Volo nuziale, colpo di grazia agli organi elettivi nicoteresi

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Per la terza volta consecutiva Nicotera rimane imprigionata dal vortice malavitoso che sta lambendo numerosi comuni del Vibonese tanto che, dati alla mano, la più piccola provincia calabrese si va a configurare come l’ambito territoriale italiano con più Comuni commissariati per condizionamenti da parte della criminalità organizzata. In attesa di conoscere le motivazioni alla base della decisione di scioglimento si potrebbe ipotizzare che ad incidere sul provvedimento del Consiglio dei ministri possano aver influito diversi fattori. Ad esempio i festeggiamenti nuziali dello scorso 14 settembre quando due giovani, Antonio Gallone affidato in prova ai servizi sociali dopo essere stato sorpreso nel 2011 dai carabinieri ad innaffiare piante di marijuana, e la sua sposa sorvolarono in elicottero il cielo della cittadina per andare ad atterrare in zona castello. Un episodio certo postumo alla data di presentazione della relazione avanzata al Ministro degli Interni dal prefetto di Vibo Valentia dopo gli accertamenti svolti dalla Commissione di accesso in Comune, ma che potrebbe aver dato il definitivo colpo di grazia agli organi elettivi nicoteresi. All’evento che non è certo passato inosservato, ha fatto seguito una pioggia di avvisi di garanzia con ben sette indagati e con il Comune finito al centro di un’inchiesta della Procura di Vibo prima e della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, poi. A questo punto appare chiaro che Nicotera continua a rappresentare l’arena dei fallimenti sia della politica locale, soppiantata da antagonismi populisti e demagogici e ormai degenerata nel teatro mediatico, sia dello Stato, perché se il compito dei commissari sarebbe quello di “traghettare” l’Ente a nuove elezioni amministrative ripristinando la legalità violata, è lecito chiedersi coma mai, dopo due commissariamenti, a Nicotera, si è giunti al terzo. C’è da chiedersi anche se nella decisione di scioglimento abbia influito il grave atto intimidatorio perpetrato ai danni dell’ex sindaco Pagano, il 27 giugno 2013, quando oltre trenta colpi di kalashnikov sono stati esplosi contro la sua abitazione. Un gesto di inaudita efferatezza che poteva avere conseguenze ben più gravi. Chi sia stato e perché ancora oggi rimane un mistero. Come è un mistero del maxi furto compiuto a novembre 2015 all’interno dell’immobile confiscato alla mafia denominato “Elefante rosso” ubicato nella frazione Marina. Un’intera strumentazione musicale acquistata grazie ai finanziamenti Pisr del valore approssimativo di circa 150mila euro sottratta all’interno del fabbricato confiscato alla cosca Mancuso di Limbadi, un atto criminale percepito come sfregio alla città perchè compiuto nei confronti di un bene e di una strumentazione rivolti alla formazione musicale delle giovani generazioni.

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