Interi quartieri costruiti da decenni con fondi pubblici e dedicati alle Forze dell’Ordine, sono adesso oggetto di speculazioni edilizie con profitti enormi. Gli alloggi verranno venduti a prezzi di mercato con margini di guadagno scandalosi rispetto allo spirito iniziale di abitazioni dedicate a Carabinieri, Guardia di Finanza e Poliziotti, della Polizia penitenziaria, dell’ex Corpo forestale dello Stato, nonché ai dipendenti del Ministero della giustizia e personale dell’amministrazione civile dell’interno o personale di altre amministrazioni comunque impegnati o coinvolti nella lotta alla criminalità organizzata, che hanno prestato e prestano servizio nell’ambito della provincia di Roma; si tratta di case modeste finanziate con fondi pubblici.
Con atto ispettivo del 16 maggio 2024, il senatore Claudio Fazzone, del Gruppo di Forza Italia, ha posto un’interrogazione con risposta immediata ai Ministri della giustizia e delle infrastrutture e dei trasporti, sollecitando la nomina di un commissario ad acta, al fine di adottare iniziative normative urgenti per introdurre disposizioni sul diritto di prelazione e di riscatto agli assegnatari degli alloggi realizzati a seguito di contributo pubblico in materia di edilizia residenziale agevolata: l’interrogazione è purtroppo rimasta ancora senza risposta concreta.
Alcuni hanno già subito lo sfratto forzoso con l’intervento di colleghi poliziotti, carabinieri e finanzieri che hanno dovuto obbedire agli ordini superiori, loro malgrado, eseguendo lo sfratto con il cuore a pezzi. Le case non rimangono sfitte, ma subito rimpiazzate. Difatti, ad esempio, la casa di un maresciallo della finanza è già stata riassegnata ad una famiglia extracomunitaria.
A protestare ci sono anche i sindacati di categoria e non solo. Da cittadini, vedere i servitori dello Stato sfrattati è una beffa per tutti, atteso il fine immorale di sfrattare per speculare su alloggi sociali. Uno scandalo che, non vogliamo immaginare la reazione, se dovesse essere recepito nella sua essenza di sfratto, da parte della On. Ilaria Salis dove, sicuramente, la stessa inizierà a rivoltarsi tra i banchi del Parlamento Europeo per difendere il principio della casa popolare anche per le Forze dell’Ordine, se non altro per non favorire una società a responsabilità limitata che le ha costruite con fondi pubblici e le vuole adesso gestire con l’intento speculativo: la Boccea Gestioni Immobiliari srl.
In tutta Italia sono numerosi questi casi, si parla di oltre 2000 famiglie, ed è emblematico il caso della messa in vendita a Roma degli alloggi di “Collina delle Muse” in località Mazzalupo, vicino Montespaccato, occupati da 45 famiglie delle Forze dell’Ordine in scadenza di contratto e che verranno cedute a soggetti estranei alle Forze dell’Ordine.
La Regione, il Comune, i sindacati, la società di gestione, gli inquilini, con i rispettivi consulenti e legali non sono riusciti ad addivenire ad una soluzione favorevole, ingarbugliati e impantanati tra regolamenti, leggi amministrative, burocrazia, criticità urbanistiche e sull’equivoca agibilità degli immobili, tra l’altro, costituiti su un terreno con il solo diritto di superficie per l’edilizia sociale. Infine, oltre al danno anche la beffa da parte del Comune di Roma che aveva contestato delle morosità ad alcuni inquilini costretti a fare ricorso verso un aumento ingiustificato anche perché, con uno stipendio non allineato ai parametri del costo della vita, un cittadino servitore dello Stato, ha oggettive difficoltà ad arrivare a fine mese. Mica può integrare facendo un lavoro a nero…
Ma la beffa di questa vicenda kafkiana, è stata con forza contestata dagli inquilini dimostrando che erano in regola alle rivendicazioni del Comune che, nel 2015 in verità, aveva sbagliato le tabelle dei prezzi di locazione con una azione di rivalsa e, la Boccea Gestioni Immobiliari srl, non aveva mancato di cavalcare immediatamente il caso per sfruttare l’errore con un’azione di rivalsa tramite diffide e pignoramenti risultati illegittimi dopo costi legali, costretta poi a fare marcia indietro non appena il Comune di Roma aveva ammesso il proprio errore di calcolo.
Il danno e la beffa non possono farla da padroni. Pertanto, la solidarietà va data a questi lavoratori e alle loro famiglie. Lavoratori e impiegati dello Stato che rischiano la vita per noi cittadini e per difendere lo Stato, ma va data loro anche la massima vicinanza istituzionale per garantire il diritto alla casa e, soprattutto, la tranquillità mentale durante le ore di servizio.
Se mettiamo le carte contrattuali degli affitti e degli sfratti in un processo civile o amministrativo, la verità giudiziaria sarà giocoforza a favore della Boccea Gestioni Immobiliari Srl perché, le norme, favoriscono il profitto rispetto alla giustizia di un legittimo diritto sociale. Una stortura che non può essere tollerata dalla politica, quella vera e sensibile, fatta da leader autorevoli che operano con l’intelligenza per trovare le soluzioni ai problemi senza percorrere soluzioni e scorciatoie pilatesche come fatto da altri.
Un appello alla politica, quella vera, che con autorevolezza può e deve intervenire per sanare l’inquietante problema, altrimenti continua ad avere ragione la frase del compianto Giovanni Falcone: “Dove comanda la mafia, i posti nelle istituzioni vengono tendenzialmente affidati a dei cretini.”
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