38 ettari di superficie che, colpa l’incuria, si trova in un profondo stato di abbandono aggravato dal proliferare di vegetazione, rovi e sterpaglie e… rifiuti.
La pineta della frazione Marina allocata lungo la spiaggia che costeggia il mare, testimonianza della fatica di tante persone che, negli anni ’60, ne piantarono i semi, è ancora viva a dispetto del disinteresse di chi dovrebbe curarne la manutenzione, e dell’indifferenza degli enti proprietari e di quelli preposti al controllo che fino adesso hanno disatteso i loro obblighi e le loro responsabilità. A peggiorare una situazione già di per sé gravosa, coloro che l’hanno scambiata per discarica, senza tralasciare il pericolo incendi che, in una estate così calda, la distruggerebbe completamente mettendo a rischio anche le strutture turistiche presenti nel territorio.
“Ad oggi – afferma Antonio D’Agostino (Movi@Vento) che con il movimento 14 luglio, ad aprile, aveva promosso una manifestazione per sensibilizzare la comunità e lanciare un appello per un immediato intervento –, dopo un nostro primo sollecito, seguito a ruota da quello della giunta comunale, è intervenuta per la pulizia solo la società Iniziative turistiche e immobiliari (Iti Spa), attuale proprietaria dopo vari passaggi di mano, seguita all’originaria Insud Spa. Ho interloquito personalmente, non avendolo fatto la maggioranza, con uno degli eredi della famiglia Bisogni che risiedendo a Roma che, pur avendo dichiarato la sua massima disponibilità, ha avuto problemi organizzativi”. Riguardo la parte demaniale, dopo aver accertato che la manutenzione di tale area non rientra più nelle competenze della Capitaneria di Porto, ma è di competenza del Consorzio di Bonifica di Vibo Valentia, “ho personalmente ottenuto la loro disponibilità – dichiara D’Agostino –, previa convenzione con il Comune, pur avendo la Giunta predisposto la stessa con delibera n. 48 del 19/05/2022, ma non è stato fatto alcun passaggio, almeno fino all’inizio di luglio, periodo in cui il tecnico del Consorzio, competente per il settore, da me contattato, mi ha riferito di non aver ricevuto alcunché dal nostro Comune e che, dato il ritardo, il tutto sarebbe slittato perché il periodo, per l’Ente, è quello più critico a ragione dell’eccesso di lavoro dovuto alla prevenzione degli incendi. Sembrerebbe che anche tale percorso, al pari di quello sollecitato sempre dal nostro gruppo per prevenire allagamenti causati dai discutibili lavori eseguiti dalla Rfi allo scalo ferroviario, si sia arenato. A noi non resta che chiedere la convocazione di un ennesimo c.c. per chiedere conto alla maggioranza di queste e delle tante altre delibere inattuate”.
A difesa della pineta anche Giacomo Saccomanno, presidente del Comitato per la tutela della costa tirrenica. “Un polmone di aria pura – afferma – che da oltre 50 anni consente di avere uno spazio per coloro i quali vogliono trascorrere delle ore tranquille nel fresco degli splendidi alberi di pino. Da molti anni, però, la pineta è completamente abbandonata e molti alberi si sono piegati, molto probabilmente, per l’avanzamento del mare. La macchia mediterranea è diminuita e molti pini sono stati distrutti. Nessuna manutenzione e nessun interessamento da parte di coloro che avrebbero dovuto difendere questo spazio incontaminato e che per la sua realizzazione ci sono voluti, certamente, oltre 50 anni. Tanti anni orsono il Rotary Club di Nicotera Medma ha proceduto alla sua pulizia raccogliendo decine di sacchi di spazzatura. Ora, oltre a questa, vi sono moltissimi alberi piegati e secchi e che potrebbero, in una estate così calda, provocare qualche incendio che verrebbe a distruggerla completamente. Un appello, quindi, a tutte le istituzioni, associazioni, cittadini, affinché si possa fare qualcosa di concreto per evitare che una delle cose più belle di Nicotera Marina possa essere distrutta dall’incuria umana e dalla incapacità di comprendere il valore naturalistico della stessa. Oltre 50 anni di impegno potrebbe distruggersi in pochi minuti. Non possiamo permettere che ciò accada. Chi può e deve non permetta uno scempio del genere”.