Erano le prime elezioni con il ballottaggio quelle tenutesi nella Repubblica più piccola e tra le più antiche del mondo. Ma nessuno si aspettava dopo 27 anni di incontrastato potere democristiano un esito di questo genere. Soprattutto perché la Coalizione “San Marino prima di tutto” (Democrazia cristiana e gli alleati del Partito socialista, del Partito dei socialisti e dei democratici sanmarinesi e del movimento di centro “Noi sanmarinesi”) aveva raccolto al primo turno quasi duemila voti in più rispetto ai suoi più diretti avversari e cioè la Coalizione “Adesso San Marino” che unisce i movimenti “Repubblica futura” – di orientamento centrista – il Movimento Civico10 di ispirazione socialdemocratica e la Sinistra socialista democratica che include elementi socialcomunisti). Il 41.7% dei voti ottenuto dai primi faceva pensare che i secondi – che erano arrivati al 31.4% dei consensi – non potessero insidiarne la vittoria al ballottaggio.
Evidentemente, commentano gli analisti, i voti della coalizione che era giunta terza al primo turno – “Democrazia in movimento” formata dagli ambientalisti di Rete e dai progressisti del Movimento Democratico-San Marino Insieme e che aveva totalizzato il 18.3% dei consensi, vera grande sorpres di questa tornata elettorale – si sono indirizzati verso “Adesso San Marino”.
Così la ballottaggio la Coalizione “Adesso San Marino” ha rccolto il 57.9% dei suffragi contro il 42.1% dei consensi andati alla Coalizione “San Marino prima di tutto”.
La coalizione “San marino prima di tutto” disporrà di soli sedici seggi contro i 35 della Coalizione “Adesso San Marino” e i nove della coalizione “Democrazia in movimento”.
Significativi anche gli spostamenti dei rapporti dei rapporti di forza tra i singoli partiti. La Democrazia cristiana cala dal 29.4% al 24.5% mentre il Movimento Rete triplica i consensi divenendo la seconda forza politica del paese, (dal 6.4% al 18.3%). Dimezzati invece i consensi dei due partiti socialisti della coalizione a guida democristiana che raccolgono il 7.7% e il 7.2% contro il 12.1% e il 14.3% delle passate elezioni. In calo anche i due partiti della lista “Repubblica futura” che quattro anni fa., separati, avevano complessivamente raccolto il 15% dei voti mentre ora si ritrovano al 9.6%. Aumentano invece i loro voti sia “Democrazia in movimento” (da 6.7% al 9.3%) e la Sinistra socialista democratica (dal 9.1% al 12.1%).
Da non sottovalutare nell’analisi finale del voto, anche un’affluenza in calo rispetto al primo turno di due settimane fa. Sono 17.022 i sammarinesi, interni ed esteri, che hanno preso la via dei seggi anche per il ballottaggio (50,09%). Un -9,56% con il calo maggiore che si è registrato negli elettori interni (-11,64%), rispetto al -5,54% degli esteri. Maglia nera per il Castello di Acquaviva (69,81% con un -13,87% rispetto a due settimane fa) mentre è risultato essere Montegiardino il Castello in cui si è votato di più (77,55%). Sul voto hanno forse pesato oltre che il lungo periodo di predominio politico della DC anche alcuni scandali che si sono abbattuti negli ultimi anni su questo che è uno dei centri di servizi finanziari più importanti d’Europa.
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