotera, in sostanza inquinava Nicotera. Da allora sono passati, inutilmente, dodici anni. Il mare sporco era e sporco è rimasto. Di nuovo rispetto al passato c’è solo una forte presa di coscienza della popolazione che ha nel Movimento 14 luglio, ora costituitosi ufficialmente con statuto e regolamento, un punto di riferimento sicuro. Ci sono anche la piena disponibilità della triade commissariale, dei Carabinieri e della Capitaneria di porto ad affrontare con la necessaria determinazione la delicata problematica. Occasione per fare il punto della situazione è stata un’accurata ispezione delle condotte fognarie che dalla contrada Santa Barbara arrivano al vecchio depuratore di Nicotera Marina per poi essere convogliate verso il mega depuratore Iam di Gioia Tauro.
Alla lunga scarpinata hanno preso parte i commissari Adolfo Valente e Michela Fabio, gli uomini della Guardia costiera, i carabinieri di Nicotera Marina. Una ricognizione mirata a delineare un quadro chiaro dell’esistente ossia di una realtà che desta seria preoccupazione non solo per la questione mare, ma anche per le condizioni allarmanti dei canali di bonifica trovati in completo stato d’abbandono. Il loro alveo è del tutto ostruito e sovrastato da rigogliosi canneti. Più i canali si avvicinano verso il litorale più la situazione peggiora. Si parla di un paio di lustri di inerzia assoluta. Il rischio esondazione è alto e non è difficile prevedere allagamenti per gli agrumeti circostanti e per l’abitato periferico di Marina. Lo spettacolo non è piaciuto ai commissari anche perchè, stando cosi le cose, individuare eventuali sversamenti di liquami nei canali o altri inconvenienti diventa cosa impossibile. L’impegno assunto da tutte le parti presenti al sopralluogo è quello di accelerare i tempi degli interventi ritenuti improcrastinabili sollecitando la Regione a farsi carico delle incombenze di sua pertinenza.
Al Movimento 14 luglio è stato affidato il compito di stilare una relazione dettagliata del territorio e delle condotte che lo attraversano con tutti i cambiamenti che ci sono stati dal 2005 ad oggi e le eventuali anomalie idrauliche. Tale documento farà da base a tutte le iniziative necessarie per sensibilizzare e coinvolgere le istituzioni competenti per materia, Regione in testa. Il Movimento punta soprattutto a sollecitare immediati finanziamenti per la pulizia dell’intera rete dei canali di bonifica e, particolare, per avviare una videoispezione di tutte le condotte fognarie con l’obiettivo di raccogliere ogni dato utile per avere un quadro reale dei guai esistenti. La “passeggiata” di ieri mattina ha toccato tutti i punti critici della condotta che porta al megadepuratore di Gioia Tauro sino ad arrivare nelle vicinanze del ponte sul fiume Mesima che sarà oggetto di accurate ispezioni. La lotta al mare sporco è, dunque, partita e, almeno per il Movimento, camminerà in parallelo con la lotta all’acqua non potabile che da un paio di anni sgorga dai rubinetti delle case. Non saranno trascurati, naturalmente, altri problemi della collettività che dovessero essere individuati cammin facendo. Durante il sopralluogo di ieri, tanto per cominciare, l’ing. Tonino D’Agostino ha richiamato l’attenzione sulle pessime condizioni strutturali del ponte sul fosso San Giovanni.