Si è svolta oggi, sulla banchina Cortese del porto di Vibo Valentia Marina, un’ispezione volta a valutare le caratteristiche e lo stato di conservazione di un’ancora rinvenuta nelle acque portuali, e condotta dal funzionario archeologo subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, di intesa con il Segretariato Regionale Mibact per la Calabria, e con il supporto del personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Cosenza e del Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina.
Il ritrovamento era stato operato alcune settimane fa dal personale del Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera di Messina, mentre svolgeva degli interventi di altra natura su richiesta della locale Capitaneria di porto.
L’archeologo della Soprintendenza, Alessandra Ghelli ha valutato l’ancora, di ferro ed alta circa due metri, afferente al patrimonio culturale sommerso, in quanto presumibilmente inquadrabile cronologicamente nella seconda metà dell’ottocento, ed impiegata per assicurare al fondo le reti utilizzate per le attività di cattura del tonno, un tempo praticata a Vibo Marina.
Il funzionario archeologo subacqueo, unitamente al Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, è impegnato, in questi giorni, anche in altre attività connesse alla tutela del patrimonio culturale sommerso nelle acque antistanti il litorale di Vibo, Briatico e Pizzo.