Il ponte che, scavalcando il fosso San Giovanni, congiunge l’abitato di Nicotera Marina con la zona dei villaggi è esposto a seri rischi. Durante il sopralluogo alle condotte fognarie effettuato mercoledì mattina da esponenti del “Movimento 14 luglio” assieme ai commissari straordinari Adolfo Valente e Michela Fabio, nonché al maresciallo Fabio Cirone e a personale della Guardia costiera, l’ing. Tonino D’Agostino ha richiamato l’attenzione sulle condizioni della struttura viaria visibilmente aggredita e sgretolata dalla salsedine. La campata, lunga una ventina di metri e adagiata su due pilastri, si presenta in condizioni di assoluto degrado con copriferri distaccati e armature corrose per la scarsa presenza di calcestruzzo a protezione. Il ponte, ricostruito una trentina di anni fa su richiesta dei gestori dei villaggi per consentire il passaggio di roulottes e pullman, è soggetto ad un volume di traffico non indifferente specialmente nel periodo estivo. Oggi, appare mancante di ogni forma di manutenzione e <in caso di carico eccessivo – sottolinea D’Agostino – potrebbe andare in collasso>. Sarebbero, pertanto, urgenti adeguati interventi strutturali e conservativi, mentre, sempre nell’immediato, sarebbe opportuna un’ordinanza degli uffici competenti tesa a limitare, se non vietare, il transito di mezzi pesanti.
Intanto, dopo quanto concordato a conclusione dell’ispezione alle condotte fognarie, i tecnici che operano a supporto del “14 luglio” sono a lavoro per preparare la relazione-esposto che dovrebbe consentire la ripresa delle ricerche per individuare le cause del mare sporco. L’obiettivo è quello di delineare un quadro dettagliato dell’attuale situazione annotando, qualora ce ne fossero stati, gli interventi effettuati dal 2005 ad oggi. Al centro dell’attenzione resta proprio la relazione stilata dalla Capitaneria di porto di Vibo Marina dodici anni fa ed ora venuta alla luce. Un documento dal quale emerge l’esistenza di <scarichi non autorizzati relativi all’impianto di pompaggio/sollevamento comunale (ex impianto di pretrattamento) ubicato in località Mortelletto; scarichi comunali della rete fognaria pubblica relativi a tutto il territorio comunale; inquinamento originato dalle acque fluviali di Mesima (collettore Ravello), fosso San Giovanni, torrenti Britto e Agnone>. La Capitaneria, oltre alla presenza di una condotta sottomarina di circa 750 metri che veniva utilizzata non solo in casi di emergenza, ma anche come <scarico continuo continuo di acque reflue non depurate>, segnalava una serie di di anomalie per eliminare le quali, però, nei successivi dodici anni non pare siano stati prodotti interventi risolutivi. Sarà questa la volta buona?