Istanbul, attacco a night club nella notte di capodanno.

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Il terrorismo internazionale purtroppo non va in vacanza e a farne le spese è ancora una volta la Turchia, paese dalle cento facce, cerniera tra Occidente e Oriente, paese islamico ma membro della Nato e attore regionale di primo piano nel delicato scacchiere medio-orientale.

E’ è di almeno 39 morti e 69 feriti l’ultimo bilancio ufficiale di un attacco avvenuto in una famosa e affollatissima discoteca di Istanbul, non ancora rivendicato ma le cui caratteristiche fanno pensare a un attentato a firma Isis. Tra le vittime anche 15 stranieri. L’attacco è avvenuto verso l’1:30 ora locale, le 23:30 in Italia. Sul numero degli assalitori, vestiti con costumi da Babbo Natale, ancora non c’è certezza: solo uno, secondo fonti ufficiali; fino a tre, secondo testimoni.

Gli attentatori hanno questa volta preso di mira il ‘Reina’, un rinomato nightclub sulle rive del Bosforo posto nel quartiere di Ortakoy nel distretto di Besiktas, parte europea di Istanbul – subito ribattezzato dai media il “Bataclan turco”. Al momento dell’attacco, nel night ci sarebbero state tra le 500 e le 600 persone. L’attentatore avrebbe prima ucciso un poliziotto e una guardia giurata all’ingresso, per poi entrare nel locale e iniziare a sparare a caso sulla folla.

L’attacco della scorsa notte di Capodanno alla discoteca Reina di Istanbul è l’ultimo di una serie di attacchi terroristici che ha colpito la Turchia nell’ultimo anno tra i quali ricordiamo: la potente autobomba contro un convoglio militare in pieno centro ad Ankara che il 17 febbraio 2016 causò 28 morti e oltre 60 feriti; una seconda autobomba guidata da un kamikaze che esplose nell’affollato centro di Ankara nell’ora di punta serale vicino ad un autobus uccidendo 38 persone. (13 marzo 2016); l’attacco all’aeroporto Ataturk di Istanbul che causò 42 morti (28 giugno 2016); l’attacco compiuto da un kamikaze minorenne che si è fatto esplodere a un matrimonio a Gaziantep, uccidendo 51 persone (20 agosto 2016) e infine il doppio attacco dinamitardo fuori dallo stadio di calcio del Besiktas che è costato la vita a 44 persone (10 dicembre 2016). attetanti quasi tutti attribuiti atgli islamisti radicali e all’Isis tranne l’ultimo  rivendicato dal gruppo curdo Tak (Falchi per la liberazione del Kurdistan).

Condanna dell’attacco e solidarietà alla Turchia da parte di Stati Uniti, Ue e Nato: la Casa Bianca ha offerto ad Ankara l’aiuto degli Usa, mentre il dipartimento di Stato ha espresso solidarietà “all’alleato turco”; l’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri Federica Mogherini ha sottolineato come si debba “lavorare per prevenire tali tragedie”; il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg ha parlato di “tragico attacco”.

 

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