E’ stata presentata a Taurianova nell’incantevole location della Chiesa degli Artisti (Santa Lucia) l’opera di Nicola Marazzita “Il coraggio dei tre no”.
La giornalista Caterina Sorbara e scrittrice, ha subito sottolineato l’importanza dell’opera, che racconta la toccante storia di Giuseppe Marazzita, internato nel lager XVII A di Kaisersteinbruch, e che si inserisce nel più ampio contesto della memoria degli Internati Militari Italiani (IMI).
Continuando, la Sorbara ha affermato che l’evento assume un significato ancora più profondo poiché si svolge nell’anno in cui ricorrono gli ottant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla fondazione dell’ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati). Quest’ultima fu costituita a Torino nell’aprile del 1945 per iniziativa di un gruppo di Internati Militari Italiani, decisi a preservare e tramandare i valori di resistenza e sacrificio maturati nei lunghi mesi di prigionia. Nel 1948, l’ANEI ha ottenuto il riconoscimento di ente morale dello Stato e ancora oggi continua a rappresentare un baluardo della memoria contro ogni tentativo di cancellare la storia di chi ha opposto un fermo rifiuto al nazifascismo.
L’evento, non ultimo, si inserisce nell’ambito della Giornata della Memoria e del Ricordo, suggellando idealmente un ponte tra l’internamento nazista, la drammatica vicenda delle foibe e l’esodo istriano.
“Oggi ci soffermeremo sulla storia di oltre 650.000 giovani soldati italiani che, catturati dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, scelsero di dire no alla collaborazione con il Reich e all’adesione della Repubblica di Salò, subendo per questo due anni di durissima prigionia nei lager tedeschi”.
Infine la Sorbara ha ricordato che Gioia Tauro è stato il Primo Comune d’Italia ad aver istituito l’Albo d’ Oro degli Internati Militari Italiani(IMI).
Subito dopo l’Assessore alla Cultura Maria Fedele, dopo aver rimarcato l’importanza dell’evento; si è soffermata sull’importanza della storia e della storiografia e sulla necessità di conservare e diffondere la memoria storica.
A seguire l’on. Giovanni Arruzzolo cofirmatario del disegno di legge n.6 del 2025, che ha istituito la “Giornata degli Internati Italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale”, ufficialmente riconosciuta il 20 settembre; si è soffermato sull’iter e l’importanza della legge, che non solo celebra il valore di questi uomini, ma conferisce anche all’ANEI il giusto riconoscimento nell’organizzazione delle manifestazioni commemorative, come stabilito dall’art. 2 della stessa legge.
Il presidente del Consiglio Comunale Raffaele Scarfò , nonchè docente dell’Istituto Superiore Gemelli Careri, dopo aver portato i saluti del dirigente Scolastico Giuseppe Martino, si è soffermato sull’importanza della Giornata della Memoria e sull’orrore della Seconda Guerra Mondiale.
Illuminante e articolato è stato l’intervento del prof. Sandro Vitale, presidente di Ampaventicinqueaprile.
Dopo la proiezione del docufilm “Tutti i nostri No”, la giornalista Caterina Sorbara ha dialogato con l’autore.
Dal dialogo è emerso che fu il padre Giuseppe una sera a raccontare la sua vicenda gliela “mescolando cibo ed emozioni”.
Gli raccontò dell’’angoscia che si portava dentro.
Gli italiani prigionieri dei nazisti, dopo l’8 settembre, dissero dei “no” e furono trattati come traditori; poi, tornati in Patria, vennero umiliati come collaboratori dei tedeschi.
La storia di Giuseppe Marazzita iniziò con il suo arrivo a Nola.
In caserma si trovava bene con i suoi compagni, finchè non furono catturati e ammassati sui treni merci, “trattati come bestie”; poi il lager, le baracche, l’orrore quotidiano, la fame, il freddo, la malattia. “Una non-vita, una non-morte: un’agonia” .Ma gli IMI seppero dire dei coraggiosi “no”: rifiuto di combattere per i tedeschi e di aderire alla Repubblica di Salò. “Un atto di Resistenza” . Ecco il punto: resistenza non fu solo quella del partigiano che combatté in montagna, ma anche quella del prigioniero di guerra che rifiutò di sparare sugli Alleati anglo-americani.
Giuseppe racconta al figlio anche di una ragazza Herta, che conobbe in quel periodo e di cui si innamorò contro ogni pregiudizio dei commilitoni.
Herta fu per lui una boccata d’ossigeno.
Al figlio, raccontò anche di una giornata felice al Prater, ammirando la magnificenza della ruota panoramica: lì la ragazza gli regalò quella foto, scattata nel luogo del loro primo incontro. “Se dovesse accadere qualcosa, gli disse, ricordati sempre di me”.
Finita la guerra, Giuseppe ritorna a casa riabbraccia la famiglia, rivede gli alberi d’ulivo della sua amata terra. Piano piano ritorna alla vita.
Purtroppo per molto tempo, tanti diritti gli furono negati, fino a quando Carlo Azeglio Ciampi, un Presidente illuminato, riconobbe l’eroica Resistenza dei prigionieri italiani nei campi tedeschi Dopo di lui lo seguirono altri. Infine arrivarono i riconoscimenti.
Arrivarono le medaglie.
Ma Giuseppe Marazzita non c’era più, era morto nel 1976.
Avrebbe voluto rivedere la sua Herta, il cui ricordo lo aveva accompagnato per tutta la vita.
Il prof. Marazzita ha ricordato l’impegno dell’On. Giorgio Mulè primo firmatario del disegno di legge n.6 del 2025, che ha istituito la “Giornata degli Internati Italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale”, ufficialmente riconosciuta il 20 settembre
Infine l’Assessore all’Istruzione Angela Crea, ha consegnato all’autore il medaglione di Taurianova Capitale del Libro.
L’evento è stato magistralmente intervallato dalle letture di Maria Condrò.
Numeroso attento e qualificato il pubblico presente , tra cui autorità civili e militari e alcune classi dell’Istituto Gemelli Careri.